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mercoledì 4 ottobre 2017

"VUESTRO PADRE" MT 7, 8-12



3 commenti:

  1. Antifona
    Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole:
    intendi il mio lamento.
    Sii attento alla voce del mio grido, mio re e mio Dio. (Sal 5,2-3)

    Colletta
    Ispiraci, o Padre, pensieri e propositi santi
    e donaci la forza di attuarli prontamente,
    e poiché non possiamo esistere senza di te,
    fa’ che viviamo secondo il tuo volere.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Non ho altro soccorso fuori di te, o Signore.
    Dal libro di Ester
    Est 4,17n.p-r.aa-bb.gg-hh (NV) [gr. 4,17ka.ke.l.s]

    In quei giorni, la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un'angoscia mortale. Si prostrò a terra con le sue ancelle da mattina a sera e disse: «Tu sei benedetto, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all'infuori di te, o Signore, perché un grande pericolo mi sovrasta.
    Io ho sentito dai libri dei miei antenati, Signore, che tu liberi fino all'ultimo tutti coloro che compiono la tua volontà. Ora, Signore, mio Dio, aiuta me che sono sola e non ho nessuno all'infuori di te.
    Vieni in soccorso a me, che sono orfana, e poni sulle mie labbra una parola opportuna davanti al leone, e rendimi gradita a lui. Volgi il suo cuore all'odio contro chi ci combatte, a rovina sua e di quanti sono d'accordo con lui. Quanto a noi, liberaci dalla mano dei nostri nemici, volgi il nostro lutto in gioia e le nostre sofferenze in salvezza».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 137 (138)

    R. Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto.

    Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
    hai ascoltato le parole della mia bocca.
    Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
    mi prostro verso il tuo tempio santo. R.

    Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
    hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
    Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
    hai accresciuto in me la forza. R.

    La tua destra mi salva.
    Il Signore farà tutto per me.
    Signore, il tuo amore è per sempre:
    non abbandonare l’opera delle tue mani. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

    Crea in me, o Dio un cuore puro;
    rendimi la gioia della tua salvezza. (Sal 50 (51), 12a.14a)

    Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

    Vangelo
    Chiunque chiede, riceve.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 7,7-12

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
    Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
    Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».

    Parola del Signore.

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE

      “La preghiera è un lavoro: un lavoro che ci chiede volontà, ci chiede costanza, ci chiede di essere determinati, senza vergogna. Perché? Perché io sto bussando alla porta del mio amico. Dio è amico, e con un amico io posso fare questo. Una preghiera costante, invadente. Pensiamo a Santa Monica per esempio, quanti anni ha pregato così, anche con le lacrime, per la conversione del suo figlio. Il Signore alla fine ha aperto la porta”. (S. Marta 11 ottobre 2018)
      Gesù non vuole illuderci, dicendo: “Sì, state tranquilli, la cosa è facile, c’è una bella autostrada e in fondo un grande portone…”. Non ci dice questo: ci parla della porta stretta. Ci dice le cose come stanno: il passaggio è stretto. In che senso? Nel senso che per salvarsi bisogna amare Dio e il prossimo, e questo non è comodo! È una “porta stretta” perché è esigente, l’amore è esigente sempre, richiede impegno, anzi, “sforzo”, cioè una volontà decisa e perseverante di vivere secondo il Vangelo. San Paolo lo chiama «il buon combattimento della fede». Ci vuole lo sforzo di tutti i giorni, di tutto il giorno per amare Dio e il prossimo. (Angelus, 25 agosto 2019)

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  2. FAUSTI - “Chiedete” con la certezza di ottenere, dice Gesù, e vi sarà sicuramente dato.
    Questa esortazione sulla preghiera è incastonata tra il “non giudicare” e “la regola d'oro” sull'amore.
    Il contesto mostra la cosa da chiedere , che Dio certamente dà : la capacità di non giudicare e amare l'altro.Si chiede ciò che non si può avere se non come dono dell'altro. Infatti chiediamo l'Altro stesso che si dona : l'uomo è richiesta di Dio e Dio è dono per l'uomo.
    Si cerca ciò che è nascosto. L'impressione nella preghiera è che Dio sia nascosto.
    Ma è ovunque, perchè è l'essere di ogni cosa.
    Chi lo cerca in tutte le cose, trova Lui, che è tutto in tutti.
    “Bussate e vi sarà aperto” Si bussa a una porta chiusa.
    Dietro c'è la sala del banchetto , nella quale si entra “ora” con la preghiera e il perdono.
    “Dopo” è inutile bussare, resta chiusa.
    Questa porta è quella della dispensa, la profondità del nostro cuore, dove Lui sta e da dove noi siamo fuori, ricacciati dalle nostre paure.
    Il nostro bisogno si fa domanda, il nostro smarrimento ricerca, il muro del nostro oblio cade al persistente ricordo di Lui.
    La preghiera è un chiedere per vincere la sfiducia, un cercare per trovare quanto il peccato ci ha nascosto, un bussare per superare ciò che ci separa dalla vita
    La preghiera è infallibile se chiediamo ciò che è conforma alla volontà di Dio, con una fiducia che tutto desidera e nulla ritiene impossibile , con una umiltà che nulla pretende e tutto attende. La preghiera è essenzialmente “chiedere, cercare e bussare”.
    Non è un importunare Dio per estorcergli ciò che vogliamo.
    E' invece l'atteggiamento del figlio : sa che il Padre dà e sa cosa vuol dargli , e questo lui stesso vuole e chiede.
    Chiediamo non per forzare la Sua mano, ma per aprire la nostra al dono, sempre a disposizione di chi lo desidera.
    Il mio chiedere, com'è l'unica misura del mio dare, è l'unica misura del mio ricevere la mia stessa realtà.
    Per questo è importante chiedere e desiderare : nella misura del mio desiderio, io sono me stesso, dono di “Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto possiamo domandare o pensare” (Ef 3,20).
    “Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare doni buoni ai vostri figli” Non Lui, ma noi siamo cattivi! . Eppure nei confronti dei nostri figli brilla in noi un raggio indeebile della bontà del Padre . Desideriamo dar loro con gratuità ciò di cui hanno bisogno.
    “Quanto più il Padre Vostro che è nei cieli darà cose buone” A maggior ragione Dio, che è perfetto nella Sua maternità/paternità , darà cose buone ai Suoi figli.
    Queste “cose buone” sono da Luca sostituite con “Spirito Santo” (Lc 11,13), la Cosa Buona per eccellenza, la Vita stessa di Dio, il Suo Amore. Dio non vuole e non può donarci meno di Se stesso.
    La preghiera dunque ci trasforma in figli : è il nostro sì che accoglie ciò che la Parola promette.
    Solo alla luce della preghiera che ci dà il cuore nuovo, si può comprendere il discorso della montagna.
    Non è una legge nuova, ancora più esigente dell'antica. E' invece il Vangelo, la Buona notizia di ciò che Dio ci vuole dare, perché noi lo possiamo desiderare e ottenere.
    Tra il dire e il fare c'è di mezzo il pregare, che è il mare senza fine del desiderare.
    Questo realizza in noi ogni Sua promessa.

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