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giovedì 2 novembre 2017

"VIVIRÁ" Mt 9, 18-23










3 commenti:

  1. Antifona
    O Dio, accogliamo il tuo amore nel tuo tempio.
    Come il tuo nome, o Dio,
    così la tua lode si estende sino ai confini della terra;
    è piena di giustizia la tua destra. (Cf. Sal 47,10-11)

    Colletta
    O Padre, che nell’umiliazione del tuo Figlio
    hai risollevato l’umanità dalla sua caduta,
    dona ai tuoi fedeli una gioia santa,
    perché, liberati dalla schiavitù del peccato,
    godano della felicità eterna.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo.
    Dal libro della Gènesi
    Gn 28,10-22a

    In quei giorni, Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo.
    Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto».
    Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo». Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo».
    La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz.
    Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 90 (91)

    R. Mio Dio, in te confido.

    Chi abita al riparo dell’Altissimo
    passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
    Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
    mio Dio in cui confido». R.

    Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
    dalla peste che distrugge.
    Ti coprirà con le sue penne,
    sotto le sue ali troverai rifugio;
    la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. R.

    «Lo libererò, perché a me si è legato,
    lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
    Mi invocherà e io gli darò risposta;
    nell’angoscia io sarò con lui». R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
    e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo. (Cf. 2Tm 1,10)

    Alleluia.

    Vangelo
    Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni ed ella vivrà.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 9,18-26

    In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
    Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell'istante la donna fu salvata.
    Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

    Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEI PAPI

    Chi crede “tocca” Gesù e attinge da Lui la Grazia che salva. La fede è questo: toccare Gesù e attingere da Lui la grazia che salva. Gesù se ne accorge e, in mezzo alla gente, cerca il volto di quella donna. Lei si fa avanti tremante e Lui le dice: «Figlia, la tua fede ti ha salvata» (v. 34). E’ la voce del Padre celeste che parla in Gesù. E ogni volta che Gesù si avvicina a noi, quando noi andiamo da Lui con la fede, sentiamo questo dal Padre: “Figlio, tu sei mio figlio, tu sei mia figlia! Tu sei guarito, tu sei guarita. Io perdono tutti, tutto. Io guarisco tutti e tutto”. P. Francesco Angelus 28 6 2015
    Il Vangelo […] presenta due prodigi operati da Gesù, descrivendoli quasi come una sorta di marcia trionfale verso la vita. […] Si tratta di due racconti ad incastro, con un unico centro: la fede; e mostrano Gesù come sorgente di vita, come Colui che ridona la vita a chi si fida pienamente di Lui. I due protagonisti, cioè il padre della fanciulla e la donna malata, non sono discepoli di Gesù eppure vengono esauditi per la loro fede. Hanno fede in quell’uomo. Da questo comprendiamo che sulla strada del Signore sono ammessi tutti: nessuno deve sentirsi un intruso, un abusivo o un non avente diritto. Per avere accesso al suo cuore, al cuore di Gesù, c’è un solo requisito: sentirsi bisognosi di guarigione e affidarsi a Lui. […] Gesù va a scoprire queste persone tra la folla e le toglie dall’anonimato, le libera dalla paura di vivere e di osare. Lo fa con uno sguardo e con una parola che li rimette in cammino dopo tante sofferenze e umiliazioni. Anche noi siamo chiamati a imparare e a imitare queste parole che liberano e questi sguardi che restituiscono, a chi ne è privo, la voglia di vivere. In questa pagina evangelica si intrecciano i temi della fede e della vita nuova che Gesù è venuto ad offrire a tutti. […] Gesù è il Signore, e davanti a Lui la morte fisica è come un sonno: non c’è motivo di disperarsi. Un’altra è la morte di cui avere paura: quella del cuore indurito dal male! Di quella sì, dobbiamo avere paura! […] Ma anche il peccato, anche il cuore mummificato, per Gesù non è mai l’ultima parola, perché Lui ci ha portato l’infinita misericordia del Padre. ( P. Francesco Angelus, 1 luglio 2018)
    BENEDETTO XVI (Escatologia ) La sofferenza, la malattia, se possono da un lato paralizzare l'uomo come uomo e dissolvere non soltanto il suo fisico, ma anche la sua psiche e il suo spirito,possono però, dall'altro lato,anche porre fine al suo autocompacimento, destare il suo spirito dall'intorpidimento e indurre così l'uomo a prendere coscienza di sé.
    Il confronto con il dolore è il vero luogo dove si decide l'humanum, poiché in questa situazione l'uomo è posto concretamente e inevitabilmente di fronte al dato di fatto di non poter disporre della propria vita, che la propria vita non gli appartiene.
    Egli vi può reagire ribellandosi, per cui cercherà di procurarsi ugualmente quel potere, lasciandosi andare a un atteggiamento di collera disperata.

