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venerdì 22 settembre 2017

"SERVIR A DIOS" Mt 6,22-24






3 commenti:

  1. S. FAUSTI – L'occhio non è semplicemente la finestra attraverso cui entra ciò che è fuori. E' anche la lucerna : la luce che è nel cuore esce da esso e si proietta sulla realtà.
    Il modo di guardare, valutare, pensare, sentire, camminare e fare dipende dall'occhio e dal cuore, che rende luminosa o oscura non solo la persona, ma anche la realtà che la circonda.
    C'è un occhio malato e cattivo – il malocchio - che diffonde tenebra. Chi diffonde tenebra invece di luce, quanto buio deve avere nel cuore! La luce , principio della creazione e della vita, esce dalla bocca di Dio che dice . “Sia la luce” e la luce fu (Gen1,3).
    La tenebra è la bocca del nulla , che tutto mangia e seppellisce nella morte.
    “Nessuno può servire due padroni” Noi ostinatamente cerchiamo di mettere insieme Dio e l'idolo, zoppicando da due parti (1Re 18,21). Dio tollera di essere ignorato, ma non di essere secondo : non sarebbe Dio! Qualunque idolo gli metti davanti, cade e si frantuma,come Dagon dinanzi all'arca (1Sam 5,2). Bisogna decidere se seguire Dio o gli idoli.
    Se il tuo fine è Dio, diventi come Lui ; se è l'idolo, diventi come l'idolo, che ha volto oscuro, bocca muta, occhio spento, orecchio sordo,naso insensibile, mano chiusa, piede paralizzato, gola serrata e senza suono.
    Invece di essere figlio del Dio vivente , diventa una statua morta e fredda.
    Sulla fronte porteremo il numero 666, il marchio della bestia, o il nome del Signore? (Ap 22,4).
    Attenti al pericolo di servire l'idolo, senza accorgersene, per 24 h al giorno e 7 giorni alla settimana durante tutta la vita , con il culto diretto nel lavoro per produrlo e quello indiretto nel riposo per consumarlo e riprodurlo!

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  2. Antifona

    Chi ha mani innocenti e cuore puro salirà il monte del Signore
    e starà nel suo luogo santo. (Cf. Sal 23,4.3)


    O Dio, fonte di ogni dono del cielo,
    che in san Luigi [Gonzaga] hai unito in modo mirabile
    l’innocenza della vita e la penitenza,
    per i suoi meriti e la sua intercessione
    fa’ che, se non l’abbiamo imitato nell’innocenza,
    lo seguiamo sulla via della penitenza evangelica.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Unsero Ioas e acclamarono: «Viva il re!».

    Dal secondo libro dei Re
    2Re 11,1-4.9-18.20

    In quei giorni, Atalìa, madre di Acazìa, visto che era morto suo figlio, si accinse a sterminare tutta la discendenza regale. Ma Ioseba, figlia del re Ioram e sorella di Acazìa, prese Ioas, figlio di Acazìa, sottraendolo ai figli del re destinati alla morte, e lo portò assieme alla sua nutrice nella camera dei letti; lo nascose così ad Atalìa ed egli non fu messo a morte. Rimase nascosto presso di lei nel tempio del Signore per sei anni; intanto Atalìa regnava sul paese.
    Il settimo anno Ioiadà mandò a chiamare i comandanti delle centinaia dei Carii e delle guardie e li fece venire presso di sé nel tempio del Signore. Egli concluse con loro un’alleanza, facendoli giurare nel tempio del Signore; quindi mostrò loro il figlio del re. I comandanti delle centinaia fecero quanto aveva disposto il sacerdote Ioiadà. Ognuno prese i suoi uomini, quelli che entravano in servizio il sabato e quelli che smontavano il sabato, e andarono dal sacerdote Ioiadà. Il sacerdote consegnò ai comandanti di centinaia lance e scudi, già appartenenti al re Davide, che erano nel tempio del Signore. Le guardie, ognuno con l’arma in pugno, si disposero dall’angolo destro del tempio fino all’angolo sinistro, lungo l’altare e l’edificio, in modo da circondare il re. Allora Ioiadà fece uscire il figlio del re e gli consegnò il diadema e il mandato; lo proclamarono re e lo unsero. Gli astanti batterono le mani e acclamarono: «Viva il re!».
    Quando sentì il clamore delle guardie e del popolo, Atalìa si presentò al popolo nel tempio del Signore. Guardò, ed ecco che il re stava presso la colonna secondo l’usanza, i comandanti e i trombettieri erano presso il re, mentre tutto il popolo della terra era in festa e suonava le trombe. Atalìa si stracciò le vesti e gridò: «Congiura, congiura!». Il sacerdote Ioiadà ordinò ai comandanti delle centinaia, preposti all’esercito: «Conducetela fuori in mezzo alle file e chiunque la segue venga ucciso di spada». Il sacerdote infatti aveva detto: «Non sia uccisa nel tempio del Signore». Le misero addosso le mani ed essa raggiunse la reggia attraverso l’ingresso dei Cavalli e là fu uccisa.
    Ioiadà concluse un’alleanza fra il Signore, il re e il popolo, affinché fosse il popolo del Signore, e così pure fra il re e il popolo. Tutto il popolo della terra entrò nel tempio di Baal e lo demolì, ne fece a pezzi completamente gli altari e le immagini e ammazzò Mattàn, sacerdote di Baal, davanti agli altari. Il sacerdote Ioiadà mise sorveglianti al tempio del Signore.
    Tutto il popolo della terra era in festa e la città rimase tranquilla: Atalìa era stata uccisa con la spada nella reggia.

