Archivio blog

martedì 31 ottobre 2017

"LOS INVITADOS" Mt 9, 14-17








4 commenti:

  1. FAUSTI - “Lo Sposo è con loro” risponde Gesù : per questo i Suoi discepoli non digiunano. Nella Sua carne è indissolubilmente unita divinità e umanità, si celebrano le nozze tra l'uomo e Dio.
    Lo Sposo sarà tolto quando sarà elevato sulla croce e levato in cielo.
    La vita cristiana conosce una pienezza che però non è ancora compiuta.
    Le nozze già ci sono state : l'unione con Dio, già perfetta in Gesù, è l'anticipo di ciò che sarà per ciascuno di noi alla fine.Ora c'è un'assenza per giungere alla presenza, un digiuno non ancora sazio , un venerdì santo che introduce alla Pasqua. Il Suo essere con noi, per il momento, resta sotto il segno della croce: la Sua presenza è nei piccoli : negli affamati, negli assetati, nei forestieri, nudi, ammalati, carcerati, in tutte quelle situazioni di digiuno che la nostra storia conoscerà sino alla fine.Dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa i senza tetto, vestire il nudo, sciogliere le catene, spezzare ogni giogo : così incontriamo lo Sposo, che si è fatto l'ultimo di tutti.
    Gesù ha bevuto il vino acido della nostra morte, per darci alla fine il vino migliore (Gv 2,10), beve il nostro calice di morte, perché noi beviamo il Suo calice di vita.
    L'otre vecchio non può contenere il vino nuovo . Il cuore di pietra non può contenere lo Spirito d'Amore.
    “Vino giovane in otri nuovi” i discepoli di Gesù sono otri nuovi vivono nella gioia perché hanno questo vino nuovo . È una gioia che nessun digiuno può oscurare e nessuna potenza rapire, perché nulla ormai li può separare dall'amore che Dio ha per loro in Cristo.
    Lo Spirito fa l'uomo nuovo. L'uomo interiore si rinnova di giorno in giorno proprio con la rottura dell'uomo esteriore, dell'otre vecchio.
    Lo Spirito vivifica l'uomo nuovo e l'uomo nuovo è Tempio dello Spirito .
    Noi glorifichiamo Dio nel nostro corpo.

    RispondiElimina
  2. Antifona
    Popoli tutti, battete le mani!
    Acclamate Dio con grida di gioia. (Sal 46,2)

    Colletta
    O Dio, che ci hai reso figli della luce
    con il tuo Spirito di adozione,
    fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore,
    ma restiamo sempre luminosi
    nello splendore della verità.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Giacobbe soppiantò il fratello e carpì la benedizione che spettava a lui.
    Dal libro della Gènesi
    Gn 27,1-5.15-29

    Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse: «Figlio mio». Gli rispose: «Eccomi». Riprese: «Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte. Ebbene, prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, va’ in campagna e caccia per me della selvaggina. Poi preparami un piatto di mio gusto e portamelo; io lo mangerò affinché possa benedirti prima di morire». Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina da portare a casa.
    Rebecca prese i vestiti più belli del figlio maggiore, Esaù, che erano in casa presso di lei, e li fece indossare al figlio minore, Giacobbe; con le pelli dei capretti rivestì le sue braccia e la parte liscia del collo. Poi mise in mano a suo figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva preparato.
    Così egli venne dal padre e disse: «Padre mio». Rispose: «Eccomi; chi sei tu, figlio mio?». Giacobbe rispose al padre: «Io sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai ordinato.
    Àlzati dunque, siediti e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica». Isacco disse al figlio: «Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio!». Rispose: «Il Signore tuo Dio me l’ha fatta capitare davanti». Ma Isacco gli disse: «Avvicìnati e lascia che ti tocchi, figlio mio, per sapere se tu sei proprio il mio figlio Esaù o no».
    Giacobbe si avvicinò a Isacco suo padre, il quale lo toccò e disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le braccia di Esaù». Così non lo riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le braccia di suo fratello Esaù, e lo benedisse. Gli disse ancora: «Tu sei proprio il mio figlio Esaù?». Rispose: «Lo sono». Allora disse: «Servimi, perché possa mangiare della selvaggina di mio figlio, e ti benedica». Gliene servì ed egli mangiò, gli portò il vino ed egli bevve.
    Poi suo padre Isacco gli disse: «Avvicìnati e baciami, figlio mio!». Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l’odore degli abiti di lui e lo benedisse:
    «Ecco, l’odore del mio figlio
    come l’odore di un campo
    che il Signore ha benedetto.
    Dio ti conceda rugiada dal cielo,
    terre grasse, frumento
    e mosto in abbondanza.
    Popoli ti servano
    e genti si prostrino davanti a te.
    Sii il signore dei tuoi fratelli
    e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.
    Chi ti maledice sia maledetto
    e chi ti benedice sia benedetto!».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 134 (135)

    R. Lodate il Signore, perché il Signore è buono.

    Lodate il nome del Signore,
    lodatelo, servi del Signore,
    voi che state nella casa del Signore,
    negli atri della casa del nostro Dio. R.