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    1. ---->Ma vi può anche reagire, al contrario, tentando di affidarsi senza timore al potere estraneo e lasciandosi guidare senza troppa preoccupazione e attaccamento a se stesso.
      In tal caso, l'atteggiamento verso il dolore, verso la presenza della morte nella vita si fonderà in quella disposizione fondamentale che chiamiamo amore.
      Ora , infatti, l'uomo incontra l'impossibilità di disporre della propria esistenza, non solo al limite fisico della vita, che si annuncia nella malattia, ma pure nell'ambito centrale dell'humanum, cioè nell'amore, in quanto egli è destinato ad essere fatto oggetto d'amore e ad aver bisogno dell'amore stesso come alimento essenziale della sua anima.
      L'amore, tuttavia, - ossia ciò di cui l'uomo ha maggiormente bisogno - l'uomo non se lo può procurare da se stesso; lo deve invece attendere, ed è certo che non lo riceverà quando voglia ottenerlo da sé.
      Di nuovo, egli potrà indispettirsi per questa sua dipendenza e volersene sbarazzare limitandosi alla mera soddisfazione dei suoi bisogni, senza implicare nè lo spirito né il cuore.
      Ma l'uomo può anche, all'opposto, accettare la sua situazione e nutrire fiducia nella certezza che la potenza che l'ha creato così non lo ingannerà. ( BENEDETTO XVI)

      FAUSTI – Gesù libera quelli che abitano nelle tenebre e nell'ombra della morte (Is 9,1). E' il Messia, che porta il Regno di Dio : i morti risorgono. Gesù stava parlando delle nozze, del vestito nuovo, del vino giovane, in casa di Matteo, il peccatore.Ciò che Lui dona non è un semplice palliativo ai nostri mali, quasi una pezza su vecchi strappi ; è invece lo Spirito e l'Amore stesso di Dio che fa nuove tutte le cose.
      “Ecco avvicinarsi uno dei capi ,che Lo adorava” E' Giairo, capo della sinagoga di Cafarnao. La cura di Gesù è rivolta alle pecore perdute d'Israele. La Chiesa di Matteo è costituita da loro; che poi, dopo la risurrezione, saranno inviati a tutte le genti.
      Adorare Gesù è il fine del Vangelo di Matteo : i Magi lo fanno fin dall'inizio e i discepoli lo faranno alla fine. La figlia indica il futuro, la capacità di trasmettere vita. La giovane figlia del capo della sinagoga, come quella di chiunque altro, è da sempre appena morta: l'uomo non genera che vita per la morte.
      “Vieni, imponi la tua mano su di lei , e vivrà” Questa è la fede del capo della sinagoga, la fede d'Israele: che il Signore venga e ci doni la vita. La morte è il limite irrimediabile di ogni esistenza, a meno che in esso ci tocchi il Signore stesso della Vita.
      Il Signore, anche da risorto, ci segue fin dentro la nostra morte. Con Lui son quelli che hanno già ascoltato la Parola, che fa passare dalla morte alla vita.

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