Antifona In mezzo alla Chiesa gli ha aperto la bocca, il Signore lo ha colmato dello spirito di sapienza e d’intelligenza; gli ha fatto indossare una veste di gloria. (Cf. Sir 15,5)
La bocca del giusto medita sapienza e la sua lingua esprime verità; la legge del suo Dio è nel suo cuore. (Cf. Sal 36,30-31)
Colletta Dio onnipotente, concedi a noi, che celebriamo la nascita al cielo del santo vescovo Bonaventura, di essere illuminati dalla sua eminente sapienza e di imitare il suo serafico ardore. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Lo chiamò Mosè perché l’aveva tratto dalle acque; cresciuto in età, egli si recò dai suoi fratelli. Dal libro dell’Èsodo Es 2,1-15
In quei giorni, un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una discendente di Levi. La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi. Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese per lui un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi adagiò il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo. La sorella del bambino si pose a osservare da lontano che cosa gli sarebbe accaduto. Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Ella vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo. L’aprì e vide il bambino: ecco, il piccolo piangeva. Ne ebbe compassione e disse: «È un bambino degli Ebrei». La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone: «Devo andare a chiamarti una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il bambino?». «Va’», rispose la figlia del faraone. La fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. La figlia del faraone le disse: «Porta con te questo bambino e allattalo per me; io ti darò un salario». La donna prese il bambino e lo allattò. Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del faraone. Egli fu per lei come un figlio e lo chiamò Mosè, dicendo: «Io l’ho tratto dalle acque!». Un giorno Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e notò i loro lavori forzati. Vide un Egiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli. Voltatosi attorno e visto che non c’era nessuno, colpì a morte l’Egiziano e lo sotterrò nella sabbia. Il giorno dopo uscì di nuovo e vide due Ebrei che litigavano; disse a quello che aveva torto: «Perché percuoti il tuo fratello?». Quegli rispose: «Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi? Pensi forse di potermi uccidere, come hai ucciso l’Egiziano?». Allora Mosè ebbe paura e pensò: «Certamente la cosa si è risaputa». Il faraone sentì parlare di questo fatto e fece cercare Mosè per metterlo a morte. Allora Mosè fuggì lontano dal faraone e si fermò nel territorio di Madian.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 68 (69)
R. Voi che cercate Dio, fatevi coraggio. Oppure: R. Non nascondere il tuo volto al tuo servo, Signore.
Affondo in un abisso di fango, non ho nessun sostegno; sono caduto in acque profonde e la corrente mi travolge. R.
Ma io rivolgo a te la mia preghiera, Signore, nel tempo della benevolenza. O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi, nella fedeltà della tua salvezza. R.
Io sono povero e sofferente: la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro. Loderò il nome di Dio con un canto, lo magnificherò con un ringraziamento. R.
Vedano i poveri e si rallegrino; voi che cercate Dio, fatevi coraggio, perché il Signore ascolta i miseri e non disprezza i suoi che sono prigionieri. R.
Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore. (Cf. Sal 94 (95),8ab)
Alleluia.
Vangelo Nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne e la terra di Sòdoma saranno trattate meno duramente di voi. Dal Vangelo secondo Matteo Mt 11,20-24
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sodòma sarà trattata meno duramente di te!».
