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mercoledì 30 agosto 2017

"UN ACUERDO" Mt 5, 25-26





4 commenti:

  1. ->L'altro è sempre colui che sta contro, l'avversario. Perché ha un bene che tu non hai e vuoi rapirglielo , o perché non ha ciò che vorresti da lui, o perché ti prende ciò che vorresti prendere a lui, l'altro è comunque il tuo “contendente” . Accampa su di te gli stessi diritti che tu accampi su di lui. In questa “contesa” devi affrettarti a ristabilire l'accordo, pena il tuo essere condannato come non figlio.
    La vita è un cammino di riconciliazione con l'altro .
    Ha come meta la tua verità di figlio nel tuo vivere da fratello.
    Se non fai così,perdi tempo e vita ; fallisci il senso della tua esistenza.
    Non importa se hai torto o ragione . se non vai d'accordo con il fratello, non sei figlio.
    Con la tua vita scrivi la sentenza che alla fine il giudice leggerà.
    Gesù te la legge già ora, perché cambi ciò che stai scrivendo!
    Se non passi dalla logica del debito a quella del dono e del perdono, perdi la vita di figlio del Padre.

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    1. Antifona

      In mezzo alla Chiesa gli ha aperto la bocca,
      il Signore lo ha colmato dello spirito
      di sapienza e d’intelligenza;
      gli ha fatto indossare una veste di gloria. (Cf. Sir 15,5)

      Oppure:

      La bocca del giusto medita sapienza
      e la sua lingua esprime verità;
      la legge del suo Dio è nel suo cuore. (Cf. Sal 36,30-31)

      Colletta

      Dio onnipotente ed eterno,
      che in sant’Antonio [di Padova]
      hai dato al tuo popolo un insigne predicatore
      e un patrono dei poveri e dei sofferenti,
      fa’ che per sua intercessione
      seguiamo gli insegnamenti del Vangelo
      e sperimentiamo nella prova
      il soccorso della tua misericordia.
      Per il nostro Signore Gesù Cristo.

      Prima Lettura
      Elia pregò e il cielo diede la pioggia.

      Dal primo libro dei Re
      1Re 18,41-46

      In quei giorni, Elìa disse [al re] Acab: «Va’ a mangiare e a bere, perché c’è già il rumore della pioggia torrenziale». Acab andò a mangiare e a bere.
      Elìa salì sulla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la sua faccia tra le ginocchia. Quindi disse al suo servo: «Sali, presto, guarda in direzione del mare». Quegli salì, guardò e disse: «Non c’è nulla!». Elìa disse: «Tornaci ancora per sette volte». La settima volta riferì: «Ecco, una nuvola, piccola come una mano d’uomo, sale dal mare». Elìa gli disse: «Va’ a dire ad Acab: “Attacca i cavalli e scendi, perché non ti trattenga la pioggia!”».
      D’un tratto il cielo si oscurò per le nubi e per il vento, e vi fu una grande pioggia. Acab montò sul carro e se ne andò a Izreèl. La mano del Signore fu sopra Elìa, che si cinse i fianchi e corse davanti ad Acab finché giunse a Izreèl.

      Parola di Dio.

      Salmo Responsoriale

      Dal Sal 64 (65)

      R. A te la lode, o Dio, in Sion.

      Tu visiti la terra e la disseti,
      la ricolmi di ricchezze.
      Il fiume di Dio è gonfio di acque;
      tu prepari il frumento per gli uomini. R.

      Così prepari la terra:
      ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,
      la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. R.

      Coroni l’anno con i tuoi benefici,
      i tuoi solchi stillano abbondanza.
      Stillano i pascoli del deserto
      e le colline si cingono di esultanza. R.

      Acclamazione al Vangelo

      Allelluia, alleluia.

      Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
      come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Gv 13,34)

      Alleluia.

      Vangelo
      Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.

      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 5,20-26

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
      «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
      Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
      Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
      Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

      Parola del Signore.

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    2. Parole del Santo Padre
      Da tutto questo si capisce che Gesù non dà importanza semplicemente all’osservanza disciplinare e alla condotta esteriore. Egli va alla radice della Legge, puntando soprattutto sull’intenzione e quindi sul cuore dell’uomo, da dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie. Per ottenere comportamenti buoni e onesti non bastano le norme giuridiche, ma occorrono delle motivazioni profonde, espressione di una sapienza nascosta, la Sapienza di Dio, che può essere accolta grazie allo Spirito Santo. E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito, che ci rende capaci di vivere l’amore divino. (Angelus, 16 febbraio 2014)

