FAUSTI - “Lo Sposo è con loro” risponde Gesù : per questo i Suoi discepoli non digiunano. Nella Sua carne è indissolubilmente unita divinità e umanità, si celebrano le nozze tra l'uomo e Dio. Lo Sposo sarà tolto quando sarà elevato sulla croce e levato in cielo. La vita cristiana conosce una pienezza che però non è ancora compiuta. Le nozze già ci sono state : l'unione con Dio, già perfetta in Gesù, è l'anticipo di ciò che sarà per ciascuno di noi alla fine.Ora c'è un'assenza per giungere alla presenza, un digiuno non ancora sazio , un venerdì santo che introduce alla Pasqua. Il Suo essere con noi, per il momento, resta sotto il segno della croce: la Sua presenza è nei piccoli : negli affamati, negli assetati, nei forestieri, nudi, ammalati, carcerati, in tutte quelle situazioni di digiuno che la nostra storia conoscerà sino alla fine.Dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa i senza tetto, vestire il nudo, sciogliere le catene, spezzare ogni giogo : così incontriamo lo Sposo, che si è fatto l'ultimo di tutti. Gesù ha bevuto il vino acido della nostra morte, per darci alla fine il vino migliore (Gv 2,10), beve il nostro calice di morte, perché noi beviamo il Suo calice di vita. L'otre vecchio non può contenere il vino nuovo . Il cuore di pietra non può contenere lo Spirito d'Amore. “Vino giovane in otri nuovi” i discepoli di Gesù sono otri nuovi vivono nella gioia perché hanno questo vino nuovo . È una gioia che nessun digiuno può oscurare e nessuna potenza rapire, perché nulla ormai li può separare dall'amore che Dio ha per loro in Cristo. Lo Spirito fa l'uomo nuovo. L'uomo interiore si rinnova di giorno in giorno proprio con la rottura dell'uomo esteriore, dell'otre vecchio. Lo Spirito vivifica l'uomo nuovo e l'uomo nuovo è Tempio dello Spirito . Noi glorifichiamo Dio nel nostro corpo.
Antifona Il Signore mi ha ascoltato, ha avuto pietà di me. Il Signore è venuto in mio aiuto. (Cf. Sal 29,11)
Colletta Accompagna con la tua benevolenza, Padre misericordioso, i primi passi del nostro cammino penitenziale, perché all'osservanza esteriore corrisponda un profondo rinnovamento dello spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura È forse questo il digiuno che bramo? Dal libro del profeta Isaìa Is 58,1-9a
Così dice il Signore: «Grida a squarciagola, non avere riguardo; alza la voce come il corno, dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati. Mi cercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: "Perché digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?". Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l'uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!"».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 50 (51)
R. Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto. Oppure: R. Tu gradisci, Signore, il cuore penitente.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. R.
Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto. R.
Tu non gradisci il sacrificio; se offro olocàusti, tu non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio; un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. R.
Acclamazione al Vangelo Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e il Signore sarà con voi. (Cf. Am 5,14)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Vangelo Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno. Dal Vangelo secondo Matteo Mt 9,14-15
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
PAROLE DEL SANTO PADRE A vini nuovi, otri nuovi. La novità del Vangelo. Cosa ci porta il Vangelo? Gioia e novità. Questi dottori della legge erano rinchiusi nei loro comandamenti, nelle loro prescrizioni. San Paolo, parlando di loro, ci dice che prima che venisse la fede - cioè Gesù - noi tutti eravamo custoditi come prigionieri sotto la legge. Questa legge di questa gente non era cattiva: custoditi ma prigionieri, in attesa che venisse la fede. Quella fede che sarebbe stata rivelata, in Gesù stesso. (Omelia da Santa Marta, 5 settembre 2014) Gesù ci ha detto: “Vi invierò lo Spirito Santo e lui vi condurrà fino alla piena verità”. Se tu hai il cuore chiuso alla novità dello Spirito, mai arriverai alla piena verità. E «la tua vita cristiana sarà una vita metà e metà, una vita rattoppata, rammendata di cose nuove, ma su una struttura che non è aperta alla voce del Signore: un cuore chiuso, perché non sei capace di cambiare gli otri. (…) Qual è la strada, Padre? Aprire il cuore allo Spirito Santo, discernere qual è la volontà di Dio. (…) Questo è il messaggio che oggi ci dà la Chiesa; quello che Gesù dice tanto forte: “Vino nuovo in otri nuovi!”