PAROLE DEI PAPI Quel giudizio finale è già in atto, incomincia adesso nel corso della nostra esistenza. Tale giudizio è pronunciato in ogni istante della vita, come riscontro della nostra accoglienza con fede della salvezza presente ed operante in Cristo, oppure della nostra incredulità, con la conseguente chiusura in noi stessi. Ma se noi ci chiudiamo all’amore di Gesù, siamo noi stessi che ci condanniamo. La salvezza è aprirsi a Gesù, e Lui ci salva. P. FRANCESCO UDIENZA GENERALE Piazza San Pietro Mercoledì, 11 dicembre 2013
La fede in Dio chiede di rinnovare ogni giorno la scelta del bene rispetto al male, la scelta della verità rispetto alla menzogna, la scelta dell’amore del prossimo rispetto all’egoismo. Chi si converte a questa scelta, dopo aver sperimentato il peccato, troverà i primi posti nel Regno dei cieli, dove c’è più gioia per un solo peccatore che si converte che per novantanove giusti. Ma la conversione, cambiare il cuore, è un processo, un processo che ci purifica dalle incrostazioni morali. E a volte è un processo doloroso, perché non c’è la strada della santità senza qualche rinuncia e senza il combattimento spirituale. Combattere per il bene, combattere per non cadere nella tentazione, fare da parte nostra quello che possiamo, per arrivare a vivere nella pace e nella gioia delle Beatitudini. (Papa Francesco - Angelus, 27 settembre 2020)
GESUITI Esisterà anche un giudizio su di noi e lo troviamo in 1Corinzi dove Paolo dice che noi siamo edificio di Dio, l’apostolo Paolo ha messo il fondamento che è Gesù Cristo poi dipende da come si costruisce sopra. 11Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. 12E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, 13l’opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. 14Se l’opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; 15ma se l’opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco. (1 Corinzi 3, 11-15) Cosa dice qui Paolo? Che nel giorno del Signore verrà provato come noi abbiamo costruito la nostra vita, il fondamento della nostra vita c’è e rimane, è Gesù Cristo, il Figlio che si è fatto nostro fratello ed è la nostra verità profonda, che siamo figli, e questa verità nostra rimane sempre. Però ci è data tutta la vita per costruire su questo, una vita da figli. Se io butto via tutta la mia vita non vivendo da figlio e fratello, davvero tutto ciò che io ho fatto sarà bruciato, vale niente, è paglia, nel giorno del giudizio sarà bruciato. Io sarò salvato, sì sarà salvata di me quella parte come Dio mi ha fatto nel momento della nascita, tutto il resto sono vissuto per nulla, era meglio morire prima. Cioè è tutta una vita inutile buttata via, è questa la grande punizione, il grande fuoco che davvero brucia via tutto. E normalmente tutto quello che facciamo è destinato al fuoco, è paglia, è legno. O è invece un crescere sul fondamento che è l’amore del Figlio per i fratelli? Quindi ci richiama alla responsabilità della nostra vita, di costruire la nostra vita positivamente per cui abbia senso vivere e allora cresciamo di gloria in gloria, secondo l’icona, l’immagine del Figlio nella quale siamo destinati, ognuno nella propria misura a ricevere la propria pienezza, allora ha senso vivere.
FAUSTI - “Guai a te!”, sono le dure parole per chi rifiuta il gioco di Dio, nonostante che gli sia esplicitamente rivelato e vi sia ripetutamente inviato. Gesù nomina le città nelle quali ha operato, paragonandole alle città pagane e a Sodoma, luogo di corruzione, che avranno sorte migliore di loro nel giorno del giudizio, perchè meno colpevoli.E' un testo di crisi , esprime con chiarezza il giudizio su chi conosce Gesù e non Lo accetta, ponendo corrispondenza tra conoscenza e responsabilità, tra responsabilità e colpa, tra colpa e punizione. Si tratta di un'invettiva di stampo profetico . È una minaccia contro l'indurimento nel male, e vuol essere un invito ad aprire gli occhi per uscire dall'accecamento. Gesù condanna il male, non chi lo fa. Infatti ha detto di amare i propri nemici e darà la vita per i peccatori.. Se il male condanna il malvagio, inchiodandolo a sé, il Signore lo libera , restando Lui stesso inchiodato sulla croce , cifra di ogni male e perversione. La Parola profetica fa verità : dichiara il male con evidenza, facendone vedere le conseguenze negative. Gesù , dando la vita per i peccatori, rivela nella Sua