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martedì 19 settembre 2017

"LÍBRANOS DEL MAL" Mt 6, 13-15


3 commenti:

  1. Gesuiti - Chiediamo di essere liberati, strappati dal maligno o
    dal male, di essere liberati dal potere del male che ci domina.
    In Efesini 6, 12 si dice che il male con cui abbiamo a che fare
    non è che lo possiamo vincere, dicendo: Ci mettiamo un po’ di buona
    volontà; ce la facciamo. Magari mi faccio aiutare dagli altri, ci
    mettiamo insieme, ci rimbocchiamo le maniche. Noi combattiamo
    con potenze superiori, veramente trascendenti, surclassanti le nostre
    forze, ma Dio nella situazione ci aiuta, ci libera, ci strappa dal male;
    provati come si prova l'oro nel crogiuolo.

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    1. Lettura del Giorno

      Dal libro del Siràcide
      Sir 48,1-14 NV [gr. 48,1-14]

      Sorse Elìa profeta, come un fuoco;
      la sua parola bruciava come fiaccola.
      Egli fece venire su di loro la carestia
      e con zelo li ridusse a pochi.
      Per la parola del Signore chiuse il cielo
      e così fece scendere per tre volte il fuoco.
      Come ti rendesti glorioso, Elìa, con i tuoi prodigi!
      E chi può vantarsi di esserti uguale?
      Tu hai fatto sorgere un defunto dalla morte
      e dagl’inferi, per la parola dell'Altissimo;
      tu hai fatto precipitare re nella perdizione
      e uomini gloriosi dal loro letto
      e hai annientato il loro potere.
      Tu sul Sinai hai ascoltato parole di rimprovero,
      sull'Oreb sentenze di condanna.
      Hai unto re per la vendetta
      e profeti come tuoi successori.
      Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco,
      su un carro di cavalli di fuoco;
      tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri,
      per placare l'ira prima che divampi,
      per ricondurre il cuore del padre verso il figlio
      e ristabilire le tribù di Giacobbe.
      Beati coloro che ti hanno visto
      e si sono addormentati nell'amore,
      perché è certo che anche noi vivremo
      ma dopo la morte la nostra fama non perdurerà.
      Appena Elìa fu avvolto dal turbine,
      Elisèo fu ripieno del suo spirito;
      nei suoi giorni non tremò davanti a nessun principe
      e nessuno riuscì a dominarlo.
      Nulla fu troppo grande per lui,
      e nel sepolcro il suo corpo profetizzò.
      Nella sua vita compì prodigi,
      e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.
      Vangelo del Giorno

      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 6,7-15

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
      «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
      Voi dunque pregate così:
      Padre nostro che sei nei cieli,
      sia santificato il tuo nome,
      venga il tuo regno,
      sia fatta la tua volontà,
      come in cielo così in terra.
      Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
      e rimetti a noi i nostri debiti
      come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
      e non abbandonarci alla tentazione,
      ma liberaci dal male.
      Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
      Parole del Santo Padre

      Qui sta la matrice di ogni preghiera cristiana – direi di ogni preghiera umana –, che è sempre fatta, da una parte, di contemplazione di Dio, del suo mistero, della sua bellezza e bontà, e, dall’altra, di sincera e coraggiosa richiesta di quello che ci serve per vivere, e vivere bene. Così, nella sua semplicità e nella sua essenzialità, il “Padre nostro” educa chi lo prega a non moltiplicare parole vane, perché – come Gesù stesso dice – «il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate» (Mt 6,8). […] Il primo passo della preghiera cristiana è dunque la consegna di noi stessi a Dio, alla sua provvidenza. È come dire: “Signore, Tu sai tutto, non c’è nemmeno bisogno che ti racconti il mio dolore, ti chiedo solo che tu stia qui accanto a me: sei Tu la mia speranza”. (Udienza generale, 27 febbraio 2019)

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Quante volte c’è gente che dice “Padre Nostro”, ma non sa cosa dice. Perché sì, è il Padre, ma tu senti che quando dici “Padre” Lui è il Padre, il Padre tuo, il Padre dell’umanità, il Padre di Gesù Cristo? Tu hai un rapporto con questo Padre? Quando noi preghiamo il “Padre Nostro”, ci colleghiamo col Padre che ci ama, ma è lo Spirito a darci questo collegamento, questo sentimento di essere figli di Dio. (Udienza generale, 14 marzo 2018)
    Il cristiano non è uno che si impegna ad essere più buono degli altri: sa di essere peccatore come tutti. Il cristiano semplicemente è l’uomo che sosta davanti al nuovo Roveto Ardente, alla rivelazione di un Dio che non porta l’enigma di un nome impronunciabile, ma che chiede ai suoi figli di invocarlo con il nome di “Padre”, di lasciarsi rinnovare dalla sua potenza e di riflettere un raggio della sua bontà per questo mondo così assetato di bene, così in attesa di belle notizie. Ecco dunque come Gesù introduce l’insegnamento della preghiera del “Padre nostro”. Lo fa prendendo le distanze da due gruppi del suo tempo. Anzitutto gli ipocriti. […] C’è gente che è capace di tessere preghiere atee, senza Dio e lo fanno per essere ammirati dagli uomini. […] La preghiera cristiana, invece, non ha altro testimone credibile che la propria coscienza, dove si intreccia intensissimo un continuo dialogo con il Padre: «Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto». Poi Gesù prende le distanze dalla preghiera dei pagani: «Non sprecate parole […]: essi credono di venire ascoltati a forza di parole» (Mt 6,7).[…] Tu invece – dice Gesù –, quando preghi, rivolgiti a Dio come un figlio a suo padre, il quale sa di quali cose ha bisogno prima ancora che gliele chieda (cfr Mt 6,8). (Udienza generale, 2 gennaio 2019)

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