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venerdì 22 dicembre 2017

"ESPERANZA EN SU NOMBRE" Mt 12, 19-21




4 commenti:

  1. FAUSTI – Gesù si ritira per non contendere. Gesù non grida, né vuole imporsi o dominare : si pro-pone come servo. Non cerca rilevanza, non si fa pubblicità. Anche ciò che poi sarà annunciato sui tetti (10,27), sarà sempre qualcosa sussurrato all'orecchio : la Sapienza mite e umile del Figlio.
    “La canna infranta non spezzerà.. lo stoppino fumigante non spegnerà..fin che non porti a vittoria il giudizio” Nell'elogio di Gesù il Battista non è una canna mossa dal vento (11,7) : è uno che sta davanti a Dio. Gesù è benevolo anche con le canne , non solo mosse dal vento, ma anche infrante. Si prende cura di loro e ne fa l'appoggio della Sua attività (11,5), fino a bucarsi la mano (Is 36,6).
    Sulla punta di una canna berrà in croce l'aceto della nostra vita andata a male (27,48).
    Lui che è Luce del mondo (8,12) non spegnerà lo stoppino che fumiga, ma porterà su di Sè la sua fuligine, dandogli il fuoco del Suo Spirito (3,11).
    Il Suo Giudizio di salvezza sarà portato alla vittoria proprio dalla croce, dove tutto sarà compiuto (Gv 19,30).
    “Nel Suo Nome spereranno le genti” Il Suo è il “Nome” : Gesù , Dio-che-salva, è l'Emmanuele, il Dio-con-noi (1,21-23). “In nessun altro c'è salvezza : non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (At 4,12).
    Non solo il popolo dei credenti, ma anche i pagani, “le genti” mettono in Lui la Speranza.

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  2. Antifona
    Nella giustizia contemplerò il tuo volto,
    al mio risveglio mi sazierò della tua presenza. (Cf. Sal 16,15)

    Colletta
    O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità
    perché possano tornare sulla retta via,
    concedi a tutti coloro che si professano cristiani
    di respingere ciò che è contrario a questo nome
    e di seguire ciò che gli è conforme.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dalla terra d’Egitto.
    Dal libro dell’Èsodo
    Es 12,37-42

    In quei giorni, gli Israeliti partirono da Ramses alla volta di Succot, in numero di seicentomila uomini adulti, senza contare i bambini. Inoltre una grande massa di gente promiscua partì con loro e greggi e armenti in mandrie molto grandi.
    Fecero cuocere la pasta che avevano portato dall’Egitto in forma di focacce àzzime, perché non era lievitata: infatti erano stati scacciati dall’Egitto e non avevano potuto indugiare; neppure si erano procurati provviste per il viaggio.
    La permanenza degli Israeliti in Egitto fu di quattrocentotrent’anni. Al termine dei quattrocentotrent’anni, proprio in quel giorno, tutte le schiere del Signore uscirono dalla terra d’Egitto.
    Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dalla terra d’Egitto. Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione.

    Parola di Dio

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 135 (136)

    R. Il suo amore è per sempre.

    Rendete grazie al Signore perché è buono,
    nella nostra umiliazione si è ricordato di noi,
    ci ha liberati dai nostri avversari. R.

    Colpì l’Egitto nei suoi primogeniti,
    da quella terra fece uscire Israele,
    con mano potente e braccio teso. R.

    Divise il Mar Rosso in due parti,
    in mezzo fece passare Israele,
    vi travolse il faraone e il suo esercito. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
    affidando a noi la parola della riconciliazione. (Cf. 2Cor 5,19)

    Alleluia.

    Vangelo
    Impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 12,14-21

    In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
    «Ecco il mio servo, che io ho scelto;
    il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
    Porrò il mio spirito sopra di lui
    e annuncerà alle nazioni la giustizia.
    Non contesterà né griderà
    né si udrà nelle piazze la sua voce.
    Non spezzerà una canna già incrinata,
    non spegnerà una fiamma smorta,
    finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
    nel suo nome spereranno le nazioni».

    Parola del Signore.

