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lunedì 2 ottobre 2017

"NO JUZGUEN" Mt 7,1-5


3 commenti:

  1. Antifona
    Il Signore è la forza del suo popolo,
    rifugio di salvezza per il suo consacrato.
    Salva il tuo popolo, o Signore,
    e benedici la tua eredità,
    sii loro pastore e sostegno per sempre. ( Sal 27,8-9)



    Donaci, o Signore,
    di vivere sempre nel timore e nell’amore per il tuo santo nome,
    poiché tu non privi mai della tua guida
    coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.
    Dal libro della Gènesi
    Gn 12,1-9

    In quei giorni, il Signore disse ad Abram:
    «Vattene dalla tua terra,
    dalla tua parentela
    e dalla casa di tuo padre,
    verso la terra che io ti indicherò.
    Farò di te una grande nazione
    e ti benedirò,
    renderò grande il tuo nome
    e possa tu essere una benedizione.
    Benedirò coloro che ti benediranno
    e coloro che ti malediranno maledirò,
    e in te si diranno benedette
    tutte le famiglie della terra».
    Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram prese la moglie Sarài e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso la terra di Canaan. Arrivarono nella terra di Canaan e Abram la attraversò fino alla località di Sichem, presso la Quercia di Morè. Nella terra si trovavano allora i Cananei.
    Il Signore apparve ad Abram e gli disse: «Alla tua discendenza io darò questa terra». Allora Abram costruì in quel luogo un altare al Signore che gli era apparso. Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome del Signore. Poi Abram levò la tenda per andare ad accamparsi nel Negheb.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 32 (33)
    R. Beato il popolo che Dio ha scelto come sua eredità.
    Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
    il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
    Il Signore guarda dal cielo:
    egli vede tutti gli uomini. R.

    Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo teme,
    su chi spera nel suo amore,
    per liberarlo dalla morte
    e nutrirlo in tempo di fame. R.

    L'anima nostra attende il Signore:
    egli è nostro aiuto e nostro scudo.
    Su di noi sia il tuo amore, Signore,
    come da te noi speriamo. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    La parola di Dio è viva, efficace;
    discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. (Eb 4,12)

    Alleluia.

    Vangelo
    Togli prima la trave dal tuo occhio.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 7,1-5

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
    Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: "Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio", mentre nel tuo occhio c'è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello».

    Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Dio ci guarda così: non vede in noi degli sbagli irrimediabili, ma dei figli che sbagliano. Si cambia l’ottica. Non si concentra sugli sbagli ma sui figli che sbagliano… Dio distingue sempre la persona dai suoi errori. Dio salva sempre la persona. Crede sempre nella persona ed è sempre pronto a perdonare gli errori. E sappiamo che Dio perdona sempre. “Domandiamoci che genere di parole utilizziamo: parole che esprimono attenzione, rispetto, comprensione, vicinanza, compassione, oppure parole che mirano principalmente a farci belli davanti agli altri? E poi, parliamo con mitezza o inquiniamo il mondo spargendo veleni: criticando, lamentandoci, alimentando l’aggressività diffusa?” Con la lingua possiamo anche alimentare pregiudizi, alzare barriere, aggredire e perfino distruggere i fratelli: il pettegolezzo ferisce e la calunnia può essere più tagliente di un coltello! Le parole che usiamo dicono la persona che siamo. A volte, però, prestiamo poca attenzione alle nostre parole e le usiamo in modo superficiale. Ma le parole hanno un peso: ci permettono di esprimere pensieri e sentimenti, di dare voce alle paure che abbiamo e ai progetti che intendiamo realizzare, di benedire Dio e gli altri. (Angelus, 27 febbraio 2022)

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  3. S. FAUSTI - “Non giudicate”E' l'ordine che Gesù ci dà per vivere nel rapporto con i fratelli la paternità di Dio. Non devo giudicare per due motivi :
    primo perchè il mio giudizio condiziona negativamente l'altro ;
    secondo perchè il mio giudizio sull'altro si rivolge contro di me.
    Il mio giudizio pre-giudica l'altro e giudica me stesso .l'altro tende a diventare come io lo vedo, e io sono come vedo l'altro.
    Positivamente sono chiamato a stimare l'altro come figlio di Dio e mio fratello.
    La mia disistima nei suoi confronti è grave per lui e per me : nega a lui la fraternità mia , e a me la filialità divina.
    Il mio giudizio buono o cattivo sull'altro è la misura del mio essere figlio o meno del Padre.
    Anzi, il giudizio futuro che Dio darà su di me non sarà altro che il giudizio presente che io do sul fratello.
    Dio lo lascia scrivere a me
    Lui alla fine leggerà ciò che io ho scritto.

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