. Alle novità dello Spirito, alle sorprese di Dio, anche le abitudini devono rinnovarsi. Che il Signore ci dia la grazia di un cuore aperto, di un cuore aperto alla voce dello Spirito, che sappia discernere quello che non deve cambiare più, perché fondamento, da quello che deve cambiare per poter ricevere la novità dello Spirito Santo. (Omelia Santa Marta, 18 gennaio 2016) Questo portare via la capacità di capire la rivelazione di Dio, di capire il cuore di Dio, di capire la salvezza di Dio - la chiave della conoscenza -, possiamo dire che è una grave dimenticanza. Si dimentica la gratuità della salvezza; si dimentica la vicinanza di Dio e si dimentica la misericordia di Dio. Per loro Dio è quello che ha fatto la legge. E questo non è il Dio della rivelazione. Il Dio della rivelazione è Dio che ha incominciato a camminare con noi da Abramo fino a Gesù Cristo, Dio che cammina con il suo popolo. E quando si perde questo rapporto vicino con il Signore, si cade in questa mentalità ottusa che crede nell’autosufficienza della salvezza con il compimento della legge. (Santa Marta, 19 ottobre 2017) La salvezza, il Signore la dà dentro un popolo, nell’appartenenza a un popolo. Quello è il digiuno che vuole il Signore! Digiuno che si preoccupa della vita del fratello, che non si vergogna – lo dice Isaia stesso – della carne del fratello. La nostra perfezione, la nostra santità va avanti con il nostro popolo, nel quale noi siamo eletti e inseriti. Il nostro atto di santità più grande è proprio nella carne del fratello e nella carne di Gesù Cristo. (...) È andare a dividere il pane con l’affamato, a curare gli ammalati, gli anziani, quelli che non possono darci niente in contraccambio: quello è non vergognarsi della carne! (…) Quando io do un’elemosina, guardo negli occhi di mio fratello, di mia sorella? Quando io so che una persona è ammalata, vado a trovarla? La saluto con tenerezza? C’è un segno che forse ci aiuterà, è una domanda: so carezzare gli ammalati, gli anziani, i bambini o ho perso il senso della carezza? Questi ipocriti non sapevano carezzare! Se ne erano dimenticati… Non vergognarsi della carne di nostro fratello: è la nostra carne! Come noi facciamo con questo fratello, con questa sorella, saremo giudicati. (Omelia da Santa Marta, 7 marzo 2014)
FAUSTI - “Lo Sposo è con loro” risponde Gesù : per questo i Suoi discepoli non digiunano. Nella Sua carne è indissolubilmente unita divinità e umanità, si celebrano le nozze tra l'uomo e Dio. Lo Sposo sarà tolto quando sarà elevato sulla croce e levato in cielo. La vita cristiana conosce una pienezza che però non è ancora compiuta. Le nozze già ci sono state : l'unione con Dio, già perfetta in Gesù, è l'anticipo di ciò che sarà per ciascuno di noi alla fine.Ora c'è un'assenza per giungere alla presenza, un digiuno non ancora sazio , un venerdì santo che introduce alla Pasqua. Il Suo essere con noi, per il momento, resta sotto il segno della croce: la Sua presenza è nei piccoli : negli affamati, negli assetati, nei forestieri, nudi, ammalati, carcerati, in tutte quelle situazioni di digiuno che la nostra storia conoscerà sino alla fine.Dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa i senza tetto, vestire il nudo, sciogliere le catene, spezzare ogni giogo : così incontriamo lo Sposo, che si è fatto l'ultimo di tutti. Gesù ha bevuto il vino acido della nostra morte, per darci alla fine il vino migliore (Gv 2,10), beve il nostro calice di morte, perché noi beviamo il Suo calice di vita. L'otre vecchio non può contenere il vino nuovo . Il cuore di pietra non può contenere lo Spirito d'Amore. “Vino giovane in otri nuovi” i discepoli di Gesù sono otri nuovi vivono nella gioia perché hanno questo vino nuovo . È una gioia che nessun digiuno può oscurare e nessuna potenza rapire, perché nulla ormai li può separare dall'amore che Dio ha per loro in Cristo. Lo Spirito fa l'uomo nuovo. L'uomo interiore si rinnova di giorno in giorno proprio con la rottura dell'uomo esteriore, dell'otre vecchio. Lo Spirito vivifica l'uomo nuovo e l'uomo nuovo è Tempio dello Spirito . Noi glorifichiamo Dio nel nostro corpo.
FAUSTI - “Lo Sposo è con loro” risponde Gesù : per questo i Suoi discepoli non digiunano. Nella Sua carne è indissolubilmente unita divinità e umanità, si celebrano le nozze tra l'uomo e Dio.
