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mercoledì 20 settembre 2017

"EN LO SECRETO" Mt 6, 16-18

5 commenti:

  1. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Quando facciamo qualcosa di bene, a volte siamo tentati di essere apprezzati e di avere una ricompensa: la gloria umana. Ma si tratta di una ricompensa falsa perché ci proietta verso quello che gli altri pensano di noi. Gesù ci chiede di fare il bene perché è bene. Ci chiede di sentirci sempre sotto lo sguardo del Padre celeste e di vivere in rapporto a Lui, non in rapporto al giudizio degli altri. Vivere alla presenza del Padre è una gioia molto più profonda di una gloria mondana. (Audiomessaggio per l'iniziativa "Keeplent£ del Servizio per la Pastorale Giovanile della Prelatura di Pompei, Mercoledì delle Ceneri, 10 febbraio 2016)

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    1. Ascolta, o Signore, la mia voce: a te io grido.
      Sei tu il mio aiuto: non lasciarmi,
      non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 26,7.9)
      O Dio, fortezza di chi spera in te,
      ascolta benigno le nostre invocazioni,
      e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto,
      soccorrici sempre con la tua grazia,
      perché fedeli ai tuoi comandamenti
      possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere.
      Per il nostro Signore Gesù Cristo.

      Prima Lettura
      Apparve un carro di fuoco ed Elìa salì verso il cielo.

      Dal secondo libro dei Re
      2Re 2,1.6-14

      In quei giorni, quando il Signore stava per far salire al cielo in un turbine Elìa, questi partì da Gàlgala con Elisèo. [Giunti a Gerico,] Elìa disse ad Elisèo: «Rimani qui, perché il Signore mi manda al Giordano». Egli rispose: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». E procedettero insieme.
      Cinquanta uomini, tra i figli dei profeti, li seguirono e si fermarono di fronte, a distanza; loro due si fermarono al Giordano. Elìa prese il suo mantello, l’arrotolò e percosse le acque, che si divisero di qua e di là; loro due passarono sull’asciutto. Appena furono passati, Elìa disse a Elisèo: «Domanda che cosa io debba fare per te, prima che sia portato via da te». Elisèo rispose: «Due terzi del tuo spirito siano in me». Egli soggiunse: «Tu pretendi una cosa difficile! Sia per te così, se mi vedrai quando sarò portato via da te; altrimenti non avverrà».
      Mentre continuavano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elìa salì nel turbine verso il cielo. Elisèo guardava e gridava: «Padre mio, padre mio, carro d'Israele e suoi destrieri!». E non lo vide più. Allora afferrò le proprie vesti e le lacerò in due pezzi. Quindi raccolse il mantello, che era caduto a Elìa, e tornò indietro, fermandosi sulla riva del Giordano. Prese il mantello, che era caduto a Elìa, e percosse le acque, dicendo: «Dove è il Signore, Dio di Elìa?». Quando anch’egli ebbe percosso le acque, queste si divisero di qua e di là, ed Elisèo le attraversò.

      Parola di Dio.

      Salmo Responsoriale

      Dal Sal 30 (31)

      R. Rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore.
      Oppure:
      R. Saldo è il cuore del giusto che spera nel Signore.

      Quanto è grande la tua bontà, Signore!
      La riservi per coloro che ti temono,
      la dispensi, davanti ai figli dell’uomo,
      a chi in te si rifugia. R.

      Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
      lontano dagli intrighi degli uomini;
      li metti al sicuro nella tua tenda,
      lontano dai litigi delle lingue. R.

      Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli;
      il Signore protegge chi ha fiducia in lui
      e ripaga in abbondanza chi opera con superbia. R.

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    2. Acclamazione al Vangelo

      Alleluia, alleluia.

      Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
      e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23)

      Alleluia.

      Vangelo
      Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 6,1-6.16-18

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
      «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
      Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
      E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
      E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

      Parola del Signore.

