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martedì 12 dicembre 2017

" YO TE BENDIGO, PADRE"" Mt 11, 25-28






4 commenti:


  1. Antifona

    Nella giustizia contemplerò il tuo volto,
    al mio risveglio mi sazierò della tua presenza. (Cf. Sal 16,15)
    Colletta

    O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità
    perché possano tornare sulla retta via,
    concedi a tutti coloro che si professano cristiani
    di respingere ciò che è contrario a questo nome
    e di seguire ciò che gli è conforme.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.
    Prima Lettura
    Può forse vantarsi la scure contro chi se ne serve per tagliare?

    Dal libro del profeta Isaìa
    Is 10,5-7.13-16

    Così dice il Signore:
    Oh! Assiria, verga del mio furore,
    bastone del mio sdegno!
    Contro una nazione empia io la mando
    e la dirigo contro un popolo con cui sono in collera,
    perché lo saccheggi, lo depredi
    e lo calpesti come fango di strada.
    Essa però non pensa così
    e così non giudica il suo cuore,
    ma vuole distruggere
    e annientare non poche nazioni.
    Poiché ha detto:
    «Con la forza della mia mano ho agito
    e con la mia sapienza, perché sono intelligente;
    ho rimosso i confini dei popoli
    e ho saccheggiato i loro tesori,
    ho abbattuto come un eroe
    coloro che sedevano sul trono.
    La mia mano ha scovato, come in un nido,
    la ricchezza dei popoli.
    Come si raccolgono le uova abbandonate,
    così ho raccolto tutta la terra.
    Non vi fu battito d'ala,
    e neppure becco aperto o pigolìo».
    Può forse vantarsi la scure contro chi se ne serve per tagliare
    o la sega insuperbirsi contro chi la maneggia?
    Come se un bastone volesse brandire chi lo impugna
    e una verga sollevare ciò che non è di legno!
    Perciò il Signore, Dio degli eserciti,
    manderà una peste contro le sue più valide milizie;
    sotto ciò che è sua gloria arderà un incendio
    come incendio di fuoco.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 93 (94)

    R. Il Signore non respinge il suo popolo.

    Calpestano il tuo popolo, Signore,
    opprimono la tua eredità.
    Uccidono la vedova e il forestiero,
    massacrano gli orfani. R.

    Dicono: «Il Signore non vede,
    il Dio di Giacobbe non intende».
    Intendete, ignoranti del popolo:
    stolti, quando diventerete saggi? R.

    Chi ha formato l'orecchio, forse non sente?
    Chi ha plasmato l'occhio, forse non vede?
    Colui che castiga le genti, forse non punisce,
    lui che insegna all'uomo il sapere? R.

    Poiché il Signore non respinge il suo popolo,
    e non abbandona la sua eredità,
    il giudizio ritornerà a essere giusto
    e lo seguiranno tutti i retti di cuore. R.

    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    Ti rendo lode, Padre,
    Signore del cielo e della terra,
    perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. (Cf. Mt 11,25)

    Alleluia.

    Vangelo
    Hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli.

    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 11,25-27

    In quel tempo, Gesù disse:
    «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
    Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

    Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Dunque, i bambini sono in sé stessi una ricchezza per l’umanità e anche per la Chiesa, perché ci richiamano costantemente alla condizione necessaria per entrare nel Regno di Dio: quella di non considerarci autosufficienti, ma bisognosi di aiuto, di amore, di perdono. E tutti, siamo bisognosi di aiuto, d’amore e di perdono! (Udienza Generale, 18 marzo 2015)


