PAROLE DEL SANTO PADRE L’amore al prossimo è un atteggiamento talmente fondamentale che Gesù arriva ad affermare che il nostro rapporto con Dio non può essere sincero se non vogliamo fare pace con il prossimo. […] Perciò siamo chiamati a riconciliarci con i nostri fratelli prima di manifestare la nostra devozione al Signore nella preghiera. Da tutto questo si capisce che Gesù non dà importanza semplicemente all’osservanza disciplinare e alla condotta esteriore. Egli va alla radice della Legge, puntando soprattutto sull’intenzione e quindi sul cuore dell’uomo, da dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie. Alla luce di questo insegnamento, ogni precetto rivela il suo pieno significato come esigenza d’amore, e tutti si ricongiungono nel più grande comandamento: ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo come te stesso. (Angelus, 16 febbraio 2014). Spesso riteniamo che i nostri peccati allontanino il Signore da noi: in realtà, peccando, noi ci allontaniamo da Lui, ma Lui, vedendoci nel pericolo, ancora di più ci viene a cercare. Dio non si rassegna mai alla possibilità che una persona rimanga estranea al suo amore, a condizione però di trovare in lei qualche segno di pentimento per il male compiuto. Fare esperienza della riconciliazione con Dio permette di scoprire la necessità di altre forme di riconciliazione: nelle famiglie, nei rapporti interpersonali, nelle comunità ecclesiali, come pure nelle relazioni sociali e internazionali. La riconciliazione infatti è anche un servizio alla pace, al riconoscimento dei diritti fondamentali delle persone, alla solidarietà e all’accoglienza di tutti. UDIENZA GIUBILARE - 30 aprile 2016
Per darci un esempio concreto, Gesù si concentra sul “rito dell’offerta”. Facendo un’offerta a Dio si ricambiava la gratuità dei suoi doni. Era un rito, un rito molto importante – fare un’offerta per ricambiare simbolicamente, diciamo così, la gratuità dei suoi doni –, tanto importante che era vietato interromperlo se non per motivi gravi. Ma Gesù afferma che si deve interromperlo se un fratello ha qualcosa contro di noi, per andare prima a riconciliarsi con lui (cfr vv. 23-24): solo così il rito è compiuto. […] Così c’è compimento agli occhi di Dio, altrimenti l’osservanza esterna, puramente rituale, è inutile,: "Io faccio finta di ...". No. In altre parole, Gesù ci fa capire che le norme religiose servono, le norme religiose sono buone, ma sono solo l’inizio: per dare loro compimento è necessario andare oltre la lettera e viverne il senso. I comandamenti che Dio ci ha donato non vanno rinchiusi nelle casseforti dell’osservanza formale, se no rimaniamo in una religiosità esteriore e distaccata, servi di un “dio padrone” piuttosto che figli di Dio Padre. E Gesù vuole questo: non avere l’idea di servire un Dio padrone, ma il Padre; e per questo è necessario andare oltre la lettera. (Angelus, 12 febbraio 2023)
In mezzo alla Chiesa gli ha aperto la bocca, il Signore lo ha colmato dello spirito di sapienza e d’intelligenza; gli ha fatto indossare una veste di gloria. (Cf. Sir 15,5)
Oppure:
La bocca del giusto medita sapienza e la sua lingua esprime verità; la legge del suo Dio è nel suo cuore. (Cf. Sal 36,30-31)
Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che in sant’Antonio [di Padova] hai dato al tuo popolo un insigne predicatore e un patrono dei poveri e dei sofferenti, fa’ che per sua intercessione seguiamo gli insegnamenti del Vangelo e sperimentiamo nella prova il soccorso della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Elia pregò e il cielo diede la pioggia.
Dal primo libro dei Re 1Re 18,41-46
In quei giorni, Elìa disse [al re] Acab: «Va’ a mangiare e a bere, perché c’è già il rumore della pioggia torrenziale». Acab andò a mangiare e a bere. Elìa salì sulla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la sua faccia tra le ginocchia. Quindi disse al suo servo: «Sali, presto, guarda in direzione del mare». Quegli salì, guardò e disse: «Non c’è nulla!». Elìa disse: «Tornaci ancora per sette volte». La settima volta riferì: «Ecco, una nuvola, piccola come una mano d’uomo, sale dal mare». Elìa gli disse: «Va’ a dire ad Acab: “Attacca i cavalli e scendi, perché non ti trattenga la pioggia!”». D’un tratto il cielo si oscurò per le nubi e per il vento, e vi fu una grande pioggia. Acab montò sul carro e se ne andò a Izreèl. La mano del Signore fu sopra Elìa, che si cinse i fianchi e corse davanti ad Acab finché giunse a Izreèl.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 64 (65)
R. A te la lode, o Dio, in Sion.
Tu visiti la terra e la disseti, la ricolmi di ricchezze. Il fiume di Dio è gonfio di acque; tu prepari il frumento per gli uomini. R.
