"Siate misericordiosi come Misericordioso è il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato , una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata in grembo , perché con la misura con cui misurate , sarà misurato anche a voi in cambio!" Lc 6, 36-38
Ascolta, o Signore, la mia voce: a te io grido. Sei tu il mio aiuto: non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 26,7.9)
O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici sempre con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo. Prima Lettura Nabot venne lapidato e morì.
Dal primo libro dei Re 1Re 21,1b-16
In quel tempo, Nabot di Izreèl possedeva una vigna che era a Izreèl, vicino al palazzo di Acab, re di Samarìa. Acab disse a Nabot: «Cedimi la tua vigna; ne farò un orto, perché è confinante con la mia casa. Al suo posto ti darò una vigna migliore di quella, oppure, se preferisci, te la pagherò in denaro al prezzo che vale». Nabot rispose ad Acab: «Mi guardi il Signore dal cederti l'eredità dei miei padri». Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot di Izreèl, che aveva affermato: «Non ti cederò l'eredità dei miei padri!». Si coricò sul letto, voltò la faccia da un lato e non mangiò niente. Entrò da lui la moglie Gezabèle e gli domandò: «Perché mai il tuo animo è tanto amareggiato e perché non vuoi mangiare?». Le rispose: «Perché ho detto a Nabot di Izreèl: "Cedimi la tua vigna per denaro, o, se preferisci, ti darò un'altra vigna" ed egli mi ha risposto: "Non cederò la mia vigna!"». Allora sua moglie Gezabèle gli disse: «Tu eserciti così la potestà regale su Israele? Àlzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la farò avere io la vigna di Nabot di Izreèl!». Ella scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai notabili della città, che abitavano vicino a Nabot. Nelle lettere scrisse: «Bandite un digiuno e fate sedere Nabot alla testa del popolo. Di fronte a lui fate sedere due uomini perversi, i quali l'accusino: "Hai maledetto Dio e il re!". Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia». Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i notabili che abitavano nella sua città, fecero come aveva ordinato loro Gezabèle, ossia come era scritto nelle lettere che aveva loro spedito. Bandirono un digiuno e fecero sedere Nabot alla testa del popolo. Giunsero i due uomini perversi, che si sedettero di fronte a lui. Costoro accusarono Nabot davanti al popolo affermando: «Nabot ha maledetto Dio e il re». Lo condussero fuori della città e lo lapidarono ed egli morì. Quindi mandarono a dire a Gezabèle: «Nabot è stato lapidato ed è morto». Appena Gezabèle sentì che Nabot era stato lapidato ed era morto, disse ad Acab: «Su, prendi possesso della vigna di Nabot di Izreèl, il quale ha rifiutato di dartela in cambio di denaro, perché Nabot non vive più, è morto». Quando sentì che Nabot era morto, Acab si alzò per scendere nella vigna di Nabot di Izreèl a prenderne possesso.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 5
R. Sii attento, Signore, al mio lamento. Oppure: R. Ascolta, Signore, il povero che ti invoca.
Porgi l'orecchio, Signore, alle mie parole: intendi il mio lamento. Sii attento alla voce del mio grido, o mio re e mio Dio, perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera. R.
Tu non sei un Dio che gode del male, non è tuo ospite il malvagio; gli stolti non resistono al tuo sguardo. R.
Tu hai in odio tutti i malfattori, tu distruggi chi dice menzogne. Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta. R.
Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. (Sal 118 (119),105)
Alleluia.