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  3. PAROLE DEI PAPI
    I Carmi sul servo di Jahvè trovano ampia risonanza “nel Nuovo Testamento”, fin dall’inizio dell’attività messianica di Gesù. Già la descrizione del battesimo nel Giordano permette di stabilire un parallelismo con i testi di Isaia. Scrive Matteo: “Appena battezzato (Gesù) . . . si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui” (Mt 3, 16); in Isaia è detto: “Ho posto il mio spirito su di lui” (Is 42, 1). L’evangelista aggiunge: “Ed ecco una voce dal cielo che disse: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 17) mentre in Isaia Dio dice del servo: “il mio eletto in cui mi compiaccio” (Is 42, 1). Giovanni Battista indica Gesù che si avvicina al Giordano, con le parole: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal mondo” (Gv 1, 29), esclamazione che rappresenta quasi una sintesi del contenuto del terzo e del quarto Carme di Isaia sul servo di Jahvè sofferente. […] Come i Vangeli, così anche gli Atti degli Apostoli dimostrano che la prima generazione dei discepoli di Cristo, a cominciare dagli apostoli, è profondamente convinta che in Gesù ha trovato compimento tutto ciò che il profeta Isaia ha annunciato nei suoi Carmi ispirati: che Gesù è l’eletto Servo di Dio (cf. per esempio At 3, 13.26; 4,27.30; 1 Pt 2, 22-25), che compie la missione del servo di Jahvè e porta la Legge nuova, è luce e alleanza per tutte le nazioni (cf. At 13, 46-47).
    (San Giovanni Paolo II – Udienza generale, 25 febbraio 1987)
    come aveva profetizzato Isaia: «Non griderà, né alzerà il tono, [...] non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità» (42,2-3). Servo umile e mite. Ecco lo stile di Gesù, e anche lo stile missionario dei discepoli di Cristo: annunciare il Vangelo con mitezza e fermezza, senza gridare, senza sgridare qualcuno, ma con mitezza e fermezza, senza arroganza o imposizione.
    P. Francesco ANGELUS Piazza San Pietro Domenica, 8 gennaio 2017

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  4. ANNI PARI

    Antifona

    Nella giustizia contemplerò il tuo volto,
    al mio risveglio mi sazierò della tua presenza. (Cf. Sal 16,15)
    Colletta

    O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità
    perché possano tornare sulla retta via,
    concedi a tutti coloro che si professano cristiani
    di respingere ciò che è contrario a questo nome
    e di seguire ciò che gli è conforme.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.
    Prima Lettura
    Sono avidi di campi e li usurpano, di case e se le prendono.

    Dal libro del profeta Michèa
    Mic 2,1-5

    Guai a coloro che meditano l’iniquità
    e tramano il male sui loro giacigli;
    alla luce dell’alba lo compiono,
    perché in mano loro è il potere.
    Sono avidi di campi e li usurpano,
    di case e se le prendono.
    Così opprimono l’uomo e la sua casa,
    il proprietario e la sua eredità.
    Perciò così dice il Signore:
    «Ecco, io medito contro questa genìa
    una sciagura da cui non potranno sottrarre il collo
    e non andranno più a testa alta,
    perché sarà un tempo di calamità.
    In quel tempo
    si intonerà su di voi una canzone,
    si leverà un lamento e si dirà:
    “Siamo del tutto rovinati;
    ad altri egli passa l’eredità del mio popolo,
    non si avvicinerà più a me,
    per restituirmi i campi che sta spartendo!”.
    Perciò non ci sarà nessuno
    che tiri a sorte per te,
    quando si farà la distribuzione
    durante l’assemblea del Signore».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 9 (10)

    R. Non dimenticare i poveri, Signore!
    Oppure:
    R. Ascolta, Signore, le suppliche dei poveri.

    Perché, Signore, ti tieni lontano,
    nei momenti di pericolo ti nascondi?
    Con arroganza il malvagio perseguita il povero:
    cadano nelle insidie che hanno tramato! R.

    Il malvagio si vanta dei suoi desideri,
    l’avido benedice se stesso.
    Nel suo orgoglio il malvagio disprezza il Signore:
    «Dio non ne chiede conto, non esiste!»;
    questo è tutto il suo pensiero. R.

    Di spergiuri, di frodi e d’inganni ha piena la bocca,
    sulla sua lingua sono cattiveria e prepotenza.
    Sta in agguato dietro le siepi,
    dai nascondigli uccide l’innocente. R.

    Eppure tu vedi l’affanno e il dolore,
    li guardi e li prendi nelle tue mani.
    A te si abbandona il misero,
    dell’orfano tu sei l’aiuto. R.


    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
    affidando a noi la parola della riconciliazione. (Cf. 2Cor 5,19)
    Alleluia.

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