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martedì 5 settembre 2017

"CUANDO USTEDES DIGAN" Mt 5,37



4 commenti:

  1. Antifona
    Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?
    Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura?
    Gli avversari e i nemici, sono essi a cadere. (Cf. Sal 26,1-2)

    Colletta
    O Dio, sorgente di ogni bene,
    ispiraci propositi giusti e santi
    e donaci il tuo aiuto,
    perché possiamo attuarli nella nostra vita.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore.
    Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
    2Cor 5,14-21

    Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.
    Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
    Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
    In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 102 (103)

    R. Misericordioso e pietoso è il Signore.
    Oppure:
    R. Il Signore è buono e grande nell'amore.

    Benedici il Signore, anima mia,
    quanto è in me benedica il suo santo nome.
    Benedici il Signore, anima mia,
    non dimenticare tutti i suoi benefici. R.

    Egli perdona tutte le tue colpe,
    guarisce tutte le tue infermità,
    salva dalla fossa la tua vita,
    ti circonda di bontà e misericordia. R.

    Misericordioso e pietoso è il Signore,
    lento all'ira e grande nell'amore.
    Non è in lite per sempre,
    non rimane adirato in eterno. R.

    Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
    così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
    quanto dista l'oriente dall'occidente,
    così egli allontana da noi le nostre colpe. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Piega il mio cuore, o Dio, verso i tuoi insegnamenti;
    donami la grazia della tua legge. (Sal 118 (119),36.29b)

    Alleluia.


    Vangelo
    Io vi dico: non giurate affatto.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 5,33-37

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno».

    Parola del Signore.


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    Risposte
    1. Le Parole dei Papi
      Essere liberi – secondo il programma di Cristo e del suo Regno – non vuol dire godimento ma fatica: la fatica della libertà. A prezzo di questa fatica l’uomo “non disperde”, ma insieme con Cristo “raccoglie”. A prezzo di questa fatica l’uomo ottiene anche in se stesso quell’unità, che è propria del Regno di Dio. […] Miei cari amici! Questa unità è il vostro compito particolare, se non volete cedere, se non volete arrendervi all’unità di quell’altro programma, quello che cerca di realizzare nel mondo, nell’umanità, nella nostra generazione e in ognuno di noi, colui che la Sacra Scrittura chiama anche “padre della menzogna” (Gv 8,44). […] Imparate a pensare, a parlare, ad agire secondo i principi della semplicità e della chiarezza evangelica: “Si, si, no, no”. Imparate a chiamare bianco il bianco, e nero il nero – male il male, e bene il bene. Imparate a chiamare peccato il peccato, e non chiamatelo liberazione o progresso, anche se tutta la moda e la propaganda ne fossero contrarie. Mediante tale semplicità e tale chiarezza si costruisce l’unità del Regno di Dio. Questa unità è nello stesso tempo una matura unità interiore di ogni uomo, è il fondamento dell’unità dei coniugi e delle famiglie, è la forza delle società che forse già sentono, e sentono sempre meglio, come si cerca di distruggerle e di scomporle dal di dentro, chiamando male il bene, e peccato la manifestazione del progresso e della liberazione. (San Giovanni Paolo II – Omelia per gli studenti universitari in preparazione della Pasqua, 26 marzo 1981).
      ---State attenti a non scandalizzare. Lo scandalo è brutto, perché lo scandalo ferisce; ferisce la vulnerabilità del popolo di Dio e ferisce la debolezza del popolo di Dio e tante volte queste ferite si portano per tutta la vita. E anche non solo ferisce, lo scandalo è capace di uccidere: uccidere speranze, uccidere illusioni, uccidere famiglie, uccidere tanti cuori…” Quanti cristiani col loro esempio allontanano la gente, con la loro incoerenza, con la propria incoerenza: l’incoerenza dei cristiani è una delle armi più facili che ha il diavolo per indebolire il popolo di Dio e per allontanare il popolo di Dio dal Signore. Dire una cosa e farne un’altra. (Omelia Santa Marta, 13 novembre 2017)
      Convertirsi è guardare da un’altra parte, convergere su un’altra parte. E questo apre il cuore, fa veder altre cose. Ma se il cuore è chiuso non può essere guarito. Anche se noi cristiani facciamo tante cose buone, ma se il cuore è chiuso è tutta vernice di fuori. L’autorità, il discepolo l’avrà se segue i passi di Cristo. E quali sono i passi di Cristo? La povertà. Da Dio si è fatto uomo! Si è annientato! Si è spogliato! La povertà che porta alla mitezza, all’umiltà. Il Gesù umile che va per la strada per guarire. E così un apostolo con questo atteggiamento di povertà, di umiltà, di mitezza, è capace di avere l’autorità per dire: “Convertitevi”, per aprire i cuori. Tutti noi abbiamo bisogno di essere guariti, tutti, perché tutti abbiamo malattie spirituali, tutti. Ma, anche, tutti noi abbiamo la possibilità di guarire gli altri, ma con questo atteggiamento. Che il Signore ci dia questa grazia di guarire come guariva Lui: con la mitezza, con l’umiltà, con la forza contro il peccato, contro il diavolo e andare avanti in questo bel “mestiere” di guarirci fra noi, perché tutti: “Io guarisco un altro e mi lascio guarire dall’altro”. Fra noi. Questa è una comunità cristiana. (Papa Francesco Santa Marta, 7 febbraio 2019)