Così prepari la terra: ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. R.
Coroni l’anno con i tuoi benefici, i tuoi solchi stillano abbondanza. Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza. R.
Acclamazione al Vangelo
Allelluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Gv 13,34)
Alleluia.
Vangelo Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
FAUSTI – Dietro la legge, che vieta ciò che sa di morte, c'è il Signore che dà la vita e risuscita dai morti , dietro la Parola che condanna la trasgressione, c'è il Padre che perdona il trasgressore. Chi non ama vede le norme come impossibili da osservare o come occasione per trasgredire. Chi ama compie liberamente tutto, ma non in forza della legge, bensì dell'amore. Il grado di partecipazione al Regno è proporzionale alla capacità di assolvere quei debiti che solo l'amore conosce. Non si tratta di precettistica o piccineria mentale . Il valore di una persona, la sua finezza e magnanimità, è “fare e insegnare” ciò che l'amore detta. “Se la vostra giustizia non sarà eccessiva più degli scribi e dei farisei” Gli scribi insegnano la giustizia della legge , i farisei la fanno. Gesù dice che per entrare nel Regno non basta conoscere ed eseguire la legge. E' necessaria una giustizia che ecceda i limiti della legge . È quella del Padre, che ama, perdona e salva gratuitamente i Suoi figli. E' una giustizia “eccessiva”, perché l'amore che la muove non conosce misura. Il Regno dei cieli è quello di Dio Padre: vi entrano i figli, quelli che amano gli altri come fratelli, al di là di ogni bontà o qualità. Se la nostra salvezza consiste nell'essere perfetti come Dio , la Sua perfezione è quella del Padre che ama tutti.
Commenti fino a Mt 5,26 nelle pagine seguenti
"YO OS DIGO" Mt 5, 21-22 "VETE PRIMERO A RECONCILIARTE" Mt 5, 23-24 UN ACUERDO" Mt 5, 25-26
PAROLE DEL SANTO PADRE
RispondiEliminaL’amore al prossimo è un atteggiamento talmente fondamentale che Gesù arriva ad affermare che il nostro rapporto con Dio non può essere sincero se non vogliamo fare pace con il prossimo. […] Perciò siamo chiamati a riconciliarci con i nostri fratelli prima di manifestare la nostra devozione al Signore nella preghiera. Da tutto questo si capisce che Gesù non dà importanza semplicemente all’osservanza disciplinare e alla condotta esteriore. Egli va alla radice della Legge, puntando soprattutto sull’intenzione e quindi sul cuore dell’uomo, da dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie. Alla luce di questo insegnamento, ogni precetto rivela il suo pieno significato come esigenza d’amore, e tutti si ricongiungono nel più grande comandamento: ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo come te stesso. (Angelus, 16 febbraio 2014).
Spesso riteniamo che i nostri peccati allontanino il Signore da noi: in realtà, peccando, noi ci allontaniamo da Lui, ma Lui, vedendoci nel pericolo, ancora di più ci viene a cercare. Dio non si rassegna mai alla possibilità che una persona rimanga estranea al suo amore, a condizione però di trovare in lei qualche segno di pentimento per il male compiuto. Fare esperienza della riconciliazione con Dio permette di scoprire la necessità di altre forme di riconciliazione: nelle famiglie, nei rapporti interpersonali, nelle comunità ecclesiali, come pure nelle relazioni sociali e internazionali. La riconciliazione infatti è anche un servizio alla pace, al riconoscimento dei diritti fondamentali delle persone, alla solidarietà e all’accoglienza di tutti. UDIENZA GIUBILARE - 30 aprile 2016
EliminaParole del Santo Padre
Per darci un esempio concreto, Gesù si concentra sul “rito dell’offerta”. Facendo un’offerta a Dio si ricambiava la gratuità dei suoi doni. Era un rito, un rito molto importante – fare un’offerta per ricambiare simbolicamente, diciamo così, la gratuità dei suoi doni –, tanto importante che era vietato interromperlo se non per motivi gravi. Ma Gesù afferma che si deve interromperlo se un fratello ha qualcosa contro di noi, per andare prima a riconciliarsi con lui (cfr vv. 23-24): solo così il rito è compiuto. […] Così c’è compimento agli occhi di Dio, altrimenti l’osservanza esterna, puramente rituale, è inutile,: "Io faccio finta di ...". No. In altre parole, Gesù ci fa capire che le norme religiose servono, le norme religiose sono buone, ma sono solo l’inizio: per dare loro compimento è necessario andare oltre la lettera e viverne il senso. I comandamenti che Dio ci ha donato non vanno rinchiusi nelle casseforti dell’osservanza formale, se no rimaniamo in una religiosità esteriore e distaccata, servi di un “dio padrone” piuttosto che figli di Dio Padre. E Gesù vuole questo: non avere l’idea di servire un Dio padrone, ma il Padre; e per questo è necessario andare oltre la lettera. (Angelus, 12 febbraio 2023)