    Parola di Dio.

    Salmo

    Dal Sal 131 (132)


    R. Il Signore è fedele al suo patto.

    Il Signore ha giurato a Davide,
    promessa da cui non torna indietro:
    «Il frutto delle tue viscere
    io metterò sul tuo trono! R.

    Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza
    e i precetti che insegnerò loro,
    anche i loro figli per sempre
    siederanno sul tuo trono». R.

    Sì, il Signore ha scelto Sion,
    l’ha voluta per sua residenza:
    «Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
    qui risiederò, perché l’ho voluto. R.

    Là farò germogliare una potenza per Davide,
    preparerò una lampada per il mio consacrato.
    Rivestirò di vergogna i suoi nemici,
    mentre su di lui fiorirà la sua corona». R.



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  3. Alleluia

    Beati i poveri in spirito,
    perché di essi è il regno dei cieli. (Mt 5,3)

    Alleluia.


    Vangelo
    Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.

    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 6,19-23

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
    La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

    Parola del Signore.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Alla fine queste ricchezze non danno la sicurezza per sempre. Anzi ti portano giù nella tua dignità. Ed è questo che succede in famiglie, tante famiglie divise… Anche a radice delle guerre c’è questa ambizione, che distrugge, corrompe. In questo mondo, in questo momento, ci si sono tante guerre per avidità di potere, di ricchezze. Si può pensare alla guerra nel nostro cuore: “Tenetevi lontano da ogni cupidigia!” così dice il Signore». Perché la cupidigia va avanti, va avanti, va avanti: è uno scalino, apre la porta, poi viene la vanità — credersi importanti, credersi potenti — e, alla fine, l’orgoglio. E da lì tutti i vizi, tutti: sono scalini, ma il primo è la cupidigia, la voglia di accumulare ricchezze. […] “E’ difficile, è come giocare col fuoco! Tanti tranquillizzano la propria coscienza con l’elemosina e danno quello che avanza loro. Quello non è l’amministratore: l’amministratore prende per sé quello che avanza e dà agli altri, in servizio, tutto. Amministrare la ricchezza è uno spogliarsi continuamente del proprio interesse e non pensare che queste ricchezze ci daranno salvezza. Accumulare, sì, va bene. Tesori, sì, va bene: ma quelli che hanno prezzo – diciamo così – nella ‘borsa del Cielo’. Lì, accumulare lì!”.
    In questo mondo, in questo momento, ci si sono tante guerre per avidità di potere, di ricchezze. Si può pensare alla guerra nel nostro cuore: “Tenetevi lontano da ogni cupidigia!” così dice il Signore. Perché la cupidigia va avanti, va avanti, va avanti: è uno scalino, apre la porta, poi viene la vanità — credersi importanti, credersi potenti — e, alla fine, l’orgoglio. E da lì tutti i vizi, tutti: sono scalini, ma il primo è la cupidigia, la voglia di accumulare ricchezze. […] Amministrare la ricchezza è uno spogliarsi continuamente del proprio interesse e non pensare che queste ricchezze ci daranno salvezza. Accumulare, sì, va bene. Tesori, sì, va bene: ma quelli che hanno prezzo – diciamo così – nella ‘borsa del Cielo’. Lì, accumulare lì!”. (Santa Marta, 19 giugno 2015)
    Gesù dice: «Dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21). Dov’è il nostro tesoro, il tesoro della nostra società? Nei figli o nelle finanze? Che cosa ci attrae, la famiglia o il fatturato? Ci dev’essere il coraggio di scegliere che cosa viene prima, perché lì si legherà il cuore. Il coraggio di scegliere la vita è creativo, perché non accumula o moltiplica quello che già esiste, ma si apre alla novità, alle sorprese: ogni vita umana è la vera novità, che non conosce un prima e un dopo nella storia. Noi tutti abbiamo ricevuto questo dono irripetibile e i talenti che abbiamo servono a tramandare, di generazione in generazione, il primo dono di Dio, il dono della vita. (Apertura degli Stati generali della natalità, 14 maggio 2021)



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