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giovedì 5 ottobre 2017

"TODO LO QUE..." Mt 7,12

5 commenti:

  1. S. FAUSTI - “Tutto quanto dunque volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro”
    E' un “versetto panoramico” : in questo modo diventiamo figli, perfetti come il Padre, che è Amore per tutti. L'amore si esprime nel “fare”. L'egoista fa' per sé e pretende che gli altri facciano per lui : pone il proprio io al centro di tutto, come un buco nero che tutto fagocita.
    Chi ama fa per l'altro, che ha posto al centro di sé, è come il sole, che diffonde luce e vita.
    Io so bene quali sono le mie attese, i miei diritti sull'altro! Amare è capovolgere le proprie attese in attenzioni verso l'altro, i propri diritti in doveri verso di lui.
    Per chi ama i bisogni dell'amato diventano suoi impegni.
    Questo versetto inverte la tendenza egoistica di porre sé al centro di tutto.
    L'uomo è già al centro di Dio.Diventa come Lui, se come Lui, pone al proprio centro gli altri.
    Fare il bene dell'altro è tipico dell'amore: significa avere il cuore di Dio e la Sua inventiva.
    Gesù è venuto a compiere la legge e i profeti. Lui stesso, che ha portato i nostri pesi sulla croce, ha adempiuto tutta la legge ed è diventato il “canone” , la regola d'oro.
    Infatti ci lascia come testamento di amarci come Lui ci ha amati (Gv 13,34).
    Chi fa come Lui diventa figlio, vive l'amore, legge di libertà.

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    1. Antifona

      Il Signore è la forza del suo popolo,
      rifugio di salvezza per il suo consacrato.
      Salva il tuo popolo, o Signore,
      e benedici la tua eredità,
      sii loro pastore e sostegno per sempre. (Cf. Sal 27,8-9)
      Colletta

      Donaci, o Signore,
      di vivere sempre nel timore e nell’amore per il tuo santo nome,
      poiché tu non privi mai della tua guida
      coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore.
      Per il nostro Signore Gesù Cristo.
      Prima Lettura
      Proteggerò questa città per salvarla, per amore di me e di Davide mio servo.

      Dal secondo libro dei Re
      2Re 19,9b-11.14-21.31-35a.36

      In quei giorni, Sennàcherib, re d'Assiria, inviò di nuovo messaggeri a Ezechìa dicendo: «Così direte a Ezechìa, re di Giuda: "Non ti illuda il tuo Dio in cui confidi, dicendo: Gerusalemme non sarà consegnata in mano al re d'Assiria. Ecco, tu sai quanto hanno fatto i re di Assiria a tutti i territori, votandoli allo sterminio. Soltanto tu ti salveresti?"».
      Ezechìa prese la lettera dalla mano dei messaggeri e la lesse, poi salì al tempio del Signore, l'aprì davanti al Signore e pregò davanti al Signore: «Signore, Dio d'Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. Porgi, Signore, il tuo orecchio e ascolta; apri, Signore, i tuoi occhi e guarda. Ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente. È vero, Signore, i re d'Assiria hanno devastato le nazioni e la loro terra, hanno gettato i loro dèi nel fuoco; quelli però non erano dèi, ma solo opera di mani d'uomo, legno e pietra: perciò li hanno distrutti. Ma ora, Signore, nostro Dio, salvaci dalla sua mano, perché sappiano tutti i regni della terra che tu solo, o Signore, sei Dio».
      Allora Isaìa, figlio di Amoz, mandò a dire a Ezechìa: «Così dice il Signore, Dio d'Israele: "Ho udito quanto hai chiesto nella tua preghiera riguardo a Sennàcherib, re d'Assiria. Questa è la sentenza che il Signore ha pronunciato contro di lui:
      Ti disprezza, ti deride
      la vergine figlia di Sion.
      Dietro a te scuote il capo
      la figlia di Gerusalemme".
      Poiché da Gerusalemme uscirà un resto,
      dal monte Sion un residuo.
      Lo zelo del Signore farà questo.
      Perciò così dice il Signore riguardo al re d'Assiria:
      "Non entrerà in questa città
      né vi lancerà una freccia,
      non l'affronterà con scudi
      e contro essa non costruirà terrapieno.
      Ritornerà per la strada per cui è venuto;
      non entrerà in questa città.
      Oracolo del Signore.
      Proteggerò questa città per salvarla,
      per amore di me e di Davide mio servo"».
      Ora in quella notte l'angelo del Signore uscì e colpì nell'accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini. Sennàcherib, re d'Assiria, levò le tende, partì e fece ritorno a Nìnive, dove rimase.