RispondiEliminaLo Sposo sarà tolto quando sarà elevato sulla croce e levato in cielo.
La vita cristiana conosce una pienezza che però non è ancora compiuta.
Le nozze già ci sono state : l'unione con Dio, già perfetta in Gesù, è l'anticipo di ciò che sarà per ciascuno di noi alla fine.Ora c'è un'assenza per giungere alla presenza, un digiuno non ancora sazio , un venerdì santo che introduce alla Pasqua. Il Suo essere con noi, per il momento, resta sotto il segno della croce: la Sua presenza è nei piccoli : negli affamati, negli assetati, nei forestieri, nudi, ammalati, carcerati, in tutte quelle situazioni di digiuno che la nostra storia conoscerà sino alla fine.Dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa i senza tetto, vestire il nudo, sciogliere le catene, spezzare ogni giogo : così incontriamo lo Sposo, che si è fatto l'ultimo di tutti.
Gesù ha bevuto il vino acido della nostra morte, per darci alla fine il vino migliore (Gv 2,10), beve il nostro calice di morte, perché noi beviamo il Suo calice di vita.
L'otre vecchio non può contenere il vino nuovo . Il cuore di pietra non può contenere lo Spirito d'Amore.
“Vino giovane in otri nuovi” i discepoli di Gesù sono otri nuovi vivono nella gioia perché hanno questo vino nuovo . È una gioia che nessun digiuno può oscurare e nessuna potenza rapire, perché nulla ormai li può separare dall'amore che Dio ha per loro in Cristo.
Lo Spirito fa l'uomo nuovo. L'uomo interiore si rinnova di giorno in giorno proprio con la rottura dell'uomo esteriore, dell'otre vecchio.
Lo Spirito vivifica l'uomo nuovo e l'uomo nuovo è Tempio dello Spirito .
Noi glorifichiamo Dio nel nostro corpo.
Antifona
EliminaIl Signore mi ha ascoltato, ha avuto pietà di me.
Il Signore è venuto in mio aiuto. (Cf. Sal 29,11)
Colletta
Accompagna con la tua benevolenza,
Padre misericordioso,
i primi passi del nostro cammino penitenziale,
perché all'osservanza esteriore
corrisponda un profondo rinnovamento dello spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
È forse questo il digiuno che bramo?
Dal libro del profeta Isaìa
Is 58,1-9a
Così dice il Signore:
«Grida a squarciagola, non avere riguardo;
alza la voce come il corno,
dichiara al mio popolo i suoi delitti,
alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
Mi cercano ogni giorno,
bramano di conoscere le mie vie,
come un popolo che pratichi la giustizia
e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio;
mi chiedono giudizi giusti,
bramano la vicinanza di Dio:
"Perché digiunare, se tu non lo vedi,
mortificarci, se tu non lo sai?".
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi
e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi,
così da fare udire in alto il vostro chiasso.
È forse come questo il digiuno che bramo,
il giorno in cui l'uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo,
usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno
e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato,
nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!"».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 50 (51)
R. Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto.
Oppure:
R. Tu gradisci, Signore, il cuore penitente.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.
Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto. R.
Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. R.
Acclamazione al Vangelo
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Cercate il bene e non il male, se volete vivere,
e il Signore sarà con voi. (Cf. Am 5,14)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Vangelo
Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,14-15
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
EliminaA vini nuovi, otri nuovi. La novità del Vangelo. Cosa ci porta il Vangelo? Gioia e novità. Questi dottori della legge erano rinchiusi nei loro comandamenti, nelle loro prescrizioni. San Paolo, parlando di loro, ci dice che prima che venisse la fede - cioè Gesù - noi tutti eravamo custoditi come prigionieri sotto la legge. Questa legge di questa gente non era cattiva: custoditi ma prigionieri, in attesa che venisse la fede. Quella fede che sarebbe stata rivelata, in Gesù stesso. (Omelia da Santa Marta, 5 settembre 2014)
Gesù ci ha detto: “Vi invierò lo Spirito Santo e lui vi condurrà fino alla piena verità”. Se tu hai il cuore chiuso alla novità dello Spirito, mai arriverai alla piena verità. E «la tua vita cristiana sarà una vita metà e metà, una vita rattoppata, rammendata di cose nuove, ma su una struttura che non è aperta alla voce del Signore: un cuore chiuso, perché non sei capace di cambiare gli otri. (…) Qual è la strada, Padre? Aprire il cuore allo Spirito Santo, discernere qual è la volontà di Dio. (…) Questo è il messaggio che oggi ci dà la Chiesa; quello che Gesù dice tanto forte: “Vino nuovo in otri nuovi!”. Alle novità dello Spirito, alle sorprese di Dio, anche le abitudini devono rinnovarsi. Che il Signore ci dia la grazia di un cuore aperto, di un cuore aperto alla voce dello Spirito, che sappia discernere quello che non deve cambiare più, perché fondamento, da quello che deve cambiare per poter ricevere la novità dello Spirito Santo. (Omelia Santa Marta, 18 gennaio 2016)
Questo portare via la capacità di capire la rivelazione di Dio, di capire il cuore di Dio, di capire la salvezza di Dio - la chiave della conoscenza -, possiamo dire che è una grave dimenticanza. Si dimentica la gratuità della salvezza; si dimentica la vicinanza di Dio e si dimentica la misericordia di Dio. Per loro Dio è quello che ha fatto la legge. E questo non è il Dio della rivelazione. Il Dio della rivelazione è Dio che ha incominciato a camminare con noi da Abramo fino a Gesù Cristo, Dio che cammina con il suo popolo. E quando si perde questo rapporto vicino con il Signore, si cade in questa mentalità ottusa che crede nell’autosufficienza della salvezza con il compimento della legge. (Santa Marta, 19 ottobre 2017)
La salvezza, il Signore la dà dentro un popolo, nell’appartenenza a un popolo.
