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giovedì 12 ottobre 2017

"QUIERO, QUEDA LIMPIO" Mt 8, 1-3


4 commenti:

  1. Antifona
    Il Signore è la forza del suo popolo,
    rifugio di salvezza per il suo consacrato.
    Salva il tuo popolo, o Signore,
    e benedici la tua eredità,
    sii loro pastore e sostegno per sempre. (Sal 27,8-9)

    Colletta
    Donaci, o Signore,
    di vivere sempre nel timore e nell’amore per il tuo santo nome,
    poiché tu non privi mai della tua guida
    coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Sia circonciso ogni maschio in segno di alleanza. Sara ti partorirà un figlio.
    Dal libro della Gènesi
    Gen 17,1.9-10.15-22

    Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse:
    «Io sono dio l'Onnipotente:
    cammina davanti a me
    e sii integro».
    Disse [di nuovo] Dio ad Abramo: «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione. Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra voi ogni maschio.
    Dio aggiunse ad Abramo: «Quanto a Sarài tua moglie, non la chiamerai più Sarài, ma Sara. Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni, e re di popoli nasceranno da lei».
    Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e rise e pensò: «A uno di cento anni può nascere un figlio? E Sara all’età di novant’anni potrà partorire?». Abramo disse a Dio: «Se almeno Ismaele potesse vivere davanti a te!». E Dio disse: «No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai Isacco. Io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui. Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici prìncipi egli genererà e di lui farò una grande nazione. Ma stabilirò la mia alleanza con Isacco, che Sara ti partorirà a questa data l’anno venturo».
    Dio terminò così di parlare con lui e lasciò Abramo, levandosi in alto.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 127 (128)
    R. Benedetto l'uomo che teme il Signore.
    Beato chi teme il Signore
    e cammina nelle sue vie.
    Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
    sarai felice e avrai ogni bene. R.

    La tua sposa come vite feconda
    nell’intimità della tua casa;
    i tuoi figli come virgulti d’ulivo
    intorno alla tua mensa. R.

    Ecco com’è benedetto
    l’uomo che teme il Signore.
    Ti benedica il Signore da Sion.
    Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
    tutti i giorni della tua vita! R.


    Vangelo
    Se vuoi, puoi purificarmi.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 8, 1-4

    Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
    Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
    Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.
    Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».

    Parola del Signore.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    E adesso, facciamo un attimo di silenzio, e ognuno di noi – tutti voi, io, tutti – può pensare al suo cuore, guardare dentro di sé, e vedere le proprie impurità, i propri peccati. E ognuno di noi, in silenzio, ma con la voce del cuore dire a Gesù: “Se vuoi, puoi purificarmi”. Lo facciamo tutti in silenzio. “Se vuoi, puoi purificarmi”. “Se vuoi, puoi purificarmi”. E ogni volta che ci accostiamo al sacramento della Riconciliazione con cuore pentito, il Signore ripete anche a noi: «Lo voglio, sii purificato!». Quanta gioia c’è in questo! Così la lebbra del peccato scompare, ritorniamo a vivere con gioia la nostra relazione filiale con Dio e siamo riammessi pienamente nella comunità. (Angelus, 11 febbraio 2018)

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    1. ANNI PARI Colletta

      O Dio, che al santo vescovo Ireneo
      hai dato la grazia di confermare la tua Chiesa
      nella verità e nella pace,
      fa’ che per sua intercessione, rinnovati nella fede e nell’amore,
      cerchiamo sempre ciò che promuove l’unità e la concordia.
      Per il nostro Signore Gesù Cristo.

      Prima Lettura
      Giuda fu deportato dalla sua terra.

      Dal secondo libro dei Re
      2Re 25,1-12

      Nell'anno nono del regno di Sedecìa, nel decimo mese, il dieci del mese, Nabucodònosor, re di Babilonia, con tutto il suo esercito arrivò a Gerusalemme, si accampò contro di essa e vi costruirono intorno opere d'assedio. La città rimase assediata fino all'undicesimo anno del re Sedecìa.
      Al quarto mese, il nove del mese, quando la fame dominava la città e non c'era più pane per il popolo della terra, fu aperta una breccia nella città. Allora tutti i soldati fuggirono di notte per la via della porta tra le due mura, presso il giardino del re, e, mentre i Caldèi erano intorno alla città, presero la via dell'Aràba.
      I soldati dei Caldèi inseguirono il re e lo raggiunsero nelle steppe di Gerico, mentre tutto il suo esercito si disperse, allontanandosi da lui. Presero il re e lo condussero dal re di Babilonia a Ribla; si pronunciò la sentenza su di lui. I figli di Sedecìa furono ammazzati davanti ai suoi occhi; Nabucodònosor fece cavare gli occhi a Sedecìa, lo fece mettere in catene e lo condusse a Babilonia.
      Il settimo giorno del quinto mese - era l'anno diciannovesimo del re Nabucodònosor, re di Babilonia - Nabuzaradàn, capo delle guardie, ufficiale del re di Babilonia, entrò in Gerusalemme. Egli incendiò il tempio del Signore e la reggia e tutte le case di Gerusalemme; diede alle fiamme anche tutte le case dei nobili. Tutto l'esercito dei Caldèi, che era con il capo delle guardie, demolì le mura intorno a Gerusalemme.
      Nabuzaradàn, capo delle guardie, deportò il resto del popolo che era rimasto in città, i disertori che erano passati al re di Babilonia e il resto della moltitudine. Il capo delle guardie lasciò parte dei poveri della terra come vignaioli e come agricoltori.

