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giovedì 26 ottobre 2017

"UN HOMBRE LLAMADO MATEO" Mt 9, 9-12


6 commenti:

  1. Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
    e io vi darò ristoro, dice il Signore. (Mt 11,28)

    Alleluia.

    Vangelo
    Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 9,9-13

    In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
    Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
    Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: "Misericordia io voglio e non sacrifici". Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

    Parola del Signore.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Abbiamo ascoltato il Vangelo della chiamata di Matteo. Matteo era un “pubblicano”, cioè un esattore delle imposte per conto dell’impero romano, e per questo considerato pubblico peccatore. Ma Gesù lo chiama a seguirlo e a diventare suo discepolo. Matteo accetta, e lo invita a cena a casa sua insieme con i discepoli. Allora sorge una discussione tra i farisei e i discepoli di Gesù per il fatto che questi condividono la mensa con i pubblicani e i peccatori. “Ma tu non puoi andare a casa di questa gente!”, dicevano loro. Gesù, infatti, non li allontana, anzi frequenta le loro case e siede accanto a loro; questo significa che anche loro possono diventare suoi discepoli. Ed è altrettanto vero che essere cristiani non ci rende impeccabili. Come il pubblicano Matteo, ognuno di noi si affida alla grazia del Signore nonostante i propri peccati. Tutti siamo peccatori, tutti abbiamo peccati. Chiamando Matteo, Gesù mostra ai peccatori che non guarda al loro passato, alla condizione sociale, alle convenzioni esteriori, ma piuttosto apre loro un futuro nuovo. Una volta ho sentito un detto bello: “Non c’è santo senza passato e non c’è peccatore senza futuro”. Questo è quello che fa Gesù. (Udienza Generale, 13 aprile 2016)
    È la prima condizione per essere salvato: sentirsi in pericolo; la prima condizione per essere guarito: sentirsi ammalato. E sentirsi peccatore, è la prima condizione per ricevere questo sguardo di misericordia. Ma pensiamo alla sguardo di Gesù, tanto bello, tanto buono, tanto misericordioso. E anche noi quando preghiamo sentiamo questo sguardo su di noi; è lo sguardo dell’amore, lo sguardo della misericordia, lo sguardo che ci salva. Non aver paura. (Santa Marta, 21 settembre 2017)
    continua ---->"A LOS PECADORES" Mt 9,13

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    Risposte

    1. 5 - 7 - 2024
      Antifona

      Popoli tutti, battete le mani!
      Acclamate Dio con grida di gioia. (Sal 46,2)

      Colletta

      O Dio, che ci hai reso figli della luce
      con il tuo Spirito di adozione,
      fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore,
      ma restiamo sempre luminosi
      nello splendore della verità.
      Per il nostro Signore Gesù Cristo.
      Prima Lettura
      Manderò la fame nel paese; non fame di pane ma di ascoltare le parole del Signore.

      Dal libro del profeta Amos
      Am 8,4-6.9-12

      «Ascoltate questo,
      voi che calpestate il povero
      e sterminate gli umili del paese,
      voi che dite: "Quando sarà passato il novilunio
      e si potrà vendere il grano?
      E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
      diminuendo l'efa e aumentando il siclo
      e usando bilance false,
      per comprare con denaro gli indigenti
      e il povero per un paio di sandali?
      Venderemo anche lo scarto del grano"».
      «In quel giorno
      - oracolo del Signore Dio -
      farò tramontare il sole a mezzogiorno
      e oscurerò la terra in pieno giorno!
      Cambierò le vostre feste in lutto
      e tutti i vostri canti in lamento:
      farò vestire ad ogni fianco il sacco,
      farò radere tutte le teste:
      ne farò come un lutto per un figlio unico
      e la sua fine sarà come un giorno d'amarezza.
      Ecco, verranno giorni
      - oracolo del Signore Dio -
      in cui manderò la fame nel paese;
      non fame di pane né sete di acqua,
      ma di ascoltare le parole del Signore».
      Allora andranno errando da un mare all'altro
      e vagheranno da settentrione a oriente,
      per cercare la parola del Signore,
      ma non la troveranno.

      Parola di Dio.

      Salmo Responsoriale

      Dal Sal 118 (119)

      R. Non di solo pane vivrà l'uomo,
      ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

      Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
      e lo cerca con tutto il cuore.
      Con tutto il mio cuore ti cerco:
      non lasciarmi deviare dai tuoi comandi. R.

      Io mi consumo nel desiderio
      dei tuoi giudizi in ogni momento.
      Ho scelto la via della fedeltà,
      mi sono proposto i tuoi giudizi. R.

      Ecco, desidero i tuoi precetti:
      fammi vivere nella tua giustizia.
      Apro anelante la mia bocca,
      perché ho sete dei tuoi comandi. R.

      Acclamazione al Vangelo

      Alleluia, alleluia.

      Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
      e io vi darò ristoro, dice il Signore. (Mt 11,28)

      Alleluia.

      Vangelo
      Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.

      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 9,9-13

      In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
      Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
      Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: "Misericordia io voglio e non sacrifici". Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

      Parola del Signore.

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    2. FAUSTI - “Non venni a chiamare i giusti, ma i peccatori!” Il paralitico che cammina è segno del grande miracolo : il peccatore è chiamato a seguire Gesù. Rimesso in piedi dal perdono , può entrare in casa sua e accogliere chi lo ha accolto, insieme a tanti fratelli, come lui bisognosi di perdono e di accoglienza. Dio non è legge, ma amore; non è sanzione e punizione, ma perdono e medicina.
      La nostra miseria è il nostro titolo ad accogliere Lui, Misericordia senza limiti.
      Il peccato non esclude dal regno. Rappresenta anzi un privilegio in due sensi :
      Dio ama di più il peccatore, perché ha più bisogno, e anche il peccatore Lo amerà di più,
      perchè ha ricevuto maggior amore.
      Il malato, più è grave, più ha diritto del medico e maggiori sono i doveri di questi nei suoi confronti.
      Inoltre il suo peccato non gli impedisce l'esperienza di Dio, anzi, proprio in esso Lo chiama per il Suo vero nome che è Gesù, Dio-salva.
      Gesù chiama tutti, ed è commensale con i peccatori non solo convertiti, come Matteo, ma anche con gli altri. Anche Matteo non fu chiamato perché convertito, ma si convertì perché chiamato.
      Lui è il nostro medico proprio con il Suo essere con noi peccatori : la Sua vicinanza è la medicina.
      La Chiesa non è fatta di giusti, ma di peccatori perdonati, sempre bisognosi di ricevere e dare perdono. I cristiani non vivono della propria giustizia, ma della “Sua grazia” : graziati dal Signore, usano grazia gli uni verso gli altri.

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    3. I malati han bisogno del medico, tutti han bisogno della Parola del Signore , nostra Vita e nostra Speranza , nostro Aiuto e nostra Consolazione!!! Dal Cuore di Gesù la Fonte della Salvezza!!!

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  2. Antifona
    Andate e predicate il Vangelo a tutte le genti,
    battezzatele e insegnate loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. (Cf. Mt 28,19-20)

    Si dice il Gloria.

    Colletta
    O Dio, che con ineffabile misericordia hai scelto san Matteo
    e da pubblicano lo hai costituito apostolo,
    sostienici con il suo esempio e la sua intercessione perché,
    seguendo te, possiamo aderire fermamente alla tua parola.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Cristo ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere evangelisti.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
    Ef 4,1-7.11-13

    Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
    Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
    A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 18 (19)
    R. Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
    I cieli narrano la gloria di Dio,
    l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
    Il giorno al giorno ne affida il racconto
    e la notte alla notte ne trasmette notizia. R.

    Senza linguaggio, senza parole,
    senza che si oda la loro voce,
    per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
    e ai confini del mondo il loro messaggio. R.


    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore;
    ti acclama il coro degli apostoli.

    Alleluia.

    Vangelo
    Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 9.9-13

    In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
    Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
    Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

    Parola del Signore.

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  3. FAUSTI - “Non venni a chiamare i giusti, ma i peccatori!” Il paralitico che cammina è segno del grande miracolo : il peccatore è chiamato a seguire Gesù. Rimesso in piedi dal perdono , può entrare in casa sua e accogliere chi lo ha accolto, insieme a tanti fratelli, come lui bisognosi di perdono e di accoglienza. Dio non è legge, ma amore; non è sanzione e punizione, ma perdono e medicina.
    La nostra miseria è il nostro titolo ad accogliere Lui, Misericordia senza limiti.
    Il peccato non esclude dal regno. Rappresenta anzi un privilegio in due sensi :
    Dio ama di più il peccatore, perché ha più bisogno, e anche il peccatore Lo amerà di più,
    perchè ha ricevuto maggior amore.
    Il malato, più è grave, più ha diritto del medico e maggiori sono i doveri di questi nei suoi confronti.
    Inoltre il suo peccato non gli impedisce l'esperienza di Dio, anzi, proprio in esso Lo chiama per il Suo vero nome che è Gesù, Dio-salva.
    Gesù chiama tutti, ed è commensale con i peccatori non solo convertiti, come Matteo, ma anche con gli altri. Anche Matteo non fu chiamato perché convertito, ma si convertì perché chiamato.
    Lui è il nostro medico proprio con il Suo essere con noi peccatori : la Sua vicinanza è la medicina.
    La Chiesa non è fatta di giusti, ma di peccatori perdonati, sempre bisognosi di ricevere e dare perdono. I cristiani non vivono della propria giustizia, ma della “Sua grazia” : graziati dal Signore, usano grazia gli uni verso gli altri.

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