Quello è il digiuno che vuole il Signore! Digiuno che si preoccupa della vita del fratello, che non si vergogna – lo dice Isaia stesso – della carne del fratello. La nostra perfezione, la nostra santità va avanti con il nostro popolo, nel quale noi siamo eletti e inseriti. Il nostro atto di santità più grande è proprio nella carne del fratello e nella carne di Gesù Cristo. (...) È andare a dividere il pane con l’affamato, a curare gli ammalati, gli anziani, quelli che non possono darci niente in contraccambio: quello è non vergognarsi della carne!
(…) Quando io do un’elemosina, guardo negli occhi di mio fratello, di mia sorella? Quando io so che una persona è ammalata, vado a trovarla? La saluto con tenerezza? C’è un segno che forse ci aiuterà, è una domanda: so carezzare gli ammalati, gli anziani, i bambini o ho perso il senso della carezza? Questi ipocriti non sapevano carezzare! Se ne erano dimenticati… Non vergognarsi della carne di nostro fratello: è la nostra carne! Come noi facciamo con questo fratello, con questa sorella, saremo giudicati. (Omelia da Santa Marta, 7 marzo 2014)
FAUSTI - “Lo Sposo è con loro” risponde Gesù : per questo i Suoi discepoli non digiunano. Nella Sua carne è indissolubilmente unita divinità e umanità, si celebrano le nozze tra l'uomo e Dio.
RispondiEliminaLo Sposo sarà tolto quando sarà elevato sulla croce e levato in cielo.
La vita cristiana conosce una pienezza che però non è ancora compiuta.
Le nozze già ci sono state : l'unione con Dio, già perfetta in Gesù, è l'anticipo di ciò che sarà per ciascuno di noi alla fine.Ora c'è un'assenza per giungere alla presenza, un digiuno non ancora sazio , un venerdì santo che introduce alla Pasqua. Il Suo essere con noi, per il momento, resta sotto il segno della croce: la Sua presenza è nei piccoli : negli affamati, negli assetati, nei forestieri, nudi, ammalati, carcerati, in tutte quelle situazioni di digiuno che la nostra storia conoscerà sino alla fine.Dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa i senza tetto, vestire il nudo, sciogliere le catene, spezzare ogni giogo : così incontriamo lo Sposo, che si è fatto l'ultimo di tutti.
Gesù ha bevuto il vino acido della nostra morte, per darci alla fine il vino migliore (Gv 2,10), beve il nostro calice di morte, perché noi beviamo il Suo calice di vita.
L'otre vecchio non può contenere il vino nuovo . Il cuore di pietra non può contenere lo Spirito d'Amore.
“Vino giovane in otri nuovi” i discepoli di Gesù sono otri nuovi vivono nella gioia perché hanno questo vino nuovo . È una gioia che nessun digiuno può oscurare e nessuna potenza rapire, perché nulla ormai li può separare dall'amore che Dio ha per loro in Cristo.
Lo Spirito fa l'uomo nuovo. L'uomo interiore si rinnova di giorno in giorno proprio con la rottura dell'uomo esteriore, dell'otre vecchio.
Lo Spirito vivifica l'uomo nuovo e l'uomo nuovo è Tempio dello Spirito .
Noi glorifichiamo Dio nel nostro corpo.