FAUSTI - “Attenti a non fare la vostra giustizia davanti agli uomini” La giustizia è la volontà di Dio. Essa si concretizza nell'elemosina, preghiera e digiuno, in un corretto rapporto con i fratelli, con il Padre, con le cose. Noi facciamo grande attenzione al contrario : agiamo solo se visti e approvati. Anche chi si nasconde, è per farsi notare. L'uomo è sempre “davanti agli occhi”, “di faccia” a qualcuno. A noi scegliere davanti a che occhi stare : se a quelli degli altri, o a quelli di Dio. L'uomo è immagine e somiglianza di Dio. La sua ricompensa presso il Padre è la propria verità di figlio. “Quando dunque fai l'elemosina” fare l'elemosina, dare del proprio a chi non ha, non è un'opera super-erogatoria di bontà, ma dovere di giustizia : chi è figlio, è anche fratello. Nessuno può dire di amare Dio che non vede, se non ama il fratello che vede (1Gv 4,20). Il Figlio ci riconoscerà davanti al Padre se noi L'avremo riconosciuto nei fratelli più piccoli. La solidariewtà col povero, sia quello vicino ( l'emarginato, l'anziano, l'extracomunitario) sia quello lontano ( il sud del mondo), è da vedere in termini di giustizia. Chi dà a un povero, fà un prestito a Dio. “Non suonare la tromba davanti a te” il “far bella figura” non è il principio delle nostre azioni? “Come fanno gli ipocriti” la vita è una sceneggiata, dove ognuno litiga con l'altro per primeggiare. L'apparire tende a essere l'anima di tutto: esiste solo ciò che appare, e ciò che appare non esiste affatto! Si ha spesso l'impressione di una fiera delle vanità. I complessi di superiorità/inferiorità, le angosce e le prepotenze – su di sé o sugli altri – derivano dal non sentirsi accettati, per cui si fa di tutto per dare una buona immagine di sé, pur di essere accettati. “La tua elemosina sia segreta, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti restituirà” Il segreto, la parte più intima che nessuno vede, è il tuo cuore, dove tu sempre sei davanti a Dio, e Dio è davanti a te. Lì il Suo vederti e amarti è il tuo essere te stesso, e il tuo vederti lì ti fa diventare ciò che sei. Nel segreto il Padre ti restituisce alla tua realtà di figlio.
Antifona Ascolta, o Signore, la mia voce: a te io grido. Sei tu il mio aiuto: non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 26,7.9)
Colletta O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici sempre con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Dio ama chi dona con gioia. Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 2Cor 9,6-11
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti: «Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno». Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale farà salire a Dio l’inno di ringraziamento per mezzo nostro.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 111 (112)
R. Beato l'uomo che teme il Signore.
Beato l’uomo che teme il Signore e nei suoi precetti trova grande gioia. Potente sulla terra sarà la sua stirpe, la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. R.
Prosperità e ricchezza nella sua casa, la sua giustizia rimane per sempre. Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti: misericordioso, pietoso e giusto. R.
Egli dona largamente ai poveri, la sua giustizia rimane per sempre, la sua fronte s’innalza nella gloria. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23)
Alleluia.
Vangelo Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Dal Vangelo secondo Matteo Mt 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Le Parole dei Papi […] quando preghi, entra nel silenzio della tua camera, ritirati dal mondo e rivolgiti a Dio chiamandolo “Padre!”. Gesù vuole che i suoi discepoli non siano come gli ipocriti che pregano stando dritti in piedi nelle piazze per essere ammirati dalla gente (cfr Mt 6,5). Gesù non vuole ipocrisia. La vera preghiera è quella che si compie nel segreto della coscienza, del cuore: imperscrutabile, visibile solo a Dio. Io e Dio. Essa rifugge dalla falsità: con Dio è impossibile fingere. E’ impossibile, davanti a Dio non c’è trucco che abbia potere, Dio ci conosce così, nudi nella coscienza, e fingere non si può. Alla radice del dialogo con Dio c’è un dialogo silenzioso, come l’incrocio di sguardi tra due persone che si amano: l’uomo e Dio incrociano gli sguardi, e questa è preghiera. Guardare Dio e lasciarsi guardare da Dio: questo è pregare. (Papa Francesco - Udienza generale, mercoledì 13 febbraio 2019) Anzitutto, guardarsi dagli ipocriti, cioè stare attenti a non basare la vita sul culto dell’apparenza, dell’esteriorità, sulla cura esagerata della propria immagine. E, soprattutto, stare attenti a non piegare la fede ai nostri interessi. Quegli scribi coprivano, con il nome di Dio, la propria vanagloria e, ancora peggio, usavano la religione per curare i loro affari, abusando della loro autorità e sfruttando i poveri. Qui vediamo quell’atteggiamento così brutto che anche oggi vediamo in tanti posti, in tanti luoghi, il clericalismo, questo essere sopra gli umili, sfruttarli, “bastonarli”, sentirsi perfetti. Questo è il male del clericalismo. È un monito per ogni tempo e per tutti, Chiesa e società: mai approfittare del proprio ruolo per schiacciare gli altri, mai guadagnare sulla pelle dei più deboli! (P. Francesco Angelus, 7 novembre 2021)
FAUSTI - “Attenti a non fare la vostra giustizia davanti agli uomini” La giustizia è la volontà di Dio. Essa si concretizza nell'elemosina, preghiera e digiuno, in un corretto rapporto con i fratelli, con il Padre, con le cose. Noi facciamo grande attenzione al contrario : agiamo solo se visti e approvati. Anche chi si nasconde, è per farsi notare. L'uomo è sempre “davanti agli occhi”, “di faccia” a qualcuno.