Vangelo Io vi dico di non opporvi al malvagio.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,38-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio" e "dente per dente". Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
PAROLE DEL SANTO PADRE Nel Vangelo di questa domenica (Mt 5,38-48) – una di quelle pagine che meglio esprimono la “rivoluzione” cristiana – Gesù mostra la via della vera giustizia mediante la legge dell’amore che supera quella del taglione, cioè «occhio per occhio e dente per dente». […] Gesù non chiede ai suoi discepoli di subire il male, anzi, chiede di reagire, però non con un altro male, ma con il bene. Solo così si spezza la catena del male […] e cambiano veramente le cose. Il male infatti è un “vuoto”, un vuoto di bene, e un vuoto non si può riempire con un altro vuoto, ma solo con un “pieno”, cioè con il bene. […] Per Gesù il rifiuto della violenza può comportare anche la rinuncia ad un legittimo diritto; e ne dà alcuni esempi: porgere l’altra guancia, cedere il proprio vestito o il proprio denaro, accettare altri sacrifici (cfr vv. 39-42). Ma questa rinuncia non vuol dire che le esigenze della giustizia vengano ignorate o contraddette; no, al contrario, l’amore cristiano, che si manifesta in modo speciale nella misericordia, rappresenta una realizzazione superiore della giustizia. Quello che Gesù ci vuole insegnare è la netta distinzione che dobbiamo fare tra la giustizia e la vendetta. Distinguere tra giustizia e vendetta. (Angelus, 19 febbraio 2017)
FAUSTI - “Occhio per occhio...” E' la legge del taglione , comune nell'antichità come limitazione della vendetta selvaggia del più forte e ristabilimento di una certa parità. Ma non risolve il male : semplicemente lo raddoppia, nella speranza, per lo più vana, che ciò serva da deterrente. Infatti aiuta il male a farsi più furbo e prepotente. La legge del taglione è sostituita da quella della misericordia , che sola vince il male e riscatta chi lo fa. Gesù si pone nell'ottica della giustizia “eccessiva” del Padre. Solo questa vince il male. Sullo sfondo c'è la Croce del Figlio che si carica del male dei fratelli (Is 53,1) e così compie ogni giustizia. Gesù propone e dona la nuova economia dell'amore , che vince quella dell'egoismo. Seguono 5 esempi , che sono anche 5 regole con cui si mostra come vincere il male con il bene(Rom 12,21). la prima regola per opporsi al male è opporsi al male e non al malvagio. Il male fa male innanzitutto a chi lo fa , e non va restituito. Il malvagio, prima vittima del male , è un mio fratello e va amato con più cuore. Il mio odio verso di lui fa da spia alla mia connivenza col male ; il mio amore verso di lui fa da spia alla mia libertà da esso. Gesù ama i peccatori perché odia il peccato; io odio i peccatori perché amo il peccato. Solo un cuore puro ama con tenerezza il peccatore. Ha quella compassione che vince il male stesso : invece di restituirlo raddoppiandolo, ha la forza di farsene carico, di patire-con l'altro, “ l'Agnello di Dio che porta e toglie il peccato del mondo (Gv 1, 29). “Tu porgigli anche l'altra”Se la prima regola per vincere il male è non restituirlo, la seconda è la disponibilità a portarne il doppio, pur di non raddoppiarlo. “A chi ti vuol chiamare in giudizio e toglierti la tunica, lascia anche il mantello” La terza regola per vincere il male è rinunciare al tuo diritto, cosciente del tuo dovere di figlio, quello di non opporti al fratello. Piuttosto che rivendicare senza amore la tua tunica, sii disposto a rinunciare anche al mantello. La vittoria del Figlio sulla croce fu la vittoria contro la rapacità di Adamo.
--->- Gesù dice ciò che nel seguito del Vangelo puntualmente realizza. ”Se uno ti angarierà per un miglio, vai con lui per due” La quarta regola riguarda le angherie. L'angarius è il messo del re, che ha il diritto di requisire chiunque a portare i suoi pesi. Ogni uomo è figlio di Dio, il gran Re, e tu hai il dovere di aiutarlo a portare i suoi pesi. I bisogni dell'altro sono tuoi doveri. E se uno ti costringe a farne uno, fa' per lui due. La quinta regola è la disponibilità a dare, vittoria sul “prendere”. Il prendere per possedere è principio di ogni male, distrugge la creazione che è dono d'amore. Il dare è principio di comunione. La comunione tra tutti viene proprio dal Corpo del Figlio, dato per noi.