      Per darci un esempio concreto, Gesù si concentra sul “rito dell’offerta”. Facendo un’offerta a Dio si ricambiava la gratuità dei suoi doni. Era un rito, un rito molto importante – fare un’offerta per ricambiare simbolicamente, diciamo così, la gratuità dei suoi doni –, tanto importante che era vietato interromperlo se non per motivi gravi. Ma Gesù afferma che si deve interromperlo se un fratello ha qualcosa contro di noi, per andare prima a riconciliarsi con lui (cfr vv. 23-24): solo così il rito è compiuto. […] Così c’è compimento agli occhi di Dio, altrimenti l’osservanza esterna, puramente rituale, è inutile,: "Io faccio finta di ...". No. In altre parole, Gesù ci fa capire che le norme religiose servono, le norme religiose sono buone, ma sono solo l’inizio: per dare loro compimento è necessario andare oltre la lettera e viverne il senso. I comandamenti che Dio ci ha donato non vanno rinchiusi nelle casseforti dell’osservanza formale, se no rimaniamo in una religiosità esteriore e distaccata, servi di un “dio padrone” piuttosto che figli di Dio Padre. E Gesù vuole questo: non avere l’idea di servire un Dio padrone, ma il Padre; e per questo è necessario andare oltre la lettera. (Angelus, 12 febbraio 2023)

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  2. FAUSTI – Dietro la legge, che vieta ciò che sa di morte, c'è il Signore che dà la vita e risuscita dai morti , dietro la Parola che condanna la trasgressione, c'è il Padre che perdona il trasgressore. Chi non ama vede le norme come impossibili da osservare o come occasione per trasgredire.
    Chi ama compie liberamente tutto, ma non in forza della legge, bensì dell'amore.
    Il grado di partecipazione al Regno è proporzionale alla capacità di assolvere quei debiti che solo l'amore conosce.
    Non si tratta di precettistica o piccineria mentale . Il valore di una persona, la sua finezza e magnanimità, è “fare e insegnare” ciò che l'amore detta.
    “Se la vostra giustizia non sarà eccessiva più degli scribi e dei farisei” Gli scribi insegnano la giustizia della legge , i farisei la fanno.
    Gesù dice che per entrare nel Regno non basta conoscere ed eseguire la legge.
    E' necessaria una giustizia che ecceda i limiti della legge . È quella del Padre, che ama, perdona e salva gratuitamente i Suoi figli.
    E' una giustizia “eccessiva”, perché l'amore che la muove non conosce misura.
    Il Regno dei cieli è quello di Dio Padre: vi entrano i figli, quelli che amano gli altri come fratelli, al di là di ogni bontà o qualità. Se la nostra salvezza consiste nell'essere perfetti come Dio , la Sua perfezione è quella del Padre che ama tutti.
    “ Fu detto” il passivo è usato per non dire il nome : YHWH parla . L'uomo ascolta, e diventa la parola a cui risponde.
    Israele è la religione dell'ascolto e del dialogo tra Dio e l'uomo.
    “Non uccidere” E' la quinta delle Dieci Parole (Es 20,13 – Dt 5,17). Fondamento minimo di ogni relazione è il lasciar vivere l'altro.
    “Io però vi dico” Non è un'antitesi,ma un completamento . L'uccisione fisica viene da un'uccisione interna dell'altro . Dall'ira, dal disprezzo, dal rompere con lui la fraternità.
    L'ira è omicidio del cuore, moto interiore “contro” l'altro, che reputo “contro di me”.
    L'altro è l'estraneo, il nemico, il rivale nei confronti del quale mi difendo e attacco : può togliermi ciò che ho e negarmi ciò che ha.
    Negando la fraternità, uccido la mia identità di figlio.
    La stima che devo aggiudicare all'altro è la stessa di Dio, che non ha esitato a dare la Sua vita per lui.
    Il nemico, oltre che disprezzato, è demonizzato, come fosse il male.
    Così diventa “bene”eliminarlo!
    Gesù per 4 volte parla dell'altro come “fratello” . Negargli la fraternità è perdere la propria filialità.
    Chi non considera l'altro come fratello, ha sacrificato la propria vita di figlio e la butta nell'immondizia. L'accordo fraterno è così importante che la riconciliazione ha la precedenza su ogni culto religioso.
    Prima di rivolgerti al Padre devi non solo perdonare il fratello contro il quale hai qualcosa, ma addirittura riconciliarti con il fratello che ha qualcosa contro di te , anche se tu non hai nulla contro di lui.
    Non puoi celebrare la paternità se prima non cerchi di ristabilire la fraternità.
    “Va' prima a riconciliarti con tuo fratello” Se non ti riconcili con il fratello che ha qualcosa contro di te, sei in colpa tu, anche se non hai nulla contro di lui.
    Non puoi dire che hai ragione o non ti importa.
    Il non essere d'accordo è già “il male” ; e se non t'importa di lui , hai già ucciso lui come fratello e te stesso come figlio.

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