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giovedì 9 novembre 2017

"A LAS OVEJAS PERDIDAS" Mt 10,5-6






4 commenti:

  1. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Il discepolo di Gesù non trova la sua gioia nel denaro, nel potere o in altri beni materiali, ma nei doni che riceve ogni giorno da Dio: la vita, il creato, i fratelli e le sorelle, e così via. Sono doni della vita. Anche i beni che possiede, è contento di condividerli, perché vive nella logica di Dio. E qual è la logica di Dio? La gratuità. Il discepolo ha imparato a vivere nella gratuità. Questa povertà è anche un atteggiamento verso il senso della vita, perché il discepolo di Gesù non pensa di possederlo, di sapere già tutto, ma sa di dover imparare ogni giorno. E questa è una povertà: la coscienza di dovere imparare ogni giorno. Il discepolo di Gesù, poiché ha questo atteggiamento, è una persona umile, aperta, aliena dai pregiudizi e dalle rigidità. (Angelus, 13 febbraio 2022)

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    1. Antifona

      O Dio, accogliamo il tuo amore nel tuo tempio.
      Come il tuo nome, o Dio,
      così la tua lode si estende sino ai confini della terra;
      è piena di giustizia la tua destra. ( Sal 47,10-11)


      O Padre, che nell’umiliazione del tuo Figlio
      hai risollevato l’umanità dalla sua caduta,
      dona ai tuoi fedeli una gioia santa,
      perché, liberati dalla schiavitù del peccato,
      godano della felicità eterna.
      Per il nostro Signore Gesù Cristo.
      Prima Lettura
      È tempo di cercare il Signore.

      Dal libro del profeta Osèa
      Os 10,1-3.7-8.12

      Vite rigogliosa era Israele,
      che dava sempre il suo frutto;
      ma più abbondante era il suo frutto,
      più moltiplicava gli altari;
      più ricca era la terra,
      più belle faceva le sue stele.
      Il loro cuore è falso;
      orbene, sconteranno la pena!
      Egli stesso demolirà i loro altari,
      distruggerà le loro stele.
      Allora diranno: «Non abbiamo più re,
      perché non rispettiamo il Signore.
      Ma anche il re, che cosa potrebbe fare per noi?».
      Perirà Samarìa con il suo re,
      come un fuscello sull'acqua.
      Le alture dell'iniquità, peccato d'Israele,
      saranno distrutte,
      spine e cardi cresceranno sui loro altari;
      diranno ai monti: «Copriteci»
      e ai colli: «Cadete su di noi».
      Seminate per voi secondo giustizia
      e mieterete secondo bontà;
      dissodatevi un campo nuovo,
      perché è tempo di cercare il Signore,
      finché egli venga
      e diffonda su di voi la giustizia.

      Parola di Dio.

      Salmo Responsoriale

      Dal Sal 104 (105)

      R. Ricercate sempre il volto del Signore.

      Cantate al Signore, a lui inneggiate,
      meditate tutte le sue meraviglie.
      Gloriatevi del suo santo nome:
      gioisca il cuore di chi cerca il Signore. R.

      Cercate il Signore e la sua potenza,
      ricercate sempre il suo volto.
      Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
      i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca. R.

      Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
      figli di Giacobbe, suo eletto.
      È lui il Signore, nostro Dio:
      su tutta la terra i suoi giudizi. R.

      Acclamazione al Vangelo

      Alleluia, alleluia.

      Il regno di Dio è vicino;
      convertitevi e credete nel Vangelo. (Mc 1,15)

      Alleluia.

      Vangelo
      Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'Israele.

      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 10,1-7

      In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
      I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, colui che poi lo tradì.
      Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».

      Parola del Signore.

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  2. Santa Maria, donna missionaria, concedi alla tua Chiesa il gaudio di riscoprire, nascoste tra le zolle del verbo mandare, le radici della sua primordiale vocazione. Aiutala a misurarsi con Cristo, e con nessun altro: come te, che, apparendo agli albori della rivelazione neotestamentaria accanto a lui, il grande missionario di Dio, lo scegliesti come unico metro della tua vita.

    Quando essa si attarda all'interno delle sue tende dove non giunge il grido dei poveri, dàlle il coraggio di uscire dagli accampamenti. Quando viene tentata di pietrificare la mobilità del suo domicilio, rimuovila dalle sue apparenti sicurezze. Quando si adagia sulle posizioni raggiunte, scuotila dalla sua vita sedentaria. Mandata da Dio per la salvezza del mondo, la Chiesa è fatta per camminare, non per sistemarsi.

    Nomade come te, mettile nel cuore una grande passione per l'uomo. Vergine gestante come te, additale la geografia della sofferenza. Madre itinerante come te, riempila di tenerezza verso tutti i bisognosi. E fa' che di nient'altro sia preoccupata che di presentare Gesù Cristo, come facesti tu con i pastori, con Simeone, con i magi d'Oriente, e con mille altri anonimi personaggi che attendevano la redenzione.

    Santa Maria, donna missionaria, noi ti imploriamo per tutti coloro che avendo avvertito, più degli altri, il fascino struggente di quella icona che ti raffigura accanto a Cristo, l'inviato speciale del Padre, hanno lasciato gli affetti più cari per annunciare il Vangelo in terre lontane.