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  2. FAUSTI - Dio è davanti a te.
    Lì il Suo vederti e amarti è il tuo essere te stesso, e il tuo vederti lì ti fa diventare ciò che sei.
    Nel segreto il Padre ti restituisce alla tua realtà di figlio.
    “Quando preghi”, volgiti al Padre tuo nel segreto, dice Gesù.
    Ma cos'è la preghiera, da Gesù ritenuta ovvia e naturale? E' l'atto fondamentale in cui riconosco il mio principio come mio fine : è l'atto razionale più alto, con il quale, esplorati i miei confini, conosco me e l'Altro da cui vengo, accetto me come dono dell'Altro e l'Altro come amore per me.
    Pregare è essere me stesso, finito aperto all'infinito. Nessun animale mai s'inginocchia per pregare ...E' un atto umano, e solo umano. Può quindi anche essere disumano, maldestro e falsificato, e quindi giustamente rifiutato, anche se con sofferenza e nostalgia.
    Pregare è stare davanti a Dio, di cui sono immagine e somiglianza.
    Davanti a Lui sono ciò che sono; lontano da Lui non sono ciò che sono . Sono lontano da me.
    Non è un optional per anime devote . È la salvezza dell'uomo come uomo, che riceve la propria identità. Pregare non è parlare di Dio, ma parlare con Lui...
    Senza preghiera la fede è ideologia vuota, l'azione distrazione dell'uomo e distruzione della realtà.
    Pregare è dialogare, rispondo “Tu” a Colui che per primo dice il mio nome;
    esco dal mio guscio per realizzarmi nel dono all'Altro ;
    dimentico me per ri-cordare , avere-nel-cuore Lui.
    Pregare è gioire di Dio che mi ama e che amo.
    Lui diventa la mia vita .
    Vivo, in pienezza sempre più grande, di Lui, che è presenza, dialogo, amore, dono, perdono.
    La preghiera non autentica, fatta per apparire davanti agli uomini o a Dio, falsifica l'esistenza.
    La preghiera autentica è il respiro della vita.
    Per questo è necessario pregare sempre, in ogni tempo, e in ogni luogo, perché sempre e ovunque si esprima a livello di coscienza e libertà ciò che siamo nella realtà.
    La preghiera va fatta con insistenza, con fede, nel Nome di Gesù, con familiarità filiale.
    Noi non sappiamo cosa chiedere : lo Spirito prega in noi.
    La preghiera, unione con il Padre nel Figlio, è anche solidarietà con i fratelli, intercessione dell'Unico Giusto che salva tutti, è lotta in cui si vince il male (Col 4,12) , si riceve il proprio nome, e Dio stesso riceve il Suo vero nome “Abbà” .
    Dio è Padre e sa. In quanto Dio vede e può; in quanto Padre provvede.
    Sono io a non sapere ciò di cui ho bisogno.
    Me lo insegnerà Gesù con la preghiera del Padre Nostro.
    “Quando digiuni, profumati il capo”, dice Gesù. L'elemosina e la preghiera, scaturite dal cuore del Figlio davanti al Padre, compiono la “giustizia eccessiva” nei confronti dell'altro e dell'Altro. Il digiuno a sua volta la compie nei propri confronti : fa accettare se stessi come figli e il proprio limite come principio di vita.
    Digiunare è il contrario di mangiare, vivere. E' segno sia di lutto che di conversione.
    Il digiuno è obbligatorio il giorno dell'espiazione...Oltre al digiuno pubblico, prescritto, ci son quelli privati, di devozione. Il fariseo al tempio, di cui parla Gesù nella parabola, digiuna ben due volte la settimana (Lc 18,12). le opere super-erogatorie procurano fama di persona pia. L'apparire davanti agli uomini è il DNA di ogni male,che ha la sua radice nel non sapere chi siamo agli occhi di Dio.

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  3. -->A Gesù chiederanno perché i Suoi discepoli non digiunano (9,14). Risponderà che è il tempo delle nozze, del banchetto messianico, della pienezza di vita che Dio ha promesso.
    Come in tutte le opere, Gesù guarda l'intenzione. Il cuore del Figlio è puro, e vede Dio, perché Lui solo cerca.
    L'ipocrita cerca la propria reputazione, e in tutto trova il proprio io.
    Il digiuno , come ogni opera buona, può essere esibizione davanti agli uomini, persino davanti a Dio : imbiancatura di un cuore orgoglioso, possessivo e padronale, pieno di morte. E' quanto dicevano i profeti, proponendo un altro digiuno , gradito a Dio : operare con giustizia e dividere i propri beni con i poveri (Is 58,1).
    Gesù ha digiunato nel deserto. Anche per Lui la fame è stata luogo di tentazione.
    La Chiesa occidentale ora ha attenuato la pratica del digiuno. In una società ridotta a bocca che tutto divora, a tubo digerente che tutto assimila, il digiuno riacquista la sua attualità.
    E c'è anche un digiuno della mente e del cuore, dell'orecchio e dell'occhio. FAUSTI

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