Misericordia di Figlio il Volto del Padre, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti (5,44-48). La Chiesa, come Corazim, Betsaida e Cafarnao, è il luogo dove avvengono di continuo i prodigi di Gesù. Li usiamo per convertirci a Lui o per difenderci da Lui?. – La felicità è il desiderio fondamentale dell'uomo, che si sa limitato e mortale. Egli sempre va oltre se stesso, mosso dal desiderio di raggiungere quella pienezza che gli manca e per la quale si sente fatto. Anche quando sbaglia, non cerca mai il male : desidera un bene maggiore, una felicità più grande. L'esperienza però insegna quanto è infelice, pieno di paure e angosce, sofferenze e ingiustizie, dilaniato da guerre e incomprensioni , da conflitti e da mali di tutti i tipi , dentro e fuori, a livello personale e sociale, locale e planetario. Il male è l'unico problema serio dell'uomo . Ogni sua azione è un tentativo di salvarsi da esso. Tutti sappiamo che cosa significa . Basta aprire il giornale, per vedere l'abisso di stupidità e cattiveria in cui siamo immersi. Il Paradiso è il desiderio che quei lampi di luce, che di tanto in tanto illuminano le tenebre, si fissino eternamente, e scompaia il buio di questa notte che conosciamo bene. Quando parliamo di Dio,ogni nostro concetto è analogico. Significa che Lui è semplicemente diverso da ciò che diciamo, che ha con Lui un certo aspetto di somiglianza. Dicendo che è giusto, affermiamo che non vuole, non tollera e non fa l'ingiustizia, che pure c'è ; ma dobbiamo anche dire che la Sua giustizia è grazia, che il Suo Giudizio è Perdono. La croce è dove si realizza la Sua Giustizia : Lui, il Giusto, è battezzato, immerso nel nostro peccato, e proprio così compie la volontà del Padre, la Giustizia superiore. Sulla croce Dio è Dio, tutto e solo Amore, vittorioso su ogni male, perfetto nella Sua giustizia, sovranamente libero e onnipotente, capace di portare Amore e Vita là dove c'è odio e morte. Lì Lui prevede tutto e provvede a tutti: il massimo male – l'esecuzione ingiusta del Giusto, l'uccisione dell'Autore della vita, il non senso assoluto, l'abbandono di Dio – è il luogo dove Lui si riversa nella sovrabbondanza del Suo Amore per colmare tutto e tutti della Sua Grazia.
RispondiEliminaAntifona
In mezzo alla Chiesa gli ha aperto la bocca,
il Signore lo ha colmato dello spirito
di sapienza e d’intelligenza;
gli ha fatto indossare una veste di gloria. (Cf. Sir 15,5)
La bocca del giusto medita sapienza
e la sua lingua esprime verità;
la legge del suo Dio è nel suo cuore. (Cf. Sal 36,30-31)
Colletta
Dio onnipotente, concedi a noi,
che celebriamo la nascita al cielo
del santo vescovo Bonaventura,
di essere illuminati dalla sua eminente sapienza
e di imitare il suo serafico ardore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Lo chiamò Mosè perché l’aveva tratto dalle acque; cresciuto in età, egli si recò dai suoi fratelli.
Dal libro dell’Èsodo
Es 2,1-15
In quei giorni, un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una discendente di Levi. La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi. Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese per lui un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi adagiò il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo. La sorella del bambino si pose a osservare da lontano che cosa gli sarebbe accaduto.
Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Ella vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo. L’aprì e vide il bambino: ecco, il piccolo piangeva. Ne ebbe compassione e disse: «È un bambino degli Ebrei». La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone: «Devo andare a chiamarti una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il bambino?». «Va’», rispose la figlia del faraone. La fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. La figlia del faraone le disse: «Porta con te questo bambino e allattalo per me; io ti darò un salario». La donna prese il bambino e lo allattò.
Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del faraone. Egli fu per lei come un figlio e lo chiamò Mosè, dicendo: «Io l’ho tratto dalle acque!».
Un giorno Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e notò i loro lavori forzati. Vide un Egiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli. Voltatosi attorno e visto che non c’era nessuno, colpì a morte l’Egiziano e lo sotterrò nella sabbia.
