Antifona O Dio, nostra difesa, guarda il volto del tuo consacrato. Per me un giorno nel tuo tempio è più che mille altrove. (Cf. Sal 83,10-11)
Colletta O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi nei nostri cuori la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re. Dal libro dei Giudici Gdc 9,6-15
In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem. Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi! Si misero in cammino gli alberi per ungere un re su di essi. Dissero all'ulivo: "Regna su di noi". Rispose loro l'ulivo: "Rinuncerò al mio olio, grazie al quale si onorano dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?". Dissero gli alberi al fico: "Vieni tu, regna su di noi". Rispose loro il fico: "Rinuncerò alla mia dolcezza e al mio frutto squisito, e andrò a librarmi sugli alberi?". Dissero gli alberi alla vite: "Vieni tu, regna su di noi". Rispose loro la vite: "Rinuncerò al mio mosto, che allieta dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?". Dissero tutti gli alberi al rovo: "Vieni tu, regna su di noi". Rispose il rovo agli alberi: "Se davvero mi ungete re su di voi, venite, rifugiatevi alla mia ombra; se no, esca un fuoco dal rovo e divori i cedri del Libano"».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 20 (21) R. Signore, il re gioisce della tua potenza! Signore, il re gioisce della tua potenza! Quanto esulta per la tua vittoria! Hai esaudito il desiderio del suo cuore, non hai respinto la richiesta delle sue labbra. R.
Gli vieni incontro con larghe benedizioni, gli poni sul capo una corona di oro puro. Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa, lunghi giorni in eterno, per sempre. R.
Grande è la sua gloria per la tua vittoria, lo ricopri di maestà e di onore, poiché gli accordi benedizioni per sempre, lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto. R.
Vangelo Sei invidioso perché io sono buono? Dal Vangelo secondo Matteo Mt 20,1-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna". Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo". Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
da GESUITI -Questo brano ci presenta come Dio ci retribuisce. E il centro del brano è: tu sei invidioso, in greco c’è: il tuo occhio è cattivo, perché io sono buono, cioè la bontà di Dio è per noi motivo di cattiveria, perché non è giusto essere così. Non è giusto che a chi lavora un’ora gli dia il salario di un giorno. E noi ce l’abbiamo con Dio perché è buono con gli ultimi. E richiama il fratello maggiore che si adira col Padre, perché accoglie il minore; richiama Giona che si adira con Dio, che si incupisce e dice: meglio morire, se tu sei fatto così! Questi andavano distrutti! Mica perdonati! È il dramma del giusto. È quel dramma che ha vissuto Paolo, che era irreprensibile nell’osservanza della legge e ha capito che tutto questo che per lui era un guadagno, era una perdita, perché c’è qualcos’altro. Cioè: la retribuzione che Dio ci dà è se stesso, che è Amore e Grazia. E i giusti si arrabbiano che Dio dia se stesso per amore e per grazia: vorrebbero il salario del loro sudore. Ma qualunque salario del nostro sudore sarà un po’ di sudore, non sarà Dio. Dio non è oggetto di guadagno o di perdita. E i giusti si incattiviscono perché Dio è Grazia, Amore e Perdono. Quindi questi giusti fanno l’unico peccato vero contro Dio. È l’uomo religioso che non accetta che Dio sia misericordia. ..La vigna, tra l’altro, è simbolo di Israele, del popolo di Dio, perché la vigna è la parte migliore della terra che produce il frutto e il frutto del popolo di Dio che cos’è? È esattamente l’amore fraterno, è dove realizzi l’amore del Padre. Questo è il frutto: l’amore di Dio e del prossimo. E c’è gente che è chiamata fin dall’alba a fare questo frutto. Chi è stato chiamato all’alba? Israele, il credente, la chiesa, i buoni, i giusti, quelli che fin da giovani, da sempre si sono dedicati con zelo alle cose buone, a fare il bene... E ogni età è viva perché si fa questo. Altri Padri hanno visto in queste chiamate anche le varie epoche della storia: la prima chiamata da Adamo a Noè, la seconda da Noè ad Abramo, la terza da Abramo a Mosè, poi la quarta da Mosè a Gesù; poi la quinta, che è l’ultima ora, da Gesù che se n’è andato e arriverà alla sera alla fine del mondo, è il suo ritorno, e ci darà la ricompensa. Viviamo ormai in questa