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lunedì 20 novembre 2017

"DELANTE DE LOS HOMBRES" MT 10, 32-33




2 commenti:


  1. Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo,
    perché lo Spirito di Dio riposa su di voi. (1Pt 4,14)

    Alleluia.

    Vangelo
    Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 10,24-33

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
    «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
    Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
    E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo.
    Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
    Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

    Parola del Signore

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Questa è la rivoluzione del Vangelo. Dove c’è il Vangelo, c’è rivoluzione. Il Vangelo non lascia quieto, ci spinge: è rivoluzionario. Tutte le persone capaci di amore, gli operatori di pace che fino ad allora erano finiti ai margini della storia, sono invece i costruttori del Regno di Dio. È come se Gesù dicesse: avanti voi che portate nel cuore il mistero di un Dio che ha rivelato la sua onnipotenza nell’amore e nel perdono! L’amore non ha confini: si può amare il proprio coniuge, il proprio amico e perfino il proprio nemico con una prospettiva del tutto nuova. Il cristiano non è uno che si impegna ad essere più buono degli altri: sa di essere peccatore come tutti. Il cristiano semplicemente è l’uomo che sosta davanti al nuovo Roveto Ardente, alla rivelazione di un Dio che non porta l’enigma di un nome impronunciabile, ma che chiede ai suoi figli di invocarlo con il nome di “Padre”, di lasciarsi rinnovare dalla sua potenza e di riflettere un raggio della sua bontà per questo mondo così assetato di bene, così in attesa di belle notizie. (Udienza Generale, 2 gennaio 2019)


    S. FAUSTI - “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini” Il giudizio di Dio lo compio io stesso qui in terra : se, nella quotidianità delle azioni e nella straordinarietà delle persecuzioni, riconosco il Figlio come fratello, sono riconosciuto dal Padre.
    Lo riconosco per riconoscenza d'amore.
    Lui per primo mi ha amato e ha dato Se stesso per me (Gal5,20) ; e io,nel fratello più piccolo, riconosco Lui, che, per riconoscere tutti, si è fatto ultimo e servo di tutti (Mc 9, 35).
    Il mio futuro eterno davanti al Padre dipende dal mio riconoscere ora davanti agli uomini il Figlio, che, nella carne dell'ultimo, sara' presente fino alla fine del mondo per salvarci.
    Riconoscere non è solo un fatto di labbra : è appartenere a Lui con il cuore e con la vita.
    “Chi mi rinnegherà...” Rinnegare è dire di non conoscere, come Pietro (26,70...)
    Chi rinnega il Figlio non è Suo fratello e rinnega di essere figlio, perde se stesso!
    “Certa è questa parola : se moriamo con Lui, vivremo anche con Lui , se con Lui perseveriamo, con Lui anche regneremo . Se Lo rinneghiamo, anch'Egli ci rinnegherà” (2Tim. 2,11).
    Grazie a Dio, Chi ci rinnega è Colui che ha dato la vita per noi peccatori, dal cui Amore nulla può separarci (Rom 8,38).
    Infatti “se noi manchiamo di fede, Egli però rimane fedele, perchè non può rinnegare Se stesso” (2Tim2,13). La Sua fedeltà senza fine è il motivo pe cui sale a Dio il nostro Amen (2Cor 1,20).
    Anche se lo rinneghiamo, come Pietro possiamo sempre contare sulla Sua fedeltà a noi, che mai vien meno. Questa è la nostra fede, certa e sicura.

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