Il giorno dopo uscì di nuovo e vide due Ebrei che litigavano; disse a quello che aveva torto: «Perché percuoti il tuo fratello?». Quegli rispose: «Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi? Pensi forse di potermi uccidere, come hai ucciso l’Egiziano?». Allora Mosè ebbe paura e pensò: «Certamente la cosa si è risaputa».
Il faraone sentì parlare di questo fatto e fece cercare Mosè per metterlo a morte. Allora Mosè fuggì lontano dal faraone e si fermò nel territorio di Madian.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 68 (69)
R. Voi che cercate Dio, fatevi coraggio.
Oppure:
R. Non nascondere il tuo volto al tuo servo, Signore.
Affondo in un abisso di fango,
non ho nessun sostegno;
sono caduto in acque profonde
e la corrente mi travolge. R.
Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza. R.
Io sono povero e sofferente:
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
Loderò il nome di Dio con un canto,
lo magnificherò con un ringraziamento. R.
Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore. (Cf. Sal 94 (95),8ab)
Alleluia.
Vangelo
Nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne e la terra di Sòdoma saranno trattate meno duramente di voi.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,20-24
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sodòma sarà trattata meno duramente di te!».
Parola del Signore.
PAROLE DEI PAPI
RispondiEliminaQuel giudizio finale è già in atto, incomincia adesso nel corso della nostra esistenza. Tale giudizio è pronunciato in ogni istante della vita, come riscontro della nostra accoglienza con fede della salvezza presente ed operante in Cristo, oppure della nostra incredulità, con la conseguente chiusura in noi stessi. Ma se noi ci chiudiamo all’amore di Gesù, siamo noi stessi che ci condanniamo. La salvezza è aprirsi a Gesù, e Lui ci salva. P. FRANCESCO UDIENZA GENERALE Piazza San Pietro Mercoledì, 11 dicembre 2013
La fede in Dio chiede di rinnovare ogni giorno la scelta del bene rispetto al male, la scelta della verità rispetto alla menzogna, la scelta dell’amore del prossimo rispetto all’egoismo. Chi si converte a questa scelta, dopo aver sperimentato il peccato, troverà i primi posti nel Regno dei cieli, dove c’è più gioia per un solo peccatore che si converte che per novantanove giusti. Ma la conversione, cambiare il cuore, è un processo, un processo che ci purifica dalle incrostazioni morali. E a volte è un processo doloroso, perché non c’è la strada della santità senza qualche rinuncia e senza il combattimento spirituale. Combattere per il bene, combattere per non cadere nella tentazione, fare da parte nostra quello che possiamo, per arrivare a vivere nella pace e nella gioia delle Beatitudini. (Papa Francesco - Angelus, 27 settembre 2020)
GESUITI Esisterà anche un giudizio su di noi e lo troviamo in 1Corinzi dove Paolo dice che noi siamo edificio di Dio, l’apostolo Paolo ha messo il fondamento che è Gesù Cristo poi dipende da come si costruisce sopra. 11Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. 12E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, 13l’opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. 14Se l’opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; 15ma se l’opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco. (1 Corinzi 3, 11-15) Cosa dice qui Paolo? Che nel giorno del Signore verrà provato come noi abbiamo costruito la nostra vita, il fondamento della nostra vita c’è e rimane, è Gesù Cristo, il Figlio che si è fatto nostro fratello ed è la nostra verità profonda, che siamo figli, e questa verità nostra rimane sempre. Però ci è data tutta la vita per costruire su questo, una vita da figli. Se io butto via tutta la mia vita non vivendo da figlio e fratello, davvero tutto ciò che io ho fatto sarà bruciato, vale niente, è paglia, nel giorno del giudizio sarà bruciato. Io sarò salvato, sì sarà salvata di me quella parte come Dio mi ha fatto nel momento della nascita, tutto il resto sono vissuto per nulla, era meglio morire prima. Cioè è tutta una vita inutile buttata via, è questa la grande punizione, il grande fuoco che davvero brucia via tutto. E normalmente tutto quello che facciamo è destinato al fuoco, è paglia, è legno. O è invece un crescere sul fondamento che è l’amore del Figlio per i fratelli? Quindi ci richiama alla responsabilità della nostra vita, di costruire la nostra vita positivamente per cui abbia senso vivere e allora cresciamo di gloria in gloria, secondo l’icona, l’immagine del Figlio nella quale siamo destinati, ognuno nella propria misura a ricevere la propria pienezza, allora ha senso vivere.
