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mercoledì 20 marzo 2019

"SU ESPADA" Mt 26, 51-52


2 commenti:

  1. FAUSTI - E' Pietro, uno di quelli! Il suo gesto è profezia di quanto, in seguito, sarà fatto per “amore del Signore”,ma contro di Lui.
    E' la violenza “a fin di bene”! Le guerre sante e di religione sono le peggiori : fanno continuare l'agonia del Signore e ritardano il Suo Ritorno! Pietro usa le stesse armi dell'avversario.
    Inizia, e fallisce, la prima delle interminabili crociate , che ci mettono nel numero di quelli che crocifiggono il Signore della Vita.
    Ogni volta che rispondiamo al male con la stessa moneta, re-duplichiamo la violenza.
    E' il male peggiore, perchè giustificato. Il suo unico risultato è quello di confermare, se ce ne fosse bisogno, l'immagine satanica di un Dio violento.
    Il Signore è dono, servizio, umiltà ; Suo emblema non è il cavallo o il carro armato, ma l'asina.
    Chi vuol difendere o diffondere il Regno di Dio con il potere mondano, incrocia asina e cavallo, ottenendo il mulo, sterile e senza intelletto. E'anche possibile incrociarla con il carro armato.
    Allora si ottiene un mostro apocalittico. L'anticristo è uno che promette salvezza, ma il suo linguaggio non è quello dell'Agnello.
    “Gli tagliò il lobo dell'orecchio”. Il nostro zelo non colpisce alla testa il nemico.
    Gli taglia solo l'orecchio, gli toglie la possibilità di ascoltare la Parols.
    Ogni azione di carro o cavallo, lungi dal vincere il male, lo moltiplica con un'aggravante . Preclude la possibilità di conversione. Tutto si riduce a un gran tagliare di orecchi , che allontana sempre più dalla verità che ci fa liberi.
    La violenza genera violenza.
    Presto o tardi chi la fa, la subisce.

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  2. LETTURA DEL GIORNO
    Dal libro del profeta Geremìa
    Ger 17,5-10

    Così dice il Signore: «Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore. Sarà come un tamerisco nella steppa; non vedrà venire il bene, dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere. Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un corso d'acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell'anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti. Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce! Chi lo può conoscere? Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per dare a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni».

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 16,19-31

    In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma. Ma Abramo rispose: Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi. E quello replicò: Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui replicò: No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Lazzaro rappresenta bene il grido silenzioso dei poveri di tutti i tempi e la contraddizione di un mondo in cui immense ricchezze e risorse sono nelle mani di pochi. Ignorare il povero è disprezzare Dio! Questo dobbiamo impararlo bene: ignorare il povero è disprezzare Dio. C’è un particolare nella parabola che va notato: il ricco non ha un nome, ma soltanto l’aggettivo: “il ricco”; mentre quello del povero è ripetuto cinque volte, e “Lazzaro” significa “Dio aiuta”. Lazzaro, che giace davanti alla porta, è un richiamo vivente al ricco per ricordarsi di Dio, ma il ricco non accoglie tale richiamo. Sarà condannato pertanto non per le sue ricchezze, ma per essere stato incapace di sentire compassione per Lazzaro e di soccorrerlo. La misericordia di Dio verso di noi è legata alla nostra misericordia verso il prossimo; quando manca questa, anche quella non trova spazio nel nostro cuore chiuso, non può entrare. E questo è terribile. (Udienza Generale, 18 maggio 2016)


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