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mercoledì 6 settembre 2017

" A QUIEN TE PIDA DA" Mt 5, 41-42

3 commenti:

  1. Antifona

    Ascolta, o Signore, la mia voce: a te io grido.
    Sei tu il mio aiuto: non lasciarmi,
    non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 26,7.9)

    Colletta

    O Dio, fortezza di chi spera in te,
    ascolta benigno le nostre invocazioni,
    e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto,
    soccorrici sempre con la tua grazia,
    perché fedeli ai tuoi comandamenti
    possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.
    Prima Lettura
    Ci presentiamo come ministri di Dio.

    Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
    2Cor 6,1-10

    Fratelli, poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti:
    «Al momento favorevole ti ho esaudito
    e nel giorno della salvezza ti ho soccorso».
    Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!
    Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga criticato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 97 (98)

    R. Il Signore ha rivelato la sua giustizia.

    Cantate al Signore un canto nuovo,
    perché ha compiuto meraviglie.
    Gli ha dato vittoria la sua destra
    e il suo braccio santo. R.

    Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
    agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
    Egli si è ricordato del suo amore,
    della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.

    Tutti i confini della terra hanno veduto
    la vittoria del nostro Dio.
    Acclami il Signore tutta la terra,
    gridate, esultate, cantate inni! R.

    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    Lampada per i miei passi è la tua parola,
    luce sul mio cammino. (Sal 118 (119),105)

    Alleluia.

    Vangelo
    Io vi dico di non opporvi al malvagio.

    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 5,38-42

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio" e "dente per dente". Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
    E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
    Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

    Parola del Signore.


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    1. PAROLE DEI PAPI


      Il Discorso della montagna, come è riportato da Matteo, è il luogo del Nuovo Testamento dove si vede affermato chiaramente ed esercitato decisamente da Gesù il potere sulla Legge che Israele ha ricevuto da Dio come cardine dell’alleanza. […]

      La nuova legge da lui portata ha la sua sintesi nell’amore. Quest’amore farà superare all’uomo nei suoi rapporti con gli altri la classica contrapposizione amico-nemico, e tenderà all’interno dei cuori a tradursi in corrispondenti forme di solidarietà sociale e politica, anche istituzionalizzata. Sarà dunque molto ampia, nella storia l’irradiazione del “comandamento nuovo” di Gesù.

      In questo momento ci preme soprattutto rilevare che nei brani importanti del “Discorso della montagna”, si ripete la contrapposizione: “Avete inteso che fu detto . . . Ma io vi dico”; e questo non per “abolire” la Legge divina dell’antica alleanza, ma per indicarne il “perfetto compimento”, secondo il suo senso inteso da Dio-Legislatore, che Gesù illumina di luce nuova e spiega in tutto il suo valore realizzativo di nuova vita e generatore di nuova storia: e lo fa attribuendosi un’autorità che è quella stessa del Dio-Legislatore. Si può dire che in quella sua espressione ripetuta sei volte: Io vi dico, risuona l’eco di quell’autodefinizione di Dio, che Gesù si è pure attribuita: “Io Sono. Io vi dico, io Sono” (cf. Gv 8, 58). (San Giovanni Paolo II – Udienza generale, mercoledì 14 ottobre 1987)


