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sabato 16 febbraio 2019

"TALENTOS" Mt 25, 16-19


3 commenti:

  1. FAUSTI – Il Signore è andato lontano, elevato prima sulla croce e poi in cielo.
    Ma non ci ha lascaiti soli . Ci ha dato il Suo Spirito, e aspetta di essere riamato, perchè noi, amando, realizziamo la nostra identità. Lui stesso resta sempre con noi, sotto il Suo segno. E' andato ad abitare tra i poveri, e ciò che facciamo per loro, lo facciamo per Lui. Siamo chiamati a fare con loro ciò che Lui per primo ha fatto con noi.
    Se il talento è il dono d'amore ricevuto, il nostro amore per Lui nei poveri è il talento che siamo chiamati a guadagnare. E' questo l'invito che Gesù fece al giovane ricco per ereditare la vita eterna (19,6-30).
    Gesù non ci esorta al profitto materiale, che provoca possesso e liti, ma al profitto spirituale , che consiste nel dono e nella misericordia.
    Ognuno deve investire il suo dono, né più né meno. Non chi ha o dà di più si realizza, ma semplicemente chi dà se stesso. Non conta la quantità, ma il fatto che tutto è dono, al quale si risponde donando tutto.
    Chi mette sotto terra il suo dono, per paura di perderlo, si allontana da sé e dagli altri.

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  2. Antifona
    Ecco la donna saggia che costruì la sua casa;
    temendo il Signore
    camminò sulla retta via. (Cf. Pr 14,1-2)

    Colletta
    O Dio, consolatore degli afflitti,
    che nella tua misericordia hai esaudito le pie lacrime
    di santa Monica con la conversione del figlio Agostino,
    per la loro comune intercessione
    donaci di piangere i nostri peccati
    e di ottenere la grazia del tuo perdono.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Dio ha scelto quello che è debole per il mondo.
    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
    1Cor 1,26-31

    Considerate la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili.
    Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio.
    Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto, “chi si vanta, si vanti nel Signore”.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 32 (33)
    R. Beato il popolo scelto dal Signore.
    Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
    il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
    Il Signore guarda dal cielo:
    egli vede tutti gli uomini. R.

    Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
    su chi spera nel suo amore,
    per liberarlo dalla morte
    e nutrirlo in tempo di fame. R.

    L’anima nostra attende il Signore:
    egli è nostro aiuto e nostro scudo.
    È in lui che gioisce il nostro cuore,
    nel suo santo nome noi confidiamo. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
    come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Gv 13,34)

    Alleluia.

    Vangelo
    Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 25,14-30

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
    «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
    Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
    Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
    Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
    Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
    Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
    Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

    Parola del Signore.

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  3. Parole del Santo Padre

    L’uomo della parabola rappresenta Gesù, i servitori siamo noi e i talenti sono il patrimonio che il Signore affida a noi. Qual è il patrimonio? La sua Parola, l’Eucaristia, la fede nel Padre celeste, il suo perdono… insomma, tante cose, i suoi beni più preziosi. Questo è il patrimonio che Lui ci affida. Non solo da custodire, ma da far crescere! Mentre nell’uso comune il termine “talento” indica una spiccata qualità individuale – ad esempio talento nella musica, nello sport, eccetera –, nella parabola i talenti rappresentano i beni del Signore, che Lui ci affida perché li facciamo fruttare. La buca scavata nel terreno dal «servo malvagio e pigro» (v. 26) indica la paura del rischio che blocca la creatività e la fecondità dell’amore. Perché la paura dei rischi dell’amore ci blocca. Gesù non ci chiede di conservare la sua grazia in cassaforte! Non ci chiede questo Gesù, ma vuole che la usiamo a vantaggio degli altri. Tutti i beni che noi abbiamo ricevuto sono per darli agli altri, e così crescono. È come se ci dicesse: “Eccoti la mia misericordia, la mia tenerezza, il mio perdono: prendili e fanne largo uso”. (Angelus, 16 novembre 2014)
    Il tuo contributo per una grande missione:sostienici nel portare la parola del Papa in ogni casa

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