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mercoledì 20 febbraio 2019

"CUANDO" Mt 25, 31-33


4 commenti:

  1. Antifona
    Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni,
    così i nostri occhi al Signore nostro Dio,
    finché abbia pietà di noi. (Sal 122,2)

    Colletta
    Convertici a te, o Dio, nostra salvezza,
    e formaci alla scuola della tua sapienza,
    perché l'impegno quaresimale
    porti frutto nella nostra vita
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Giudica il tuo prossimo con giustizia.
    Dal libro del Levìtico
    Lv 19,1-2.11-18

    Il Signore parlò a Mosè e disse:
    «Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: "Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo.
    Non ruberete né userete inganno o menzogna a danno del prossimo.
    Non giurerete il falso servendovi del mio nome: profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore.
    Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo; non tratterrai il salario del bracciante al tuo servizio fino al mattino dopo.
    Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore.
    Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero né userai preferenze verso il potente: giudicherai il tuo prossimo con giustizia. Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore.
    Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d'un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore"».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 18 (19)

    R. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

    La legge del Signore è perfetta,
    rinfranca l'anima;
    la testimonianza del Signore è stabile,
    rende saggio il semplice. R.

    I precetti del Signore sono retti,
    fanno gioire il cuore;
    il comando del Signore è limpido,
    illumina gli occhi. R.

    Il timore del Signore è puro,
    rimane per sempre;
    i giudizi del Signore sono fedeli,
    sono tutti giusti. R.

    Ti siano gradite le parole della mia bocca;
    davanti a te i pensieri del mio cuore.
    Signore, mia roccia e mio redentore. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

    Ecco ora il momento favorevole,
    ecco ora il giorno della salvezza! (2Cor 6,2b)

    Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

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    Risposte
    1. Vangelo
      Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 25,31-46

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
      «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
      Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi".
      Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?". E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me".
      Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato".
      Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?". Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me".
      E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

      Parola del Signore.

      PAROLE DEL SANTO PADRE
      Quanti sono gli aspetti della misericordia di Dio verso di noi! Alla stessa maniera, quanti volti si rivolgono a noi per ottenere misericordia. Chi ha sperimentato nella propria vita la misericordia del Padre non può rimanere insensibile dinanzi alle necessità dei fratelli. L’insegnamento di Gesù che abbiamo ascoltato non consente vie di fuga: Avevo fame e mi avete dato da mangiare; avevo sete e mi avete dato da bere; ero nudo, profugo, malato, in carcere e mi avete assistito (cfr Mt 25,35-36). Non si può tergiversare davanti a una persona che ha fame: occorre darle da mangiare. Gesù ci dice questo! Le opere di misericordia non sono temi teorici, ma sono testimonianze concrete. Obbligano a rimboccarsi le maniche per alleviare la sofferenza. (Udienza giubilare, 30 giugno 2016)

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  2. FAUSTI - “Quando il Figlio dell'Uomo verrà nella Sua Gloria...”: si tratta della Sua venuta ,che conclude la storia dell'uomo e del mondo. Questa venuta non è una meteora che scende dal cielo : è la meta del cammino affidato alla nostra responsabilità.
    Per capire il senso proprio di questo brano è importante sapere che viene dopo i tre precedenti e immediatamente prima della Passione, dove il Re ci si presenta povero e deriso, estraneo a tutti e condannato, legato e percosso, nudo e ferito, che finisce in croce.
    Nei più piccoli dei fratelli, il lettore cristiano vede il suo Re. In loro infatti continua la Passione del Signore per la salvezza del mondo.
    C'è chi intende questo racconto in modo non universale, ma restrittivo: è il giudizio dei pagani,che saranno giudicati non per la fede,che non hanno, ma per il loro amore verso gli ultimi.
    Questi ultimi, chiamati da Gesù “miei fratelli”sono, secondo alcuni autori antichi e recenti,i discepoli stessi, che staran al Suo fianco per giudicare il mondo. Sarebbe a dire che la salvezza o meno viene dall'accoglienza o meno dei discepoli.
    Il giudizio è una separazione, compiuta in base al comando dell'amore. Non c'è altra distinzione tra gli uomini. Ma tale giudizio aspetta a Dio, che è Misericordia e non a noi. Infatti se noi giudichiamo, siamo giudicati, perché senza misericordia.
    Non è chiaro perchè il Pastore separi pecore da capri. A meno che si intenda per pecore gli animali minuti in genere e per capri i capretti , animali destinati al macello.
    Allora il significato è chiaro : si divide tra chi è destinato alla vita e chi è destinato alla morte.
    Comunque è evidente che gli uomini saranno giudicati secondo il comando dell'Amore.
    “Quanto faceste a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, lo faceste a Me!” risponderà il Signore a chi chiederà, alla fine, quando mai L'ha visto. Per cinque volte escono gli avverbi “allora” “quando” , allora, cioè alla fine, vedremo che il quando è ora.
    E il segno della Sua venuta è quello “dei più piccoli di questi miei fratelli” con i quali Lui è sempre presente in mezzo a noi
    Il giudizio, che il Re farà di noi “allora” è lo stesso che noi facciamo al povero.
    In realtà siamo noi a giudicarlo, accogliendolo o respingendolo. Lui non farà altro che constatare ciò che noi facciamo. Alla fine leggerà ciò che noi liberamente abbiamo scritto.
    Ce lo dice in anticipo, con una rappresentazione efficace, per aprirci gli occhi su ciò che stiamo facendo ora.
    L'amore che abbiamo verso l'altro è verso Dio : mi realizzo come figlio vivendo da fratello. Tutta la Legge infatti si riduce ad amare il Signore e il prossimo con lo stesso atto d'amore, perché Lui si è fatto mio prossimo e fratello nel Figlio.
    Chi non ama Dio e non osserva la Sua Parola, non ama i figli di Dio (1Gv 5,2).
    In conclusione possiamo dire che il giudizio finale, come tutto il discorso escatologico, ci rimanda dal futuro al presente. L'etica si fonda sull'escatologia. L'uomo è tale perché agisce ragionevolmente, per un fine che desidera. Questa è la meta verso cui tende, senza la quale non va da nessuna parte . Il suo agire si riduce a un agitarsi insensato, spinto dalla necessità e privo di libertà. Il fine dell'uomo è diventare come Dio. L'errore di Adamo non è il voler diventare come Lui, ma il non sapere chi è Lui.
    Si diventa come Dio amando, perché Lui è Amore!
    Gesù è sempre con noi, come i poveri, come il più piccolo tra i fratelli.
    La Chiesa, nel suo amore per l'ultimo, ama il Suo Signore, e sa che non è Lei a salvare il povero, ma il povero a salvare Lei.

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  3. continua : "
    "VENGAN, BENDITOS DE MI PADRE" Mt 25,34-40 -
    ..Y NO ME DIERON " Mt 25, 41-46

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