Continua nella pagina seguente "A QUIEN TE PIDA, DA" Mt 5, 40-42
"Siate misericordiosi come Misericordioso è il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato , una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata in grembo , perché con la misura con cui misurate , sarà misurato anche a voi in cambio!" Lc 6, 36-38
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Ascolta, o Signore, la mia voce: a te io grido.
Sei tu il mio aiuto: non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 26,7.9)
O Dio, fortezza di chi spera in te,
ascolta benigno le nostre invocazioni,
e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto,
soccorrici sempre con la tua grazia,
perché fedeli ai tuoi comandamenti
possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Nabot venne lapidato e morì.
Dal primo libro dei Re
1Re 21,1b-16
In quel tempo, Nabot di Izreèl possedeva una vigna che era a Izreèl, vicino al palazzo di Acab, re di Samarìa. Acab disse a Nabot: «Cedimi la tua vigna; ne farò un orto, perché è confinante con la mia casa. Al suo posto ti darò una vigna migliore di quella, oppure, se preferisci, te la pagherò in denaro al prezzo che vale». Nabot rispose ad Acab: «Mi guardi il Signore dal cederti l'eredità dei miei padri».
Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot di Izreèl, che aveva affermato: «Non ti cederò l'eredità dei miei padri!». Si coricò sul letto, voltò la faccia da un lato e non mangiò niente. Entrò da lui la moglie Gezabèle e gli domandò: «Perché mai il tuo animo è tanto amareggiato e perché non vuoi mangiare?». Le rispose: «Perché ho detto a Nabot di Izreèl: "Cedimi la tua vigna per denaro, o, se preferisci, ti darò un'altra vigna" ed egli mi ha risposto: "Non cederò la mia vigna!"». Allora sua moglie Gezabèle gli disse: «Tu eserciti così la potestà regale su Israele? Àlzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la farò avere io la vigna di Nabot di Izreèl!».
Ella scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai notabili della città, che abitavano vicino a Nabot. Nelle lettere scrisse: «Bandite un digiuno e fate sedere Nabot alla testa del popolo. Di fronte a lui fate sedere due uomini perversi, i quali l'accusino: "Hai maledetto Dio e il re!". Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia».
Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i notabili che abitavano nella sua città, fecero come aveva ordinato loro Gezabèle, ossia come era scritto nelle lettere che aveva loro spedito. Bandirono un digiuno e fecero sedere Nabot alla testa del popolo. Giunsero i due uomini perversi, che si sedettero di fronte a lui. Costoro accusarono Nabot davanti al popolo affermando: «Nabot ha maledetto Dio e il re». Lo condussero fuori della città e lo lapidarono ed egli morì. Quindi mandarono a dire a Gezabèle: «Nabot è stato lapidato ed è morto».
Appena Gezabèle sentì che Nabot era stato lapidato ed era morto, disse ad Acab: «Su, prendi possesso della vigna di Nabot di Izreèl, il quale ha rifiutato di dartela in cambio di denaro, perché Nabot non vive più, è morto». Quando sentì che Nabot era morto, Acab si alzò per scendere nella vigna di Nabot di Izreèl a prenderne possesso.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 5
R. Sii attento, Signore, al mio lamento.
Oppure:
R. Ascolta, Signore, il povero che ti invoca.
Porgi l'orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
Sii attento alla voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera. R.
Tu non sei un Dio che gode del male,
non è tuo ospite il malvagio;
gli stolti non resistono al tuo sguardo. R.
Tu hai in odio tutti i malfattori,
tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta. R.
Alleluia, alleluia.
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luce sul mio cammino. (Sal 118 (119),105)
Alleluia.
