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martedì 17 ottobre 2017

"COMO HAS CREÍDO" Mt 8, 11-13


4 commenti:

  1. Ascoltate, genti, la parola del Signore,
    annunciatela alle isole più lontane:
    Coraggio, non temete!
    Ecco, giunge il vostro Dio. (Cf. Ger 31,10; Is 35,4)



    Il tuo aiuto, o Padre,
    ci renda perseveranti nel bene
    in attesa di Cristo tuo Figlio;
    quando egli verrà e busserà alla porta,
    ci trovi vigilanti nella preghiera,
    operosi nella carità fraterna
    ed esultanti nella lode.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.


    Prima Lettura
    Ci sarà gioia per gli scampati di Israele.
    Dal libro del profeta Isaìa
    Is 4,2-6

    In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per i superstiti d’Israele. Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo: quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme.
    Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato, con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio, allora creerà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutti i luoghi delle sue assemblee una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione, come una tenda sarà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro la bufera e contro la pioggia.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 121 (122)
    R. Andiamo con gioia incontro al Signore.
    Quale gioia, quando mi dissero:
    «Andremo alla casa del Signore!».
    Già sono fermi i nostri piedi
    alle tue porte, Gerusalemme! R.

    Gerusalemme è costruita
    come città unita e compatta.
    È là che salgono le tribù,
    le tribù del Signore. R.

    Chiedete pace per Gerusalemme:
    vivano sicuri quelli che ti amano;
    sia pace nelle tue mura,
    sicurezza nei tuoi palazzi. R.

    Per i miei fratelli e i miei amici
    io dirò: «Su te sia pace!».
    Per la casa del Signore nostro Dio,
    chiederò per te il bene. R.


    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.
    Signore, nostro Dio, vieni a liberarci:
    fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. (Cf. Sal 79 (80),4)
    Alleluia.

    Vangelo
    Molti dall'oriente e dall'occidente verranno nel regno dei cieli.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 8,5-11

    In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
    Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
    Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

    Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Sempre il Signore va oltre, va prima. Noi facciamo un passo e lui ne fa dieci. Sempre. L’abbondanza della sua grazia, del suo amore, della sua tenerezza che non si stanca di cercarci. Anche, alle volte, con cose piccole: noi pensiamo che incontrare il Signore sia una cosa magnifica, come Naaman il Siro, che era lebbroso; eh no, è semplice! Anche lui ha avuto una sorpresa grande del modo di agire di Dio. Il nostro è il Dio delle sorprese, il Dio che ci sta cercando, ci sta aspettando, e soltanto chiede da noi il piccolo passo della buona volontà. (Santa Marta, 28 novembre 2016)
    Forse il riconoscimento più commovente della povertà della nostra preghiera è fiorito sulle labbra di quel centurione romano che un giorno supplicò Gesù di guarire il suo servo malato (cfr. Mt 8,5-13). Egli si sentiva del tutto inadeguato: non era ebreo, era ufficiale dell’odiato esercito di occupazione. Ma la preoccupazione per il servo lo fa osare, e dice: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito» (v. 8). È la frase che anche noi ripetiamo in ogni liturgia eucaristica. Dialogare con Dio è una grazia: noi non ne siamo degni, non abbiamo alcun diritto da accampare, noi “zoppichiamo” con ogni parola e ogni pensiero… Però Gesù è la porta che ci apre a questo dialogo con Dio. (Udienza generale, 3 marzo 2021)

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  3. S. FAUSTI - “Molti dall'oriente e dall'occidente verranno e si sederanno a mensa con Abramo”
    Il Regno dei cieli è quello del Padre. Vi entrano solo figli, quanti, come Abramo, hanno fiducia nella Sua Parola. La fede estende a tutte le famiglie della terra la benedizione promessa al patriarca.
    La fiducia nel Padre ci salva perchè ci rende figli.
    “I figli del regno saranno gettati nelle tenebre.. lì sarà pianto...” Sono quelli dei quali Gesù dice : “Mai vi conobbi”, perchè dicono : “Signore, Signore!” ma non fanno la Sua Volontà.
    Chi non crede nell'amore del padre/madre , non è ancora venuto alla luce come figlio. E' ancora nelle tenebre esteriori, fuori di sé e della propria verità.
    In questa tenebra vi è pianto invece che gioia, stridore di denti invece che sorriso : tristezza e rabbia di una vita fallita. Meglio non essere nati che vivere male!
    “Come hai creduto, avvenga a te!” Maria disse : “Avvenga a me secondo la Tua Parola!” (Lc 1,38).
    Al centurione, come Lei, prototipo del credente, il Signore può dire altrettanto : avvenga secondo la tua parola. La volontà del Signore e del credente diventano una sola per la fede.
    La creatura entra liberamente in dialogo col Suo Creatore, nell'unica parola e nell'unico amore.
    Nella storia tutto avviene secondo la fede del credente nella Parola.
    La fede è l'”ora” in cui si passa dalle tenebre alla luce , è la guarigione del centurione stesso, che da schiavo diventa figlio.

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