    FAUSTI - 11, 25a
    “Ti benedico, Padre” Dopo il lutto per chi non accoglie la Parola, c'è la danza per chi l'accoglie.
    Odio del male e amore del bene, tristezza per il primo e gioia per il secondo, vanno sempre insieme, anche se sono ben distinti.
    Quel momento è anche sempre “questo” , contemporaneo all'evento.
    Gesù riconosce davanti a tutti il dono del Padre.
    L'ebraico “Abbà” corrisponde al nostro appellativo affettuoso “papà” E' il primo balbettare del bambino.
    Abbà è la Parola piena di amore, con la quale il Figlio dice il Padre. La Sua dolcezza la capisce solo chi la dice e chi l'ascolta : esprime il mistero di Dio che è Padre e Figlio, nell'unico Amore.
    Questa Parola è il centro del cristianesimo. Lo Spirito del Figlio, effuso nei nostri cuori, grida in noi: “Abbà!” (Rom 5,5). Il credente è colui che ha conosciuto e creduto l'amore che Dio ha per lui. (1Gv 4,16).
    Ciò che Dio è, anche noi siamo; per il dono del Figlio siam davvero figli di Dio (1Gv 3,1). E' il grande mistero, già ora rivelato, anche se come in uno specchio e in modo enigmatico (! Cor 13,12). Soltanto alla fine Lo vedremo faccia a faccia, e conosceremo perfettamente, come siam conosciuti (1 Cor 13,13).
    Quando il figlio nasce, si stacca dalla madre e gli pare di morire, invece viene alla luce e vede il suo volto. Quando ci staccheremo dalla vita terrena, verremo alla luce del Volto del Padre e saremo simili a Lui, perché Lo vedremo come Egli è (! Gv 3,2).
    Già ora però, riflettendo la Gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine , secondo l'azione dello Spirito del Signore (2Cor 3,18).
    - Abbà è la Parola piena di amore, con la quale il Figlio dice il Padre. La Sua dolcezza la capisce solo chi la dice e chi l'ascolta : esprime il mistero di Dio che è Padre e Figlio, nell'unico Amore.
    Questa Parola è il centro del cristianesimo.
    Lo Spirito del Figlio, effuso nei nostri cuori, grida in noi: “Abbà!” (Rom 5,5).
    Il credente è colui che ha conosciuto e creduto l'amore che Dio ha per lui. (1Gv 4,16).
    Ciò che Dio è, anche noi siamo; per il dono del Figlio siam davvero figli di Dio (1Gv 3,1). E' il grande mistero, già ora rivelato, anche se come in uno specchio e in modo enigmatico (! Cor 13,12). Soltanto alla fine Lo vedremo faccia a faccia, e conosceremo perfettamente, come siam conosciuti (1 Cor 13,13).
    Quando il figlio nasce, si stacca dalla madre e gli pare di morire, invece viene alla luce e vede il suo volto. Quando ci staccheremo dalla vita terrena, verremo alla luce del Volto del Padre e saremo simili a Lui, perché Lo vedremo come Egli è (! Gv 3,2).
    Già ora però, riflettendo la Gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine , secondo l'azione dello Spirito del Signore (2 Cor 3,18).
    “Signore del cielo e della terra” Il nostro Papà, così vicino e tenero, è il Dio Altissimo e Onnipotente, Signore del cielo e della terra! Di Dio si parla solo per opposti , per non ridurlo a un idolo: è vicino e altissimo, tenero e onnipotente, piccolo e grande, misericordioso e giusto.
    Il rapporto ineffabile di conoscenza reciproca tra Padre e Figlio, rivelato agli infanti, è nascosto agli altri, sapienti e intelligenti.
    La Sapienza del Figlio è quella delle beatitudini ; i sapienti non la capiscono, gli intelligenti se ne difendono. Gli infanti non solo ignorano e sono poveri . Neanche parlano.
    A loro, senza parole, è rivelata la Parola : “Abbà!”.
    Anche in noi, oltre le tante parole, c'è una sapienza silenziosa, propria del povero.
    E' la “dotta ignoranza “ del puro di cuore, al quale Dio si fa vedere., ben diversa dalla sapienza ignorante del furbo, al quale Dio resiste.

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    Risposte
    1. --->->Lui non è oggetto di rapina della nostra intelligenza, ma principio e fine del nostro amore : non si affaccia alla finestra della nostra mente, ma bussa alla porta del nostro cuore.Gesù è contento di questo . È “sì” non solo al Padre, ma anche ai fratelli.
      Tutto quanto il Padre è, è dono al Figlio.
      Il Padre è Dio che tutto dà.
      Tutto quanto il Figlio è , è dono del Padre .
      Da Lui riceve la Sua natura, il Suo Amore e Se stesso, in unione indissolubile con Lui nella Sua distinzione da Lui.
      Il Figlio è Dio che tutto riceve.
      Gesù è il Figlio che chiama Dio “Padre Mio”.
      Se siamo in Lui , diventa anche “Padre Nostro”.Le “cose” nascoste a sapienti e intelligenti, la conoscenza mutua tra Padre e Figlio, il Loro Amore, il Loro unico Spirito, che è la Vita di ambedue, è comunicato dal Figlio agli infanti che Lo accolgono. La Parola “Abbà” è l'eredità dei piccoli. Al di là di ogni pretesa sapienza, in ogni uomo ci sono la ricchezza ineffabile dell'infante, la dignità del figlio.
      Il piccolo le conosce . Vive di dono, amore, e di grazia.

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  3. L'esultanza nello Spirito, la voce di Gesù che si rivolge al Padre nella Lode per la Sua rivelazione ai piccoli! Parole di meraviglia e di svelamento del Loro reciproco conoscersi … Ci ricordano la Trasfigurazione di Gesù sul monte, quando , davanti ai Suoi tre Apostoli, svela la Sua Luce nel Padre che Lo riconosce come Figlio e dice :Ascoltatelo! Momenti in cui risplende l'Amore Trinitario, per i prescelti da Lui, Teofanie della Gloria di Dio! (Mt17,1...)


    "GUARDATE A LUI E SARETE RAGGIANTI" !
    Dal Sal 33 (34)
    R. Il povero grida e il Signore lo ascolta.
    /R. Il Signore è vicino a chi lo cerca.

    Benedirò il Signore in ogni tempo,
    sulla mia bocca sempre la sua lode.
    Io mi glorio nel Signore:
    i poveri ascoltino e si rallegrino. R.

    Guardate a lui e sarete raggianti,
    i vostri volti non dovranno arrossire.
    Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
    lo salva da tutte le sue angosce. R.

    Il volto del Signore contro i malfattori,
    per eliminarne dalla terra il ricordo.
    Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
    li libera da tutte le loro angosce. R.

    Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
    egli salva gli spiriti affranti.
    Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
    non sarà condannato chi in lui si rifugia. R.

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