RispondiEliminaA noi scegliere davanti a che occhi stare : se a quelli degli altri, o a quelli di Dio.
L'uomo è immagine e somiglianza di Dio. La sua ricompensa presso il Padre è la propria verità di figlio.
“Quando dunque fai l'elemosina” fare l'elemosina, dare del proprio a chi non ha, non è un'opera super-erogatoria di bontà, ma dovere di giustizia : chi è figlio, è anche fratello.
Nessuno può dire di amare Dio che non vede, se non ama il fratello che vede (1Gv 4,20).
Il Figlio ci riconoscerà davanti al Padre se noi L'avremo riconosciuto nei fratelli più piccoli.
La solidariewtà col povero, sia quello vicino ( l'emarginato, l'anziano, l'extracomunitario) sia quello lontano ( il sud del mondo), è da vedere in termini di giustizia.
Chi dà a un povero, fà un prestito a Dio.
“Non suonare la tromba davanti a te” il “far bella figura” non è il principio delle nostre azioni?
“Come fanno gli ipocriti” la vita è una sceneggiata, dove ognuno litiga con l'altro per primeggiare.
L'apparire tende a essere l'anima di tutto: esiste solo ciò che appare, e ciò che appare non esiste affatto! Si ha spesso l'impressione di una fiera delle vanità.
I complessi di superiorità/inferiorità, le angosce e le prepotenze – su di sé o sugli altri – derivano dal non sentirsi accettati, per cui si fa di tutto per dare una buona immagine di sé, pur di essere accettati.
“La tua elemosina sia segreta, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti restituirà” Il segreto, la parte più intima che nessuno vede, è il tuo cuore, dove tu sempre sei davanti a Dio, e Dio è davanti a te.
Lì il Suo vederti e amarti è il tuo essere te stesso, e il tuo vederti lì ti fa diventare ciò che sei.
Nel segreto il Padre ti restituisce alla tua realtà di figlio.
Antifona
RispondiEliminaAscolta, o Signore, la mia voce: a te io grido.
Sei tu il mio aiuto: non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 26,7.9)
Colletta
O Dio, fortezza di chi spera in te,
ascolta benigno le nostre invocazioni,
e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto,
soccorrici sempre con la tua grazia,
perché fedeli ai tuoi comandamenti
possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Dio ama chi dona con gioia.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
2Cor 9,6-11
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti:
«Ha largheggiato, ha dato ai poveri,
la sua giustizia dura in eterno».
Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale farà salire a Dio l’inno di ringraziamento per mezzo nostro.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 111 (112)
R. Beato l'uomo che teme il Signore.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. R.
Prosperità e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto. R.
Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23)
Alleluia.
Vangelo
Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Parola del Signore.
PAROLE DEI PAPI
RispondiEliminaLe Parole dei Papi
[…] quando preghi, entra nel silenzio della tua camera, ritirati dal mondo e rivolgiti a Dio chiamandolo “Padre!”. Gesù vuole che i suoi discepoli non siano come gli ipocriti che pregano stando dritti in piedi nelle piazze per essere ammirati dalla gente (cfr Mt 6,5). Gesù non vuole ipocrisia. La vera preghiera è quella che si compie nel segreto della coscienza, del cuore: imperscrutabile, visibile solo a Dio. Io e Dio. Essa rifugge dalla falsità: con Dio è impossibile fingere. E’ impossibile, davanti a Dio non c’è trucco che abbia potere, Dio ci conosce così, nudi nella coscienza, e fingere non si può. Alla radice del dialogo con Dio c’è un dialogo silenzioso, come l’incrocio di sguardi tra due persone che si amano: l’uomo e Dio incrociano gli sguardi, e questa è preghiera. Guardare Dio e lasciarsi guardare da Dio: questo è pregare. (Papa Francesco - Udienza generale, mercoledì 13 febbraio 2019)
Anzitutto, guardarsi dagli ipocriti, cioè stare attenti a non basare la vita sul culto dell’apparenza, dell’esteriorità, sulla cura esagerata della propria immagine. E, soprattutto, stare attenti a non piegare la fede ai nostri interessi. Quegli scribi coprivano, con il nome di Dio, la propria vanagloria e, ancora peggio, usavano la religione per curare i loro affari, abusando della loro autorità e sfruttando i poveri. Qui vediamo quell’atteggiamento così brutto che anche oggi vediamo in tanti posti, in tanti luoghi, il clericalismo, questo essere sopra gli umili, sfruttarli, “bastonarli”, sentirsi perfetti. Questo è il male del clericalismo. È un monito per ogni tempo e per tutti, Chiesa e società: mai approfittare del proprio ruolo per schiacciare gli altri, mai guadagnare sulla pelle dei più deboli! (P. Francesco Angelus, 7 novembre 2021)