Vangelo
Io vi dico di non opporvi al malvagio.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,38-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio" e "dente per dente". Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
RispondiEliminaNel Vangelo di questa domenica (Mt 5,38-48) – una di quelle pagine che meglio esprimono la “rivoluzione” cristiana – Gesù mostra la via della vera giustizia mediante la legge dell’amore che supera quella del taglione, cioè «occhio per occhio e dente per dente». […] Gesù non chiede ai suoi discepoli di subire il male, anzi, chiede di reagire, però non con un altro male, ma con il bene. Solo così si spezza la catena del male […] e cambiano veramente le cose. Il male infatti è un “vuoto”, un vuoto di bene, e un vuoto non si può riempire con un altro vuoto, ma solo con un “pieno”, cioè con il bene. […] Per Gesù il rifiuto della violenza può comportare anche la rinuncia ad un legittimo diritto; e ne dà alcuni esempi: porgere l’altra guancia, cedere il proprio vestito o il proprio denaro, accettare altri sacrifici (cfr vv. 39-42). Ma questa rinuncia non vuol dire che le esigenze della giustizia vengano ignorate o contraddette; no, al contrario, l’amore cristiano, che si manifesta in modo speciale nella misericordia, rappresenta una realizzazione superiore della giustizia. Quello che Gesù ci vuole insegnare è la netta distinzione che dobbiamo fare tra la giustizia e la vendetta. Distinguere tra giustizia e vendetta. (Angelus, 19 febbraio 2017)
FAUSTI - “Occhio per occhio...” E' la legge del taglione , comune nell'antichità come limitazione della vendetta selvaggia del più forte e ristabilimento di una certa parità.
Ma non risolve il male : semplicemente lo raddoppia, nella speranza, per lo più vana, che ciò serva da deterrente.
Infatti aiuta il male a farsi più furbo e prepotente.
La legge del taglione è sostituita da quella della misericordia , che sola vince il male e riscatta chi lo fa.
Gesù si pone nell'ottica della giustizia “eccessiva” del Padre. Solo questa vince il male.
Sullo sfondo c'è la Croce del Figlio che si carica del male dei fratelli (Is 53,1) e così compie ogni giustizia.
Gesù propone e dona la nuova economia dell'amore , che vince quella dell'egoismo.
Seguono 5 esempi , che sono anche 5 regole con cui si mostra come vincere il male con il bene(Rom 12,21).
la prima regola per opporsi al male è opporsi al male e non al malvagio.
Il male fa male innanzitutto a chi lo fa , e non va restituito.
Il malvagio, prima vittima del male , è un mio fratello e va amato con più cuore.
Il mio odio verso di lui fa da spia alla mia connivenza col male ;
il mio amore verso di lui fa da spia alla mia libertà da esso.
Gesù ama i peccatori perché odia il peccato; io odio i peccatori perché amo il peccato.
Solo un cuore puro ama con tenerezza il peccatore. Ha quella compassione che vince il male stesso : invece di restituirlo raddoppiandolo, ha la forza di farsene carico, di patire-con l'altro, “
l'Agnello di Dio che porta e toglie il peccato del mondo (Gv 1, 29).
“Tu porgigli anche l'altra”Se la prima regola per vincere il male è non restituirlo, la seconda è la disponibilità a portarne il doppio, pur di non raddoppiarlo.
“A chi ti vuol chiamare in giudizio e toglierti la tunica, lascia anche il mantello” La terza regola per vincere il male è rinunciare al tuo diritto, cosciente del tuo dovere di figlio, quello di non opporti al fratello.
Piuttosto che rivendicare senza amore la tua tunica, sii disposto a rinunciare anche al mantello.
La vittoria del Figlio sulla croce fu la vittoria contro la rapacità di Adamo.
--->- Gesù dice ciò che nel seguito del Vangelo puntualmente realizza.
RispondiElimina”Se uno ti angarierà per un miglio, vai con lui per due” La quarta regola riguarda le angherie. L'angarius è il messo del re, che ha il diritto di requisire chiunque a portare i suoi pesi.
Ogni uomo è figlio di Dio, il gran Re, e tu hai il dovere di aiutarlo a portare i suoi pesi.
I bisogni dell'altro sono tuoi doveri.
E se uno ti costringe a farne uno, fa' per lui due.
La quinta regola è la disponibilità a dare, vittoria sul “prendere”.
Il prendere per possedere è principio di ogni male, distrugge la creazione che è dono d'amore.
Il dare è principio di comunione.
La comunione tra tutti viene proprio dal Corpo del Figlio, dato per noi.
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"A QUIEN TE PIDA, DA" Mt 5, 40-42