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mercoledì 8 novembre 2017

"JESÚS LLAMÓ" Mt 10, 1-4





3 commenti:

  1. Antifona
    O Dio, accogliamo il tuo amore nel tuo tempio.
    Come il tuo nome, o Dio,
    così la tua lode si estende sino ai confini della terra;
    è piena di giustizia la tua destra. (Cf. Sal 47,10-11)

    Colletta
    O Padre, che nell’umiliazione del tuo Figlio
    hai risollevato l’umanità dalla sua caduta,
    dona ai tuoi fedeli una gioia santa,
    perché, liberati dalla schiavitù del peccato,
    godano della felicità eterna.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello; per questo ci ha colpiti quest’angoscia.
    Dal libro della Gènesi
    Gn 41,55-57; 42,5-7a.17-24a

    In quei giorni, tutta la terra d’Egitto cominciò a sentire la fame e il popolo gridò al faraone per avere il pane. Il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà». La carestia imperversava su tutta la terra. Allora Giuseppe aprì tutti i depositi in cui vi era grano e lo vendette agli Egiziani. La carestia si aggravava in Egitto, ma da ogni paese venivano in Egitto per acquistare grano da Giuseppe, perché la carestia infieriva su tutta la terra. Arrivarono i figli d’Israele per acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perché nella terra di Canaan c’era la carestia.
    Giuseppe aveva autorità su quella terra e vendeva il grano a tutta la sua popolazione. Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra. Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l’estraneo verso di loro e li tenne in carcere per tre giorni.
    Il terzo giorno Giuseppe disse loro: «Fate questo e avrete salva la vita; io temo Dio! Se voi siete sinceri, uno di voi fratelli resti prigioniero nel vostro carcere e voi andate a portare il grano per la fame delle vostre case. Poi mi condurrete qui il vostro fratello più giovane. Così le vostre parole si dimostreranno vere e non morirete». Essi annuirono.
    Si dissero allora l’un l’altro: «Certo su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello, perché abbiamo visto con quale angoscia ci supplicava e non lo abbiamo ascoltato. Per questo ci ha colpiti quest’angoscia».
    Ruben prese a dir loro: «Non vi avevo detto io: “Non peccate contro il ragazzo”? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco, ora ci viene domandato conto del suo sangue». Non si accorgevano che Giuseppe li capiva, dato che tra lui e loro vi era l’interprete.
    Allora egli andò in disparte e pianse.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 32 (33)

    R. Su di noi, Signore, sia il tuo amore.

    Lodate il Signore con la cetra,
    con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
    Cantate al Signore un canto nuovo,
    con arte suonate la cetra e acclamate. R.

    Il Signore annulla i disegni delle nazioni,
    rende vani i progetti dei popoli.
    Ma il disegno del Signore sussiste per sempre,
    i progetti del suo cuore per tutte le generazioni. R.

    Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
    su chi spera nel suo amore,
    per liberarlo dalla morte
    e nutrirlo in tempo di fame. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Il regno di Dio è vicino;
    convertitevi e credete nel Vangelo. (Mc 1,15)

    Alleluia.

    Vangelo
    Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'Israele.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 10,1-7

    In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
    I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, colui che poi lo tradì.
    Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».

    Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEI PAPI
    Questo episodio evangelico riguarda anche noi, e non solo i sacerdoti, ma tutti i battezzati, chiamati a testimoniare, nei vari ambienti di vita, il Vangelo di Cristo. E anche per noi questa missione è autentica solo a partire dal suo centro immutabile che è Gesù. Nessun cristiano annuncia il Vangelo “in proprio”, ma solo inviato dalla Chiesa che ha ricevuto il mandato da Cristo stesso. È proprio il Battesimo che ci rende missionari. Un battezzato che non sente il bisogno di annunciare il Vangelo, di annunciare Gesù, non è un buon cristiano. ( P. FRANCESCO 15 luglio 2018)
    La ricerca del volto di Dio è motivata da un anelito di incontro con il Signore, incontro personale, un incontro con il suo immenso amore, con la sua potenza che salva. I dodici Apostoli, di cui ci parla il Vangelo di oggi (cfr Mt 10,1-7), hanno avuto la grazia di incontrarlo fisicamente in Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato. Lui li ha chiamati per nome, ad uno ad uno – lo abbiamo sentito –, guardandoli negli occhi; e loro hanno fissato il suo volto, hanno ascoltato la sua voce, hanno visto i suoi prodigi. L’incontro personale con il Signore, tempo di grazia e di salvezza, comporta la missione: «Strada facendo – li esorta Gesù – predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino» (v. 7). Incontro e missione non vanno separati. Questo incontro personale con Gesù Cristo è possibile anche per noi, che siamo i discepoli del terzo millennio. Protesi alla ricerca del volto del Signore, lo possiamo riconoscere nel volto dei poveri, degli ammalati, degli abbandonati e degli stranieri che Dio pone sul nostro cammino. (Papa Francesco - Omelia Santa Marta, 8 luglio 2020)
    «Predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino» (Mt 10,7). È lo stesso annuncio con cui Gesù ha iniziato la sua predicazione: il regno di Dio, cioè la sua signoria d’amore; si è fatto vicino, viene in mezzo a noi. E questa non è una notizia tra le altre, ma la realtà fondamentale della vita: la vicinanza di Dio, la vicinanza di Gesù. Infatti, se il Dio dei cieli è vicino, noi non siamo soli in terra e anche nelle difficoltà non perdiamo la fiducia. Ecco la prima cosa da dire alla gente: Dio non è distante, ma è Padre. […]
    Annunciare che Dio è vicino. Ma come farlo? Nel Vangelo Gesù raccomanda di non dire tante parole, ma di compiere tanti gesti di amore e di speranza nel nome del Signore; non dire tante parole, ma compiere gesti: «Guarite gli infermi – dice – risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8). Ecco il cuore dell’annuncio: la testimonianza gratuita, il servizio. (P. FRANCESCO Angelus, 18 giugno 2023)

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  3. S. FAUSTI - “Supplicate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe”
    dice Gesù ai Suoi discepoli prima di inviarli a continuare la Sua stessa opera. Unica è la missione . Quella del Padre che manda il Figlio ai fratelli, perchè nella fraternità Sua e tra di loro, diventino figli. I discepoli, dopo di Lui, son chiamati a trasmetterla nello spazio e nel tempo.
    “Come il Padre ha mandato me, così anch'io mando voi” (Gv 20,21).
    La storia è storia di missione : l'unico amore, che è la vita di tutto, “spinge” il Padre verso il Figlio
    e il Figlio verso il Padre. Ma il Figlio non può amare il Padre, se non ama come Lui i fratelli.
    Per questo va verso di loro, per condurli dall'esilio alla casa paterna.
    L'apostolo, a sua volta, è spinto dal medesimo amore.
    Vocazione e missione sono da sempre congiunte : la mia vocazione di figlio si realizza nella missione verso i fratelli .
    “Viste le folle, ebbe compassione, erano stanche e oppresse, come pecore senza pastore”
    L'occhio del Signore è il Suo giudizio, molto diverso dal nostro. Lui, che ha il cuore buono, ha solo giudizi di salvezza. L'uomo, allontanatosi da Dio è lacerato, diviso da sé e da tutti, e oppresso, schiacciato fin a terra, incapace di stare ritto. Il pastore conduce ai pascoli e alle sorgenti. Senza di lui la pecora muore.
    Gesù rende partecipi della Sua compassione quelli che manderà in missione.
    Il male non è l luogo della disperazione, ma della gioia del raccolto! Infatti proprio nella miseria si vive la misericordia ; il grande dono di Dio che è Dio stesso.
    L'umanità è messe matura per il dono di Dio.
    Non si attendano tempi migliori . Il peccato è luogo di perdono, la perdizione di salvezza.
    Tutti gli uomini, da sempre son figli di Dio. Ma nessuno lo sa. Questo è il momento che uno glielo mostri nella sua compassione di fratello.
    Gesù è il primo operaio che opera verso i fratelli con la stessa misericordia del Padre.
    Attende collaboratori.
    Bisogna pregare, entrare in comunione col Padre,per diventare figli ed essere inviati verso i fratelli.
    Come Paolo, ogni credente è spinto verso i lontani dallo stesso Amore di Cristo, che ha dato la vita per tutti ( 2Cor5,14).
    “Chiamati” Gesù chiama a sé operai, che continueranno a fare e a dire quanto Lui, prima di loro, ha fatto e detto. Nasce la Chiesa, che ha nei dodici la radice che li unisce alla terra promessa, a Cristo. Essa è apostolica, non solo perché fondata sugli apostoli, ma perché fatta di apostoli, di figli inviati ai fratelli.
    La missione corrisponde sempre al proprio nome, alla propria storia : Mosè, ”salvato dalle acque”, salverà dalle acque i fratelli, Elia ,”Il mio Dio è YHWH” testimonierà a tutti che solo YHWH è Dio, Gesù, “Dio-salva”, salverà il popolo dai suoi peccati! .

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