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venerdì 15 settembre 2017

"NUESTRO PAN" Mt 6,11


2 commenti:

  1. BENEDETTO XVI- Pensieri da Gesù di Nazaret – Dacci oggi il nostro pane quotidiano -
    La quarta domanda del Padre Nostro ci appare come la più umana di tutte : il Signore, che orienta il nostro sguardo su ciò che è essenziale, sull'unica cosa necessaria, sa anche delle nostre necessità terrene e le riconosce..Egli, che ai Suoi discepoli dice :”per la vostra vita non affannatevi di quel che mangerete”(Mt 6, 25) , ci invita tuttavia a pregare per il nostro cibo e a trasmettere così la nostra preoccupazione a Dio.
    Il pane è” frutto della terra e del lavoro dell'uomo”,ma la terra non porta alcun frutto, se non riceve dall'alto sole e pioggia.
    Questa sinergia delle forze cosmiche , che non è stata consegnata nelle nostre mani, si contrappone alla tentazione della nostra superbia di darci la vita da soli e con le nostre capacità.Tale superbia rende violenti e freddi. Finisce per distruggere la terra , non può essere altrimenti perché contrasta con la verità, cioè che noi esseri umani siamo destinati a superarci e che solo nell'apertura a Dio diventiamo grandi, liberi, noi stessi.
    Possiamo chiedere e dobbiamo chiedere. Lo sappiamo . Se già i padri terreni danno cose buone ai loro figli quando le chiedono, così Dio non ci rifiuterà i beni che solo Lui può donare. Si parla del “pane nostro”, anche qui preghiamo nella comunione dei figli di Dio, e pertanto nessuno può pensare solo a se stesso.
    La preghiera presuppone la povertà dei discepoli. Persone che, a causa delle fede, hanno rinunciato al mondo , alle sue ricchezze e alle sue lusinghe e chiedono ormai solo quanto è necessario per la vita. Le persone che si affidano a Dio al punto da non cercare altra sicurezza, ci incoraggiano a fidarci di Dio, a contare su di Lui nelle grandi sfide della vita.
    Questa povertà è un atto di solidarietà con i poveri del mondo, che ha creato nuova disponibilità al servizio, all'impegno per gli altri.
    La domanda per il pane, per il pane solo per l'oggi, suscita il ricordo dei quarant'anni di peregrinazione di Israele nel deserto, quando il popolo visse di manna, di quel pane che Dio mandava dal cielo. Ciascuno poteva raccoglierne sempre solo la quantità necessaria per quel giorno, solo nel sesto giorno se ne poteva raccogliere la razione necessaria per due giorni, per osservare così il precetto del sabato,
    Io penso che nella spiegazione della domanda del pane non si debba perdere di vista il più ampio contesto delle parole e delle opere di Gesù, nel quale hanno un ruolo importante i contenuti essenziali della vita umana : l'acqua, il pane e, come segni della festosità e della bellezza del mondo, la vite e il vino.
    Il tema del pane occupa un posto rilevante nel messaggio di Gesù – dalla tentazione nel deserto attraverso la moltiplicazione dei pani fino all'ultima Cena.
    Se prendiamo il messaggio di Gesù nella sua interezza, allora non si può cancellare la dimensione Eucaristica in questa quarta domanda del Padre Nostro.

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    1. Lettura del Giorno

      Dal libro del Siràcide
      Sir 48,1-14 NV [gr. 48,1-14]

      Sorse Elìa profeta, come un fuoco;
      la sua parola bruciava come fiaccola.
      Egli fece venire su di loro la carestia
      e con zelo li ridusse a pochi.
      Per la parola del Signore chiuse il cielo
      e così fece scendere per tre volte il fuoco.
      Come ti rendesti glorioso, Elìa, con i tuoi prodigi!
      E chi può vantarsi di esserti uguale?
      Tu hai fatto sorgere un defunto dalla morte
      e dagl’inferi, per la parola dell'Altissimo;
      tu hai fatto precipitare re nella perdizione
      e uomini gloriosi dal loro letto
      e hai annientato il loro potere.
      Tu sul Sinai hai ascoltato parole di rimprovero,
      sull'Oreb sentenze di condanna.
      Hai unto re per la vendetta
      e profeti come tuoi successori.
      Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco,
      su un carro di cavalli di fuoco;
      tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri,
      per placare l'ira prima che divampi,
      per ricondurre il cuore del padre verso il figlio
      e ristabilire le tribù di Giacobbe.
      Beati coloro che ti hanno visto
      e si sono addormentati nell'amore,
      perché è certo che anche noi vivremo
      ma dopo la morte la nostra fama non perdurerà.
      Appena Elìa fu avvolto dal turbine,
      Elisèo fu ripieno del suo spirito;
      nei suoi giorni non tremò davanti a nessun principe
      e nessuno riuscì a dominarlo.
      Nulla fu troppo grande per lui,
      e nel sepolcro il suo corpo profetizzò.
      Nella sua vita compì prodigi,
      e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.
      Vangelo del Giorno

      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 6,7-15

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
      «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
      Voi dunque pregate così:
      Padre nostro che sei nei cieli,
      sia santificato il tuo nome,
      venga il tuo regno,
      sia fatta la tua volontà,
      come in cielo così in terra.
      Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
      e rimetti a noi i nostri debiti
      come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
      e non abbandonarci alla tentazione,
      ma liberaci dal male.
      Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
      Parole del Santo Padre

      Qui sta la matrice di ogni preghiera cristiana – direi di ogni preghiera umana –, che è sempre fatta, da una parte, di contemplazione di Dio, del suo mistero, della sua bellezza e bontà, e, dall’altra, di sincera e coraggiosa richiesta di quello che ci serve per vivere, e vivere bene. Così, nella sua semplicità e nella sua essenzialità, il “Padre nostro” educa chi lo prega a non moltiplicare parole vane, perché – come Gesù stesso dice – «il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate» (Mt 6,8). […] Il primo passo della preghiera cristiana è dunque la consegna di noi stessi a Dio, alla sua provvidenza. È come dire: “Signore, Tu sai tutto, non c’è nemmeno bisogno che ti racconti il mio dolore, ti chiedo solo che tu stia qui accanto a me: sei Tu la mia speranza”. (Udienza generale, 27 febbraio 2019)

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