      Parola di Dio.

      Salmo Responsoriale

      Dal Sal 136 (137)

      R. Mi si attacchi la lingua al palato se lascio cadere il tuo ricordo.
      Oppure:
      R. In terra d'esilio leviamo il nostro canto.

      Lungo i fiumi di Babilonia,
      là sedevamo e piangevamo
      ricordandoci di Sion.
      Ai salici di quella terra
      appendemmo le nostre cetre. R.

      Perché là ci chiedevano parole di canto
      coloro che ci avevano deportato,
      allegre canzoni, i nostri oppressori:
      «Cantateci canti di Sion!». R.

      Come cantare i canti del Signore
      in terra straniera?
      Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
      si dimentichi di me la mia destra. R.

      Mi si attacchi la lingua al palato
      se lascio cadere il tuo ricordo,
      se non innalzo Gerusalemme
      al di sopra di ogni mia gioia. R.

      Acclamazione al Vangelo

      Alleluia, alleluia.

      Cristo ha preso le nostre infermità
      e si è caricato delle nostre malattie. (Cf. Mt 8,17)

      Alleluia.

      Vangelo
      Se vuoi, tu puoi purificarmi.

      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 8,1-4

      Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
      Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
      Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.
      Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va' invece a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».

      Parola del Signore.

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  2. FAUSTI - “Sceso Lui dal monte” Gesù scende dal monte, come Mosè. Non per dare al popolo le dieci Parole, ma le dieci azioni che lo salvano. E' la Parola stessa , perfettamente compiuta, che scende per dare la vita a tutti e per sempre . (dodici sono i miracolati, come le tribù d'Israele e i mesi dell'anno!). E lo seguirono molte folle. Sono coloro che sul monte hanno ascoltato la Parola.
    E' l'inizio della chiesa che, insieme al Figlio, scende con Lui verso i fratelli, per portare la stessa vita che hanno ricevuto.
    “Ecco un lebbroso” il lebbroso è l'impuro per eccellenza, escluso dalle relazioni. Nella sua carne, progressivamente mangiata dal morbo, è visibile la condizione cosciente di ciascuno. Il lebbroso è il morto civile e religioso, che non puo' aver parte con gli altri, per non infettarli.
    È la visibilizzazione del male che essa denuncia.
    L'impuro si presenta davanti al puro senza alcuna mediazione.
    Titolo d'accesso al Santo è la nostra impurità.
    “Lo adora” L'adorazione di Gesù è principio e fine del Vangelo di Matteo, che inizia con l'adorazione dei magi e termina con quella dei discepoli
    “Se vuoi, puoi mondarmi” Gesù è il Signore.
    L'uomo tante cose vuole e non può , e altre può e non questo lo chiede al Signore.
    Ma non lo pretende . Lo attende dalla Sua libera volontà.
    “Tese la mano” la mano tesa indica l'intervento di Dio per salvare l'uomo.
    Egli aspetta solo di essere richiesto . È dono che attende la mano che lo accolga.
    Il Signore tocca l'intoccabile, Dio è Dio proprio per la Sua misericordia, che tocca la nostra miseria : questa è la Sua Santità. Dio non è legge che vieta il male e divide buoni da cattivi.
    Non è neanche la coscienza che rimproveri.
    E' invece madre e padre, vicini ad ogni bisogno del figlio.
    La fede è toccare, o, meglio, essere toccati da Gesù. Oltre il tocco esteriore, c'è quello interiore, molto più forte e sensibile. Ciò che ti tocca dentro ti cambia l'esistenza.
    Il Signore con la Sua Parola ti tocca il cuore e te lo rifà nuovo.
    ”Voglio, sii mondato!” Da sempre il Signore vuole, aspetta solo che anche noi vogliamo.
    I miracoli mostrano che Dio può e vuole darci ciò che non abbiamo e che neppure osiamo sperare.
    Con la Sua Parola il Signore creò l'universo. Ora lo ricrea simile a Sè.
    La lebbra – di qualunque tipo, compresa la morte – non è più immonda, non esclude dalla vita.
    Non insidia più col suo veleno la nostra esistenza, perchè è comunione con Lui, sorgente di Vita.
    Il tocco interiore della Sua Parola ci libera dalla morte : ci guarisce e ci fa figli e fratelli.
    E' un processo che dura tutta la vita e si compie nella morte. Ma già ora la morte non è più immonda : il nostro limite assoluto è comunione con l'assoluto. “Dov'è , o morte, la tua vittoria? dov'è , o morte , il tuo pungiglione ?”.
    L'ascolto della Parola ci libera dal suo veleno, che è il peccato, nella certezza che, sia che vegliamo sia che dormiamo, siamo in comunione con Lui.

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