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lunedì 29 gennaio 2018

" HERODES Y LA FAMA DE JESÚS "Mt 14, 1-5




3 commenti:

  1. Antifona
    Dio sta nella sua santa dimora:
    a chi è solo fa abitare una casa;
    dà forza e vigore al suo popolo. (Cf. Sal 67,6.7.36)

    Colletta
    O Dio, nostra forza e nostra speranza,
    senza di te nulla esiste di valido e di santo;
    effondi su di noi la tua misericordia
    perché, da te sorretti e guidati,
    usiamo saggiamente dei beni terreni
    nella continua ricerca dei beni eterni.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Nell’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà.
    Dal libro del Levìtico
    Lv 25,1.8-17

    Il Signore parlò a Mosè sul monte Sinai e disse:
    «Conterai sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno periodo di quarantanove anni. Al decimo giorno del settimo mese, farai echeggiare il suono del corno; nel giorno dell’espiazione farete echeggiare il corno per tutta la terra. Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia.
    Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è un giubileo: esso sarà per voi santo; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi.
    In quest’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà. Quando vendete qualcosa al vostro prossimo o quando acquistate qualcosa dal vostro prossimo, nessuno faccia torto al fratello. Regolerai l’acquisto che farai dal tuo prossimo in base al numero degli anni trascorsi dopo l’ultimo giubileo: egli venderà a te in base agli anni di raccolto. Quanti più anni resteranno, tanto più aumenterai il prezzo; quanto minore sarà il tempo, tanto più ribasserai il prezzo, perché egli ti vende la somma dei raccolti.
    Nessuno di voi opprima il suo prossimo; temi il tuo Dio, poiché io sono il Signore, vostro Dio».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 66 (67)

    R. Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

    Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
    su di noi faccia splendere il suo volto;
    perché si conosca sulla terra la tua via,
    la tua salvezza fra tutte le genti. R.

    Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
    perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
    governi le nazioni sulla terra. R.

    La terra ha dato il suo frutto.
    Ci benedica Dio, il nostro Dio,
    ci benedica Dio e lo temano
    tutti i confini della terra. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Beati i perseguitati per la giustizia,
    perché di essi è il regno dei cieli. (Mt 5,10)

    Alleluia.

    Vangelo
    Erode mandò a decapitare Giovanni e i suoi discepoli andarono a informare Gesù.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 14,1-12

    In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
    Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
    Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
    Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
    I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

    Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEI PAPI
    Il martirio di san Giovanni Battista ricorda anche a noi, cristiani di questo nostro tempo, che non si può scendere a compromessi con l’amore a Cristo, alla sua Parola, alla Verità. La Verità è Verità, non ci sono compromessi. La vita cristiana esige, per così dire, il «martirio» della fedeltà quotidiana al Vangelo, il coraggio cioè di lasciare che Cristo cresca in noi e sia Cristo ad orientare il nostro pensiero e le nostre azioni. Ma questo può avvenire nella nostra vita solo se è solido il rapporto con Dio. La preghiera non è tempo perso, non è rubare spazio alle attività, anche a quelle apostoliche, ma è esattamente il contrario: solo se se siamo capaci di avere una vita di preghiera fedele, costante, fiduciosa, sarà Dio stesso a darci capacità e forza per vivere in modo felice e sereno, superare le difficoltà e testimoniarlo con coraggio. San Giovanni Battista interceda per noi, affinché sappiamo conservare sempre il primato di Dio nella nostra vita. (Benedetto XVI - Udienza generale a Castel Gandolfo, 29 agosto 2012)
    Chiediamo a Giovanni la grazia del coraggio apostolico di dire sempre le cose con verità, dell’amore pastorale, di ricevere la gente col poco che può dare, il primo passo. Dio farà l’altro. E anche la grazia di dubitare. Tante volte, forse alla fine della vita, si può uno chiedere: ‘Ma è vero tutto quello che io ho creduto o sono fantasie?’, la tentazione contro la fede, contro il Signore. Che il grande Giovanni, che è il più piccolo nel regno dei Cieli, per questo è grande, ci aiuti su questa strada sulle tracce del Signore. ( P. Francesco Santa Marta, 15 dicembre 2016)

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  3. FAUSTI – Dopo l'invio dei Dodici si diffonde la fama di Gesù.
    Anche Erode ne viene a conoscenza.
    L'ascolto è principio della fede. Ma la verità non può brillare nel cuore di chi la soffoca nell'ingiustizia . Il modo di vivere determina quello di pensare.
    In questo racconto si vede ciò che impedisce all'uomo di aderire al pensiero di Do .
    È il banchetto della stoltezza, che non conosce e non fa la Parola, è anzi l'esecuzione capitale di chi la testimonia.
    I servi di Erode, asserviti alla brama di avere, potere e di apparire, sono le tre maschere allettanti di cui si serve la morte per adescare l'uomo. Ben diversi dal “Servo” che ne fa le spese, sono gli schiavi del male. Erode, il loro capo, è il loro ideale, il servo più schiavo di tutti nel tragico gioco che domina il mondo.
    Giovanni anche dopo morto è vivo. La sua uccisione ne fa un martire, testimone con la vita della verità che dice con il martirio, che testimonia un amore più forte della morte.
    Come poi Gesù, Giovanni è fatto oggetto di possesso , legato e custodito nel carcere dell'ingiustizia.
    Giovanni, come tutti i profeti, ci pone al bivio tra vita e morte, ci chiama a sposare la sapienza e a lasciare la stoltezza..”non ti è lecito tenerla!” .
    L'adulterio del re è segno di quello del popolo. Adultero è chi tradisce la sua altra parte. Ma l'altra parte dell'uomo è Dio!
    Erode non ama Dio e non si lascia guidare dalla sua Parola, sposa invece Morìa, la quale sarà la protagonista del tragico banchetto che lo porterà a festeggiare il giorno della nascita, con l'uccisione di chi offre la vita.

    SEGUE COMMENTO
    JUAN EL BAUTISTA" Mt 14, 6 - 12

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