ultima ora, che è l’ora ultima della storia in cui siamo ormai vicini a raccogliere il frutto. ..Che vuol dire, la vendemmia è il momento della gioia, della pienezza, del frutto. Questo è il momento della gioia, della pienezza e del frutto per tutti. Riferendoci al brano precedente, la vita che Lui ci promette è la vita eterna, ci promette la pienezza di vita, non solo il salario di un giorno. In concreto, poi, Dio che promette, ha un segreto da rivelare: Lui promette, ma perché promette? Quando tu prometti, ti com-prometti. Sei compromesso tu, sei tu che fai la promessa. E nella promessa che Dio ha fatto all’uomo, in realtà Dio cosa dà come salario, come vita? Ci dà la sua vita. Ci dà se stesso. Per cui il salario degno dell’uomo è Dio stesso. Di fatti il comandamento è: Shema Israel, ascolta Israele, amerai il Signore Dio tuo. È Lui il nostro salario, il salario degno dell’uomo. ... Sotto c’è un significato profondo: il Signore non può dare a nessuno meno di un danaro perché serve per vivere. E cosa serve per vivere all’uomo? Serve l’amore del Padre, serve essere figlio, serve Dio stesso che è amore, che è sua vita. Dio non può dare di meno di se stesso. Dà tutto. Anche a chi arriva all’ultima ora. Anzi chi arriva all’ultima ora lo chiama per primo perché dice: hai penato tanto; gli altri almeno dal mattino erano sicuri di avere già tutto fino a sera; tu che hai vissuto nell’ansia le undici ore della tua esistenza, arrivato alla dodicesima ora vieni che almeno hai súbito un respiro di sollievo! .
-->. È l’essere con Lui la retribuzione. E per l’altro è l’essere arrivato dopo e lo ringrazia, perché è un dono! Chi arriva ultimo lo capisce meglio... È questo il prodigio di Dio che fa anche del nostro male, del nostro peccato un luogo di maggiore amore, dove sperimenti la grazia, nel senso che è la bellezza, la bontà, la gratuità, l’essenza di Dio, lo sperimenti lì. Come vedete questa parabola è davvero il Vangelo in nuce: viviamo di questa grazia. È questo il dono che Dio vuole fare a ogni uomo. Perché Dio è grazia, è dono, è perdono... Questi pretendono. Che cosa? Pretendono più grazia, come se la grazia fosse oggetto di merito. E che grazia maggiore può avere Dio di quella di dare tutto se stesso? Gratuitamente! ... ...Che gli ultimi siano i primi è chiaro, perché capiscono che è pura grazia, non se l’aspettavano. Sono i primi a capire che è grazia. E i primi saranno gli ultimi. Quando saranno ultimi, anche loro potranno capire che è grazia. Prima no.
Antifona
RispondiEliminaO Dio, nostra difesa,
guarda il volto del tuo consacrato.
Per me un giorno nel tuo tempio
è più che mille altrove. (Cf. Sal 83,10-11)
Colletta
O Dio, che hai preparato beni invisibili
per coloro che ti amano,
infondi nei nostri cuori la dolcezza del tuo amore,
perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa,
otteniamo i beni da te promessi,
che superano ogni desiderio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re.
Dal libro dei Giudici
Gdc 9,6-15
In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem.
Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi!
Si misero in cammino gli alberi
per ungere un re su di essi.
Dissero all'ulivo:
"Regna su di noi".
Rispose loro l'ulivo:
"Rinuncerò al mio olio,
grazie al quale
si onorano dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?".
Dissero gli alberi al fico:
"Vieni tu, regna su di noi".
Rispose loro il fico:
"Rinuncerò alla mia dolcezza
e al mio frutto squisito,
e andrò a librarmi sugli alberi?".
Dissero gli alberi alla vite:
"Vieni tu, regna su di noi".
Rispose loro la vite:
"Rinuncerò al mio mosto,
che allieta dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?".
Dissero tutti gli alberi al rovo:
"Vieni tu, regna su di noi".
Rispose il rovo agli alberi:
"Se davvero mi ungete re su di voi,
venite, rifugiatevi alla mia ombra;
se no, esca un fuoco dal rovo
e divori i cedri del Libano"».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 20 (21)
R. Signore, il re gioisce della tua potenza!
Signore, il re gioisce della tua potenza!
Quanto esulta per la tua vittoria!
Hai esaudito il desiderio del suo cuore,
non hai respinto la richiesta delle sue labbra. R.
Gli vieni incontro con larghe benedizioni,
gli poni sul capo una corona di oro puro.
Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa,
lunghi giorni in eterno, per sempre. R.