EliminaAntifona
In mezzo alla Chiesa gli ha aperto la bocca,
il Signore lo ha colmato dello spirito
di sapienza e d’intelligenza;
gli ha fatto indossare una veste di gloria. (Cf. Sir 15,5)
Oppure:
La bocca del giusto medita sapienza
e la sua lingua esprime verità;
la legge del suo Dio è nel suo cuore. (Cf. Sal 36,30-31)
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che in sant’Antonio [di Padova]
hai dato al tuo popolo un insigne predicatore
e un patrono dei poveri e dei sofferenti,
fa’ che per sua intercessione
seguiamo gli insegnamenti del Vangelo
e sperimentiamo nella prova
il soccorso della tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Elia pregò e il cielo diede la pioggia.
Dal primo libro dei Re
1Re 18,41-46
In quei giorni, Elìa disse [al re] Acab: «Va’ a mangiare e a bere, perché c’è già il rumore della pioggia torrenziale». Acab andò a mangiare e a bere.
Elìa salì sulla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la sua faccia tra le ginocchia. Quindi disse al suo servo: «Sali, presto, guarda in direzione del mare». Quegli salì, guardò e disse: «Non c’è nulla!». Elìa disse: «Tornaci ancora per sette volte». La settima volta riferì: «Ecco, una nuvola, piccola come una mano d’uomo, sale dal mare». Elìa gli disse: «Va’ a dire ad Acab: “Attacca i cavalli e scendi, perché non ti trattenga la pioggia!”».
D’un tratto il cielo si oscurò per le nubi e per il vento, e vi fu una grande pioggia. Acab montò sul carro e se ne andò a Izreèl. La mano del Signore fu sopra Elìa, che si cinse i fianchi e corse davanti ad Acab finché giunse a Izreèl.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 64 (65)
R. A te la lode, o Dio, in Sion.
Tu visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini. R.
Così prepari la terra:
ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. R.
Coroni l’anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza. R.
Acclamazione al Vangelo
Allelluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Gv 13,34)
Alleluia.
Vangelo
Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Parola del Signore.
FAUSTI – Dietro la legge, che vieta ciò che sa di morte, c'è il Signore che dà la vita e risuscita dai morti , dietro la Parola che condanna la trasgressione, c'è il Padre che perdona il trasgressore. Chi non ama vede le norme come impossibili da osservare o come occasione per trasgredire. Chi ama compie liberamente tutto, ma non in forza della legge, bensì dell'amore.
RispondiEliminaIl grado di partecipazione al Regno è proporzionale alla capacità di assolvere quei debiti che solo l'amore conosce.
Non si tratta di precettistica o piccineria mentale . Il valore di una persona, la sua finezza e magnanimità, è “fare e insegnare” ciò che l'amore detta.
“Se la vostra giustizia non sarà eccessiva più degli scribi e dei farisei” Gli scribi insegnano la giustizia della legge , i farisei la fanno.
Gesù dice che per entrare nel Regno non basta conoscere ed eseguire la legge.
E' necessaria una giustizia che ecceda i limiti della legge . È quella del Padre, che ama, perdona e salva gratuitamente i Suoi figli.
E' una giustizia “eccessiva”, perché l'amore che la muove non conosce misura.
Il Regno dei cieli è quello di Dio Padre: vi entrano i figli, quelli che amano gli altri come fratelli, al di là di ogni bontà o qualità. Se la nostra salvezza consiste nell'essere perfetti come Dio , la Sua perfezione è quella del Padre che ama tutti.
Commenti fino a Mt 5,26 nelle pagine seguenti
"YO OS DIGO" Mt 5, 21-22
"VETE PRIMERO A RECONCILIARTE" Mt 5, 23-24
UN ACUERDO" Mt 5, 25-26