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giovedì 19 ottobre 2017

"LAS ZORRAS...LAS AVES..." Mt 8, 18-22




5 commenti:

  1. Da D. ANDREA FONTANA “NE' TANE NE' NIDI” Progetti Biblici di Vita
    A coloro che chiedono di seguirlo, Gesù dice “le volpi hanno e loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”. Per essere discepoli di Gesù non possiamo crearci né tane per nasconderci e sottrarci alla Parola che convoca e invia, né nidi nei quali rifugiarci con la scusa di gustare ciò che già possediamo. In tutte le vocazioni bibliche c'è questa legge di lasciare la casa sicura, il patrimonio accumulato, le abitudini consolidate, i comportamenti che tutti approvano per andare verso la novità di Dio, per aprirsi al futuro che Egli mostrerà : Noè, Abramo, Mosè, Geremia, Giona, Maria - il grembo terrestre di Dio – i Dodici... son tutte persone strappate all'ordinario della vita per realizzare in sé l'imprevedibile disegno di Dio.
    ...L'atto della creazione è un dono gratuito,una vocazione divina, un inizio per diventare uomini : ma è dentro di noi la creazione, in quell'immagine nascosta che rende l'uomo con la donna simili a Dio... suoi parenti... qualche DNA di cui non siamo responsabili noi, ma unicamente il Padre che, per un atto d'Amore, ci ha chiamati. Cioè come se Dio,pienezza d'Amore, tracimasse in continuazione al di fuori di Sé per dar vita a tanti, minuscoli pulviscoli d'amore, sparpagliati nell'universo...Ma il compito è ancora tutto davanti a noi, davanti a una umanità in cammino, lontano ancora dagli standards creativi di Dio...
    .Ci vorrà forse tutta la vita per imparare a diventare uomini e donne, e nello stesso tempo a scoprire l'immagine di Dio dentro di noi, dentro ogni carne umana, a qualunque razza appartenga, a qualunque religione aderisca... Immagini dell'Amore stesso che è Dio, di cui siamo frammento e tracimazione.....
    Che cerca finchè trova e adora Dio, amante della vita.
    E imparerà a ricostruire in sé e negli altri l'immagine perduta, riconoscendo in ciò che cercava
    il Cristo Signore. La vita finirà in un atto di adorazione, quando sarà il momento, anche se noi non sappiamo quando....quando la Missione finirà e “ogni ginocchio si piegherà ed ogni lingua proclamerà “ che Gesù Cristo è il Signore.
    Il principio coinciderà con il fine : vocazione adempiuta, missione portata a termine, immagine perfetta di Cristo rigenerata!

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  2. Prima Lettura
    Davvero sterminerai il giusto con l’empio?
    Dal libro della Gènesi
    Gn 18,16-33

    Quegli uomini [ospiti di Abramo] si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma dall’alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli.
    Il Signore diceva: «Devo io tenere nascosto ad Abramo quello che sto per fare, mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? Infatti io l’ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui a osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore compia per Abramo quanto gli ha promesso».
    Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!».
    Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore.
    Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo».
    Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque».
    Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta».
    Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta».
    Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti».
    Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».
    Come ebbe finito di parlare con Abramo, il Signore se ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 102 (103)

    R. Misericordioso e pietoso è il Signore.
    Oppure:
    R. È grande, Signore, la tua misericordia.

    Benedici il Signore, anima mia,
    quanto è in me benedica il suo santo nome.
    Benedici il Signore, anima mia,
    non dimenticare tutti i suoi benefici. R.

    Egli perdona tutte le tue colpe,
    guarisce tutte le tue infermità,
    salva dalla fossa la tua vita,
    ti circonda di bontà e misericordia. R.

    Misericordioso e pietoso è il Signore,
    lento all’ira e grande nell’amore.
    Non è in lite per sempre,
    non rimane adirato in eterno. R.

    Non ci tratta secondo i nostri peccati
    e non ci ripaga secondo le nostre colpe.
    Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
    così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Oggi non indurite il vostro cuore,
    ma ascoltate la voce del Signore. (Cf. Sal 94 (95),8ab)

    Alleluia.

    Vangelo
    Seguimi.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 8,18-22

    In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
    Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
    E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

    Parola del Signore.