      Nel Vangelo di questa domenica (Mt 5,38-48) – una di quelle pagine che meglio esprimono la “rivoluzione” cristiana – Gesù mostra la via della vera giustizia mediante la legge dell’amore che supera quella del taglione, cioè «occhio per occhio e dente per dente». […] Gesù non chiede ai suoi discepoli di subire il male, anzi, chiede di reagire, però non con un altro male, ma con il bene. Solo così si spezza la catena del male […] e cambiano veramente le cose. Il male infatti è un “vuoto”, un vuoto di bene, e un vuoto non si può riempire con un altro vuoto, ma solo con un “pieno”, cioè con il bene. […] Per Gesù il rifiuto della violenza può comportare anche la rinuncia ad un legittimo diritto; e ne dà alcuni esempi: porgere l’altra guancia, cedere il proprio vestito o il proprio denaro, accettare altri sacrifici (cfr vv. 39-42). Ma questa rinuncia non vuol dire che le esigenze della giustizia vengano ignorate o contraddette; no, al contrario, l’amore cristiano, che si manifesta in modo speciale nella misericordia, rappresenta una realizzazione superiore della giustizia. Quello che Gesù ci vuole insegnare è la netta distinzione che dobbiamo fare tra la giustizia e la vendetta. Distinguere tra giustizia e vendetta.
      (P. Francesco Angelus, 19 febbraio 2017)

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  2. FAUSTI - “Occhio per occhio...” E' la legge del taglione , comune nell'antichità come limitazione della vendetta selvaggia del più forte e ristabilimento di una certa parità.
    Ma non risolve il male : semplicemente lo raddoppia, nella speranza, per lo più vana, che ciò serva da deterrente.
    Infatti aiuta il male a farsi più furbo e prepotente.
    La legge del taglione è sostituita da quella della misericordia , che sola vince il male e riscatta chi lo fa.
    Gesù si pone nell'ottica della giustizia “eccessiva” del Padre. Solo questa vince il male.
    Sullo sfondo c'è la Croce del Figlio che si carica del male dei fratelli (Is 53,1) e così compie ogni giustizia.
    Gesù propone e dona la nuova economia dell'amore , che vince quella dell'egoismo.
    Seguono 5 esempi , che sono anche 5 regole con cui si mostra come vincere il male con il bene(Rom 12,21).
    la prima regola per opporsi al male è opporsi al male e non al malvagio.
    Il male fa male innanzitutto a chi lo fa , e non va restituito.
    Il malvagio, prima vittima del male , è un mio fratello e va amato con più cuore.
    Il mio odio verso di lui fa da spia alla mia connivenza col male ;
    il mio amore verso di lui fa da spia alla mia libertà da esso.
    Gesù ama i peccatori perché odia il peccato; io odio i peccatori perché amo il peccato.
    Solo un cuore puro ama con tenerezza il peccatore. Ha quella compassione che vince il male stesso : invece di restituirlo raddoppiandolo, ha la forza di farsene carico, di patire-con l'altro, “
    l'Agnello di Dio che porta e toglie il peccato del mondo (Gv 1, 29).
    “Tu porgigli anche l'altra”Se la prima regola per vincere il male è non restituirlo, la seconda è la disponibilità a portarne il doppio, pur di non raddoppiarlo.
    “A chi ti vuol chiamare in giudizio e toglierti la tunica, lascia anche il mantello” La terza regola per vincere il male è rinunciare al tuo diritto, cosciente del tuo dovere di figlio, quello di non opporti al fratello.
    Piuttosto che rivendicare senza amore la tua tunica, sii disposto a rinunciare anche al mantello.
    La vittoria del Figlio sulla croce fu la vittoria contro la rapacità di Adamo.
    - Gesù dice ciò che nel seguito del Vangelo puntualmente realizza.
    ”Se uno ti angarierà per un miglio, vai con lui per due” La quarta regola riguarda le angherie. L'angarius è il messo del re, che ha il diritto di requisire chiunque a portare i suoi pesi.
    Ogni uomo è figlio di Dio, il gran Re, e tu hai il dovere di aiutarlo a portare i suoi pesi.
    I bisogni dell'altro sono tuoi doveri.
    E se uno ti costringe a farne uno, fa' per lui due.
    La quinta regola è la disponibilità a dare, vittoria sul “prendere”.
    Il prendere per possedere è principio di ogni male, distrugge la creazione che è dono d'amore.
    Il dare è principio di comunione.
    La comunione tra tutti viene proprio dal Corpo del Figlio, dato per noi.

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