    Lodate il Signore, perché il Signore è buono;
    cantate inni al suo nome, perché è amabile.
    Il Signore si è scelto Giacobbe,
    Israele come sua proprietà. R.

    Sì, riconosco che il Signore è grande,
    il Signore nostro più di tutti gli dèi.
    Tutto ciò che vuole
    il Signore lo compie in cielo e sulla terra,
    nei mari e in tutti gli abissi. R.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Acclamazione al Vangelo
      Alleluia, alleluia.

      Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
      e io le conosco ed esse mi seguono. (Gv 10,27)

      Alleluia.

      Vangelo
      Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?
      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 9,14-17

      In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
      E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno.
      Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano».

      Parola del Signore.

      Elimina
    2. PAROLE DEI PAPI
      “A vini nuovi, otri nuovi”: la novità del Vangelo. Cosa ci porta il Vangelo? Gioia e novità. Questi dottori della legge erano chiusi nei loro comandamenti, nelle loro prescrizioni. San Paolo, parlando di loro, ci dice che prima che venisse la fede, cioè Gesù, noi tutti eravamo custoditi, come prigionieri, sotto la legge. (…) E quando Gesù rimprovera questa gente, questi dottori della legge, li rimprovera di avere il popolo non custodito dalla legge, ma schiavo di tante piccole leggi, di tante piccole cose che si dovevano fare. Paolo distingue bene: figli della legge e figli della fede, a vini nuovi, otri nuovi. Per questo la Chiesa chiede a tutti noi alcuni cambiamenti. Ci chiede di lasciare da parte le strutture caduche - non servono - e prendere otri nuovi, quelli del Vangelo. Non si può capire la mentalità - per esempio - di questi dottori della legge, di questi teologi farisei, non si può capire la loro mentalità con lo spirito del Vangelo. Sono cose diverse, lo stile del Vangelo è uno stile diverso che porta alla pienezza la legge, sì, ma in un modo nuovo: è il vino nuovo in otri nuovi. Questo portare via la capacità di capire la rivelazione di Dio, di capire il cuore di Dio, di capire la salvezza di Dio - la chiave della conoscenza -, possiamo dire che è una grave dimenticanza. Si dimentica la gratuità della salvezza; si dimentica la vicinanza di Dio e si dimentica la misericordia di Dio. Per loro Dio è quello che ha fatto la legge. E questo non è il Dio della rivelazione. Il Dio della rivelazione è Dio che ha incominciato a camminare con noi da Abramo fino a Gesù Cristo, Dio che cammina con il suo popolo. E quando si perde questo rapporto vicino con il Signore, si cade in questa mentalità ottusa che crede nell’autosufficienza della salvezza con il compimento della legge. (Santa Marta, 19 ottobre 2017)
      La salvezza, il Signore la dà dentro un popolo, nell’appartenenza a un popolo.
      Quello è il digiuno che vuole il Signore! Digiuno che si preoccupa della vita del fratello, che non si vergogna – lo dice Isaia stesso – della carne del fratello. La nostra perfezione, la nostra santità va avanti con il nostro popolo, nel quale noi siamo eletti e inseriti. Il nostro atto di santità più grande è proprio nella carne del fratello e nella carne di Gesù Cristo. (...) È andare a dividere il pane con l’affamato, a curare gli ammalati, gli anziani, quelli che non possono darci niente in contraccambio: quello è non vergognarsi della carne!
      (…) Quando io do un’elemosina, guardo negli occhi di mio fratello, di mia sorella? Quando io so che una persona è ammalata, vado a trovarla? La saluto con tenerezza? C’è un segno che forse ci aiuterà, è una domanda: so carezzare gli ammalati, gli anziani, i bambini o ho perso il senso della carezza? Questi ipocriti non sapevano carezzare! Se ne erano dimenticati… Non vergognarsi della carne di nostro fratello: è la nostra carne! Come noi facciamo con questo fratello, con questa sorella, saremo giudicati.
      (Papa Francessco - Omelia Santa Marta, venerdì 6 settembre 2014)
      Gesù ci ha detto: “Vi invierò lo Spirito Santo e lui vi condurrà fino alla piena verità”. Se tu hai il cuore chiuso alla novità dello Spirito, mai arriverai alla piena verità. E «la tua vita cristiana sarà una vita metà e metà, una vita rattoppata, rammendata di cose nuove, ma su una struttura che non è aperta alla voce del Signore: un cuore chiuso, perché non sei capace di cambiare gli otri. (…) Qual è la strada, Padre? Aprire il cuore allo Spirito Santo, discernere qual è la volontà di Dio. (…) Questo è il messaggio che oggi ci dà la Chiesa; quello che Gesù dice tanto forte: “Vino nuovo in otri nuovi!”. Alle novità dello Spirito, alle sorprese di Dio, anche le abitudini devono rinnovarsi. Che il Signore ci dia la grazia di un cuore aperto, di un cuore aperto alla voce dello Spirito, che sappia discernere quello che non deve cambiare più, perché fondamento, da quello che deve cambiare per poter ricevere la novità dello Spirito Santo. (Omelia Santa Marta, 18 gennaio 2016)
      (Omelia da Santa Marta, 7 marzo 2014)

      Elimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.