    Sostienili nella fatica. Ristora la loro stanchezza. Proteggili da ogni pericolo. Dona ai gesti con cui si curvano sulle piaghe dei poveri i tratti della tua verginale tenerezza. Metti sulle loro labbra parole di pace. Fa' che la speranza con cui promuovono la giustizia terrena non prevarichi sulle attese sovrumane di cieli nuovi e terre nuove. Riempi la loro solitudine. Attenua nella loro anima i morsi della nostalgia. Quando hanno voglia di piangere, offri al loro capo la tua spalla di madre.

    Rendili testimoni della gioia. Ogni volta che ritornano tra noi, profumati di trincea, fa' che possiamo attingere tutti al loro entusiasmo. Confrontandoci con loro, ci appaia sempre più lenta la nostra azione pastorale, più povera la nostra generosità, più assurda la nostra opulenza. E, recuperando su tanti colpevoli ritardi, sappiamo finalmente correre ai ripari.
    D.TONINO BELLO

    https://www.youtube.com/watch?v=0Pe5_eJFUrc&t=222s

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  3. FAUSTI – La missione è dinamica : un cammino per raggiungere i fratelli. La casa dell'Apostolo è la via. “proclamate!”
    Proclamano un messaggio di gioia : il Signore viene a salvare.
    Il Regno è presente in loro. L'annuncio ne fa prendere coscienza.
    “Curate gli infermi, risuscitate i morti...mondate i lebbrosi, scacciate i demoni” la cura del debole è il grande miracolo di chi, come Gesù, si fa servo dei fratelli. Farsi fratello è risuscitare il Figlio in sé e nell'altro. Sappiamo che siam passati dalla vita alla morte perchè amiamo i fratelli. L'amore è una vita nuova, libera dalla lebbra della morte e del peccato.
    Lo Spirito di verità scaccia quello di menzogna che ci divide dal Padre e tra di noi.
    “In dono prendeste, in dono date”.”Prendere” e “dare in dono” è la vita trinitaria.
    Il Padre e il Figlio tutto si danno e si ricevono reciprocamente, e il loro dono reciproco d'Amore è lo Spirito Santo.
    L'Apostolo, dando ciò che ha ricevuto, entra in seno alla Trinità.
    Gesù è il primo Apostolo.
    La Chiesa ha in lui le sue radici attraverso i primi Apostoli, e fruttifica nell'apostolato di figli inviati ai fratelli. L'itineranza e la mobilità, l'annuncio della Parola e il servizio ai poveri, la gratuità e la povertà sono le sue caratteristiche, così ben incarnate da Paolo l'Apostolo.


    Santa Maria, donna del primo passo, ministra dolcissima della grazia preveniente di Dio, "àlzati" ancora una volta in tutta fretta, e vieni ad aiutarci prima che sia troppo tardi. Abbiamo bisogno di te. Non attendere la nostra implorazione. Anticipa ogni nostro gemito di pietà. Prenditi il diritto di precedenza su tutte le nostre iniziative.

    Quando il peccato ci travolge, e ci paralizza la vita, non aspettare il nostro pentimento. Previeni il nostro grido d'aiuto. Corri subito accanto a noi e organizza la speranza attorno alle nostre disfatte. Se non ci brucerai sul tempo, saremo incapaci perfino di rimorso. Se non sarai tu a muoverti per prima, noi rimarremo nel fango. E se non sarai tu a scavarci nel cuore cisterne di nostalgia, non sentiremo più neppure il bisogno di Dio.

    Santa Maria, donna del primo passo, chi sa quante volte nella tua vita terrena avrai stupito la gente per aver sempre anticipato tutti gli altri agli appuntamenti del perdono. Chi sa con quale sollecitudine, dopo aver ricevuto un torto dall'inquilina di fronte, ti sei "alzata" per prima e hai bussato alla sua porta, e l'hai liberata dal disagio, e non hai disdegnato il suo abbraccio. Chi sa con quale tenerezza, nella notte del tradimento, ti sei" alzata" per raccogliere nel tuo mantello il pianto amaro di Pietro. Chi sa con quale batticuore sei uscita di casa per distogliere Giuda dalla strada del suicidio: peccato che non l'abbia trovato. Ma c'è da scommettere che, dopo la deposizione di Gesù, sei andata a deporre dall'albero anche lui, e gli avrai composte le membra nella pace della morte.

    Donaci, ti preghiamo, la forza di partire per primi ogni volta che c'è da dare il perdono. Rendici, come te, esperti del primo passo. Non farci rimandare a domani un incontro di pace che possiamo concludere oggi. Brucia le nostre indecisioni. Distoglici dalle nostre calcolate perplessità. Liberaci dalla tristezza del nostro estenuante attendismo. E aiutaci perché nessuno di noi faccia stare il fratello sulla brace, ripetendo con disprezzo: tocca a lui muoversi per primo!

    Santa Maria, donna del primo passo, esperta come nessun altro del metodo preventivo, abile nel precedere tutti sulla battuta, rapidissima a giocare d'anticipo nelle partite della salvezza, gioca d'anticipo anche sul cuore di Dio. Sicché, quando busseremo alla porta del Cielo, e compariremo davanti all'Eterno, previeni la sua sentenza. "Àlzati" per l'ultima volta dal tuo trono di gloria, e vieni incontro a noi. Prendici per mano, e coprici col tuo manto. Con un lampo di misericordia negli occhi, anticipa il suo verdetto di grazia. E saremo sicuri del perdono.

    Perché la felicità più grande di Dio è quella di ratificare ciò che hai deciso tu.

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