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    1. Le Parole dei Papi
      L’evangelista Luca ci presenta Gesù che, mentre cammina per la strada, diretto a Gerusalemme, incontra alcuni uomini, probabilmente giovani, i quali promettono di seguirlo dovunque vada. Con costoro Egli si mostra molto esigente, avvertendoli che “il Figlio dell’uomo – cioè Lui, il Messia – non ha dove posare il capo”, vale a dire non ha una propria dimora stabile, e che chi sceglie di lavorare con Lui nel campo di Dio non può più tirarsi indietro (cfr Lc 9,57-58.61-62). Ad un altro invece Cristo stesso dice: “Seguimi”, chiedendogli un taglio netto dei legami familiari (cfr Lc 9,59-60). Queste esigenze possono apparire troppo dure, ma in realtà esprimono la novità e la priorità assoluta del Regno di Dio che si fa presente nella Persona stessa di Gesù Cristo. In ultima analisi, si tratta di quella radicalità che è dovuta all’Amore di Dio, al quale Gesù stesso per primo obbedisce. Chi rinuncia a tutto, persino a se stesso, per seguire Gesù, entra in una nuova dimensione della libertà, che san Paolo definisce “camminare secondo lo Spirito” (cfr Gal 5,16). “Cristo ci ha liberati per la libertà!” – scrive l’Apostolo – e spiega che questa nuova forma di libertà acquistataci da Cristo consiste nell’essere “a servizio gli uni degli altri” (Gal 5,1.13). Libertà e amore coincidono! Al contrario, obbedire al proprio egoismo conduce a rivalità e conflitti. (Benedetto XVI - Angelus, domenica, 27 giugno 2010)

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    2. _. «Le volpi – ha detto Lui, Gesù – le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Mt 8,20). Gesù non ha casa perché la sua casa è la gente, siamo noi, la sua missione è aprire a tutti le porte di Dio, essere la presenza di amore di Dio. Gesù si è consegnato volontariamente alla morte per corrispondere all’amore di Dio Padre, in perfetta unione con la sua volontà, per dimostrare il suo amore per noi. Sulla croce Gesù «mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Ciascuno di noi può dire: Mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. Ciascuno può dire questo “per me”. (P.Francesco Udienza generale,2013)

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  3. FAUSTI – Gesù comanda di passare all'altra riva. Si rivolge a tutta la folla o solo ai discepoli?
    “Passare all'altra riva”, vincendo il mare che inghiotte, il male che devasta, il peccato che paralizza, la malattia e la morte che domina sovrana , è il desiderio-destino di ogni uomo.
    Lo scriba si sceglie Lui, il maestro da seguire, per imparare la Parola e diventare a sua volta maestro. Gesù invece dice : “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi(Gv 15,16) , e “Uno solo è il vostro maestro”(23,8).Lui è il Signore, che si è legato a noi e ci ha scelti perché ci ama di amore eterno (Dt 7,7 – Ger 31,3).
    Il discepolo segue il maestro .
    La comunanza di vita insegna più di ogni parola.
    Ma questo scriba ignora dove Gesù va , perché non sa da dove viene.
    Ignora che è il Figlio che viene dal PADRE e a Lui fa ritorno.
    “Le volpi hanno tane, gli uccelli del cielo nidi” Tana e nido sono il luogo da cui ciascuno viene .
    Sono immagini della madre : casa, vita, cibo, sicurezza, ricchezza e appagamento. Eppure chi non lascia la madre “non è degno di me”, non è ancora nato.
    “Il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo” Gesù non ha tesori sulla terra : dove è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore (6,19).
    Fuori da ogni tana e nido, è povero e libero.
    La povertà, facendoci riporre ogni fiducia nel Padre, ci genera Suoi figli.
    Solo se la povertà è nostra madre, Dio è nostro Padre, la vita non dipende dalle cose, ma da Lui.
    La Sua povertà che lo fa Figlio, che tutto riceve dal Padre, allora come adesso è il Suo giudizio sul mondo, e rimane come criterio per riconoscerlo come Salvatore presente nella storia “Ogni volta che avete fatto queste cose al più piccolo dei miei fratelli, l'avete fatto a me”
    Seguire Lui non è pretesa e volontà mia, ma chiamata e dono suoi per me. E la chiamata e il dono di Dio sono irrevocabili, radicati nel Suo amore forte e fedele in eterno.

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