RispondiEliminaFAUSTI - “Guai a te!”, sono le dure parole per chi rifiuta il gioco di Dio, nonostante che gli sia esplicitamente rivelato e vi sia ripetutamente inviato. Gesù nomina le città nelle quali ha operato, paragonandole alle città pagane e a Sodoma, luogo di corruzione, che avranno sorte migliore di loro nel giorno del giudizio, perchè meno colpevoli.E' un testo di crisi , esprime con chiarezza il giudizio su chi conosce Gesù e non Lo accetta, ponendo corrispondenza tra conoscenza e responsabilità, tra responsabilità e colpa, tra colpa e punizione.
RispondiEliminaSi tratta di un'invettiva di stampo profetico . È una minaccia contro l'indurimento nel male, e vuol essere un invito ad aprire gli occhi per uscire dall'accecamento.
Gesù condanna il male, non chi lo fa. Infatti ha detto di amare i propri nemici e darà la vita per i peccatori.. Se il male condanna il malvagio, inchiodandolo a sé, il Signore lo libera , restando Lui stesso inchiodato sulla croce , cifra di ogni male e perversione.
La Parola profetica fa verità : dichiara il male con evidenza, facendone vedere le conseguenze negative.
Gesù , dando la vita per i peccatori, rivela nella Sua Misericordia di Figlio il Volto del Padre, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti (5,44-48).
La Chiesa, come Corazim, Betsaida e Cafarnao, è il luogo dove avvengono di continuo i prodigi di Gesù. Li usiamo per convertirci a Lui o per difenderci da Lui?.
– La felicità è il desiderio fondamentale dell'uomo, che si sa limitato e mortale. Egli sempre va oltre se stesso, mosso dal desiderio di raggiungere quella pienezza che gli manca e per la quale si sente fatto. Anche quando sbaglia, non cerca mai il male : desidera un bene maggiore, una felicità più grande. L'esperienza però insegna quanto è infelice, pieno di paure e angosce, sofferenze e ingiustizie, dilaniato da guerre e incomprensioni , da conflitti e da mali di tutti i tipi , dentro e fuori, a livello personale e sociale, locale e planetario.
Il male è l'unico problema serio dell'uomo . Ogni sua azione è un tentativo di salvarsi da esso.
Tutti sappiamo che cosa significa . Basta aprire il giornale, per vedere l'abisso di stupidità e cattiveria in cui siamo immersi. Il Paradiso è il desiderio che quei lampi di luce, che di tanto in tanto illuminano le tenebre, si fissino eternamente, e scompaia il buio di questa notte che conosciamo bene. Quando parliamo di Dio,ogni nostro concetto è analogico.
Significa che Lui è semplicemente diverso da ciò che diciamo, che ha con Lui un certo aspetto di somiglianza. Dicendo che è giusto, affermiamo che non vuole, non tollera e non fa l'ingiustizia, che pure c'è ; ma dobbiamo anche dire che la Sua giustizia è grazia, che il Suo Giudizio è Perdono.
La croce è dove si realizza la Sua Giustizia : Lui, il Giusto, è battezzato, immerso nel nostro peccato, e proprio così compie la volontà del Padre, la Giustizia superiore.
Sulla croce Dio è Dio, tutto e solo Amore, vittorioso su ogni male, perfetto nella Sua giustizia, sovranamente libero e onnipotente, capace di portare Amore e Vita là dove c'è odio e morte.
Lì Lui prevede tutto e provvede a tutti: il massimo male – l'esecuzione ingiusta del Giusto, l'uccisione dell'Autore della vita, il non senso assoluto, l'abbandono di Dio – è il luogo dove Lui si riversa nella sovrabbondanza del Suo Amore per colmare tutto e tutti della Sua Grazia.