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lunedì 9 ottobre 2017

"LA VOLUNTAD DE MI PADRE" Mt 7, 21-23






4 commenti:

  1. S. FAUSTI - “Chiunque ascolta queste mie Parole e le fa” dice Gesù, compie la Volontà del Padre mio : edifica qui in terra la sua dimora eterna, costruita su quella stabile roccia che è Dio stesso.
    Chi invece le ascolta e non le fa – Matteo si rivolge ai credenti che ascoltano e non sempre fanno – per quanto facciano cose buone non fa la volontà di Dio . Costruisce sulla sabbia del proprio io la rovina di se stesso. Si conclude il disorso sull monte dichiarando la sua importanza per il destino dell'uomo. Il “giudizio” sulla nostra vita di credenti è lasciato non all'arbitrio di Dio, ma alla nostra libertà di fare o meno la Sua Parola .
    Matteo si trova davanti una comunità carismatica , ricca di fede e di entusiasmo: adora il Signore, nel Suo Nome fa profezie, miracoli ed esorcismi. Ma questo non basta. Infatti, senza l'amore, tutto è nulla (1 Cor 13)E l'amore è, innanzittutto, fare ciò che piace all'amato.
    La comunità di Matteo, piena di doni, anche straordinari, rischia di trascirare il quotidiano “fare la
    Volontà del Padre” amandone servendo i fratelli nelle piccole cose di ogni giorno.
    Nel primo quadro Gesù dice che si possono compiere opere religiose – celebrare la liturgia, fare profezie, esorcismi e miracoli – senza il cuore del Figlio.
    Si può agire nel nome del Signore , ma ancora per amore del proprio io, senza l'Amore del Padre e dei fratelli. In “quel giorno” ciascuno mieterà ciò che ha seminato (Gal 6,7) .
    Se avrà seminato amore, sarà riconosciuto, altrimenti sarà bollato come “operatore di iniquità”, che non ha agito secondo la legge dell'amore.

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    "ESTAS PALABRAS" Mt 7, 24-27

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    1. Antifona
      Tu sei vicino, o Signore, e tutte le tue vie sono verità;
      fin dal principio, dalle tue testimonianze
      ho conosciuto che in eterno tu sei. (Cf. Sal 118,151-152)

      Colletta
      Risveglia la tua potenza, o Signore,
      e con grande forza vieni in nostro soccorso,
      perché la tua grazia vinca le resistenze dei nostri peccati
      e affretti il momento della salvezza.
      Per il nostro Signore Gesù Cristo.

      Prima Lettura
      Entri una nazione giusta che si mantiene fedele.
      Dal libro del profeta Isaìa
      Is 26,1-6

      In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda:
      «Abbiamo una città forte;
      mura e bastioni egli ha posto a salvezza.
      Aprite le porte:
      entri una nazione giusta,
      che si mantiene fedele.
      La sua volontà è salda;
      tu le assicurerai la pace,
      pace perché in te confida.
      Confidate nel Signore sempre,
      perché il Signore è una roccia eterna,
      perché egli ha abbattuto
      coloro che abitavano in alto,
      ha rovesciato la città eccelsa,
      l'ha rovesciata fino a terra,
      l'ha rasa al suolo.
      I piedi la calpestano:
      sono i piedi degli oppressi,
      i passi dei poveri».

      Parola di Dio.


      Salmo Responsoriale
      Dal Sal 117 (118)

      R. Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

      Rendete grazie al Signore perché è buono,
      perché il suo amore è per sempre.
      È meglio rifugiarsi nel Signore
      che confidare nell'uomo.
      È meglio rifugiarsi nel Signore
      che confidare nei potenti. R.

      Apritemi le porte della giustizia:
      vi entrerò per ringraziare il Signore.
      È questa la porta del Signore:
      per essa entrano i giusti.
      Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
      perché sei stato la mia salvezza. R.

      Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza!
      Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria!
      Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
      Vi benediciamo dalla casa del Signore.
      Il Signore è Dio, egli ci illumina. R.


      Acclamazione al Vangelo
      Alleluia, alleluia.

      Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
      invocatelo, mentre è vicino. (Is 55,6)

      Alleluia.

      Vangelo
      Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.
      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 7,21.24-27

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
      «Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
      Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
      Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

      Parola del Signore.

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  2. Le Parole dei Papi
    Nella società attuale viviamo una situazione per certi versi precaria, caratterizzata dalla insicurezza e dalla frammentarietà delle scelte. Mancano spesso validi punti di riferimento a cui ispirare la propria esistenza. Diventa, pertanto, sempre più importante costruire l’edificio della vita e il complesso delle relazioni sociali sulla roccia stabile della Parola di Dio, lasciandosi guidare dal Magistero della Chiesa. Si comprende sempre più il valore determinante dell’affermazione di Gesù, che dice: «Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia» (Mt 7, 24-25). Il Signore è con noi, agisce con la forza del suo Spirito. (Benedetto XVI – Incontro Rinnovamento nello Spirito, 26 maggio 2012)
    E anche la vita nostra può essere così, quando le mie fondamenta non sono forti. Viene la tempesta – e tutti noi abbiamo tempeste nella vita, tutti, dal Papa all’ultimo, tutti – e non siamo capaci di resistere. E tanti dicono: “No, io cambierò vita” e pensano che cambiare vita sia truccarsi. Cambiare vita è andare a cambiare i fondamenti della vita, cioè mettere la roccia che è Gesù. (P. Francesco S. Marta, 5 dicembre 2019)
    E’ una parola forte, non c’è dubbio, che ha lo scopo di scuoterci e chiamarci alla conversione. Vi assicuro che se sarete capaci di camminare sempre più decisamente sulla via delle Beatitudini, imparando e insegnando a perdonarvi reciprocamente, in tutta la grande famiglia della Chiesa crescerà la capacità di rendere testimonianza alla forza rinnovatrice del perdono di Dio. Diversamente, faremo prediche anche bellissime, e magari scacceremo anche qualche diavolo, ma alla fine il Signore non ci riconoscerà come i suoi discepoli, perché non abbiamo avuto la capacità di perdonare e di farci perdonare dagli altri!” (P. Francesco Ud. Generale 4 novembre 2015)

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    1. Le Parole dei Papi
      Gesù è la Parola vivente di Dio. Quando insegnava, la gente riconosceva nelle sue parole la stessa autorità divina, sentiva la vicinanza del Signore, il suo amore misericordioso, e rendeva lode a Dio. In ogni epoca e in ogni luogo, chi ha la grazia di conoscere Gesù, specialmente attraverso la lettura del santo Vangelo, ne rimane affascinato, riconoscendo che nella sua predicazione, nei suoi gesti, nella sua Persona Egli ci rivela il vero volto di Dio, e al tempo stesso rivela noi a noi stessi, ci fa sentire la gioia di essere figli del Padre che è nei cieli, indicandoci la base solida su cui edificare la nostra vita. Ma spesso l’uomo non costruisce il suo agire, la sua esistenza, su questa identità, e preferisce le sabbie delle ideologie, del potere, del successo e del denaro, pensando di trovarvi stabilità e la risposta alla insopprimibile domanda di felicità e di pienezza che porta nella propria anima. E noi, su che cosa vogliamo costruire la nostra vita? Chi può rispondere veramente all’inquietudine del nostro cuore? Cristo è la roccia della nostra vita! Egli è la Parola eterna e definitiva che non fa temere ogni sorta di avversità, ogni difficoltà, ogni disagio (cfr Verbum Domini, 10). (Papa Benedetto XVI - Angelus, 6 marzo 2011)

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