      Parola di Dio.

      Salmo Responsoriale

      Dal Sal 47 (48)

      R. Dio ha fondato la sua città per sempre.
      Oppure:
      R. Forte, Signore, è il tuo amore per noi.

      Grande è il Signore e degno di ogni lode
      nella città del nostro Dio.
      La tua santa montagna, altura stupenda,
      è la gioia di tutta la terra. R.

      Il monte Sion, vera dimora divina,
      è la capitale del grande re.
      Dio nei suoi palazzi
      un baluardo si è dimostrato. R.

      O Dio, meditiamo il tuo amore
      dentro il tuo tempio.
      Come il tuo nome, o Dio,
      così la tua lode si estende
      sino all'estremità della terra;
      di giustizia è piena la tua destra. R.



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    2. Acclamazione al Vangelo

      Alleluia, alleluia.

      Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
      chi segue me, avrà la luce della vita. (Gv 8,12)

      Alleluia.

      Vangelo
      Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 7,6.12-14

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
      «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
      Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
      Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

      Parola del Signore.


      PAROLE DEL SANTO PADRE

      “La preghiera è un lavoro: un lavoro che ci chiede volontà, ci chiede costanza, ci chiede di essere determinati, senza vergogna. Perché? Perché io sto bussando alla porta del mio amico. Dio è amico, e con un amico io posso fare questo. Una preghiera costante, invadente. Pensiamo a Santa Monica per esempio, quanti anni ha pregato così, anche con le lacrime, per la conversione del suo figlio. Il Signore alla fine ha aperto la porta”. (S. Marta 11 ottobre 2018)
      Gesù non vuole illuderci, dicendo: “Sì, state tranquilli, la cosa è facile, c’è una bella autostrada e in fondo un grande portone…”. Non ci dice questo: ci parla della porta stretta. Ci dice le cose come stanno: il passaggio è stretto. In che senso? Nel senso che per salvarsi bisogna amare Dio e il prossimo, e questo non è comodo! È una “porta stretta” perché è esigente, l’amore è esigente sempre, richiede impegno, anzi, “sforzo”, cioè una volontà decisa e perseverante di vivere secondo il Vangelo. San Paolo lo chiama «il buon combattimento della fede». Ci vuole lo sforzo di tutti i giorni, di tutto il giorno per amare Dio e il prossimo. (Angelus, 25 agosto 2019)

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    3. -->Ma perché questa porta è stretta, si può domandare? Perché dice che è stretta? È una porta stretta non perché sia oppressiva, ma perché ci chiede di restringere e contenere il nostro orgoglio e la nostra paura, per aprirci con cuore umile e fiducioso a Lui, riconoscendoci peccatori, bisognosi del suo perdono. Per questo è stretta: per contenere il nostro orgoglio, che ci gonfia. La porta della misericordia di Dio è stretta ma sempre spalancata per tutti! (Angelus, 21 agosto 2016)

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  2. Donare ciò che si vuol per se stessi è già camminare alla sequela di Gesù, realizzare la Parola di Dio nella legge e nei profeti.
    Tacere dinnanzi agli importuni e custodire i Doni con amore , fa parte del Cammino che conduce attraverso la Porta stretta , che è Gesù stesso (Gv 10,7-9). Entrare nel Regno è la Salvezza portata da Cristo, Vita donata che ci fa partecipi della Comunione con Dio.

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