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  2. FAUSTI - “Sia la vostra parola “ Il nostro parlare non chiami a testimone Dio, ma testimoni Dio.
    Sia come il Suo : sempre vero, trasparenza del cuore.
    Il nostro parlare sia sì, se è sì, no se è no.
    In mezzo ci può essere solo il “non so” , ma non come furbizia o pigrizia, bensì come impegno di ricerca della verità o silenzio di carità.
    Non dobbiamo fare come lo stolto, che ha il cuore sulla bocca, ma come il saggio, che ha la bocca sul cuore (Sir 21,26). Cosa sarebbero i nostri rapporti interpersonali, familiari, comunitari, sociali, politici se la nostra parola fosse così? Il mondo diventerebbe un paradiso.
    La lingua è come un timone, governa la barca. E' come una scintilla : fa divampare un grande incendio (Gc 3,5). Può condurre in porto, oltre ogni burrasca ; può anche distruggere ciò che già è nel porto. Ne uccide più la lingua che la spada (Pr 18,21). “Se uno non manca nel parlare è un uomo perfetto” (Gc 3,2).
    Gesù prende occasione dal divieto di spergiurare per dire di non giurare affatto e per restituire alla parola il suo valore.
    La menzogna del serpente portò la morte nel mondo, la Parola di Dio riporta la vita.
    La parola, ascoltata e detta, è il principio della vita dell'uomo .
    Con essa capisce, interpreta e trasforma la realtà.
    Se è comunicativa, vera e liberante, è divina : ci unisce ai fratelli e ci fa figli di Dio.
    Se è possessiva, menzognera e intesa a catturare, è diabolica . ci divide dagli altri e ci relega nelle tenebre della solitudine .
    I mass-media tendono ad usarla come trappola per accalappiare intelletto e volontà.
    Il suo uso perverso è il male peggiore, proprio perché tende a togliere la capacità di intendere e di volere, la libertà.
    “Ciò che eccede questo, viene dal maligno” Il maligno è menzogna. La menzogna ha bisogno di molte parole , per confondere e persuadere.
    L'imbroglione è sempre un abile comunicatore, che cerca di avere in mano l'altro, dicendo il minimo di sé, possibilmente niente.
    La parola, origine di ogni bene se è sì al sì e no al no, è principio di ogni male se è no al sì e sì al no. Dio, infinito, è tutto e solo “Sì” (2Cor1,19) ;
    l'uomo, finito, conosce anche il no , ed è vero quando è sì al sì e no al no.
    A ogni parola deve precedere e seguire il silenzio:
    la capacità di silenzio ci ridarà vita?

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