Grande è la sua gloria per la tua vittoria,
lo ricopri di maestà e di onore,
poiché gli accordi benedizioni per sempre,
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto. R.
Vangelo
Sei invidioso perché io sono buono?
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 20,1-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo".
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?".
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Parola del Signore.
da GESUITI -Questo brano ci presenta come Dio ci retribuisce. E il centro del brano è: tu sei invidioso, in greco c’è: il tuo occhio è cattivo, perché io sono buono, cioè la bontà di Dio è per noi motivo di cattiveria, perché non è giusto essere così. Non è giusto che a chi lavora un’ora gli dia il salario di un giorno. E noi ce l’abbiamo con Dio perché è buono con gli ultimi. E richiama il fratello maggiore che si adira col Padre, perché accoglie il minore; richiama Giona che si adira con Dio, che si incupisce e dice: meglio morire, se tu sei fatto così! Questi andavano distrutti! Mica perdonati!
RispondiEliminaÈ il dramma del giusto. È quel dramma che ha vissuto Paolo, che era irreprensibile nell’osservanza della legge e ha capito che tutto questo che per lui era un guadagno, era una perdita, perché c’è qualcos’altro.
Cioè: la retribuzione che Dio ci dà è se stesso, che è Amore e Grazia.
E i giusti si arrabbiano che Dio dia se stesso per amore e per grazia: vorrebbero il salario del loro sudore. Ma qualunque salario del nostro sudore sarà un po’ di sudore, non sarà Dio. Dio non è oggetto di guadagno o di perdita. E i giusti si incattiviscono perché Dio è Grazia, Amore e Perdono. Quindi questi giusti fanno l’unico peccato vero contro Dio. È l’uomo religioso che non accetta che Dio sia misericordia. ..La vigna, tra l’altro, è simbolo di Israele, del popolo di Dio, perché la vigna è la parte migliore della terra che produce il frutto e il frutto del popolo di Dio che cos’è? È esattamente l’amore fraterno, è dove realizzi l’amore del Padre. Questo è il frutto: l’amore di Dio e del prossimo. E c’è gente che è chiamata fin dall’alba a fare questo frutto. Chi è stato chiamato all’alba? Israele, il credente, la chiesa, i buoni, i giusti, quelli che fin da giovani, da sempre si sono dedicati con zelo alle cose buone, a fare il bene... E ogni età è viva perché si fa questo. Altri Padri hanno visto in queste chiamate anche le varie epoche della storia: la prima chiamata da Adamo a Noè, la seconda da Noè ad Abramo, la terza da Abramo a Mosè, poi la quarta da Mosè a Gesù; poi la quinta, che è l’ultima ora, da Gesù che se n’è andato e arriverà alla sera alla fine del mondo, è il suo ritorno, e ci darà la ricompensa.
Viviamo ormai in questa ultima ora, che è l’ora ultima della storia in cui siamo ormai vicini a raccogliere il frutto.
..Che vuol dire, la vendemmia è il momento della gioia, della pienezza, del frutto. Questo è il momento della gioia, della pienezza e del frutto per tutti.
Riferendoci al brano precedente, la vita che Lui ci promette è la vita eterna, ci promette la pienezza di vita, non solo il salario di un giorno.
In concreto, poi, Dio che promette, ha un segreto da rivelare: Lui promette, ma perché promette? Quando tu prometti, ti com-prometti. Sei compromesso tu, sei tu che fai la promessa. E nella promessa che Dio ha fatto all’uomo, in realtà Dio cosa dà come salario, come vita? Ci dà la sua vita. Ci dà se stesso. Per cui il salario degno dell’uomo è Dio stesso. Di fatti il comandamento è: Shema Israel, ascolta Israele, amerai il Signore Dio tuo. È Lui il nostro salario, il salario degno dell’uomo. ...
Sotto c’è un significato profondo: il Signore non può dare a nessuno meno di un danaro perché serve per vivere. E cosa serve per vivere all’uomo? Serve l’amore del Padre, serve essere figlio, serve Dio stesso che è amore, che è sua vita. Dio non può dare di meno di se stesso. Dà tutto. Anche a chi arriva all’ultima ora. Anzi chi arriva all’ultima ora lo chiama per primo perché dice: hai penato tanto; gli altri almeno dal mattino erano sicuri di avere già tutto fino a sera; tu che hai vissuto nell’ansia le undici ore della tua esistenza, arrivato alla dodicesima ora vieni che almeno hai súbito un respiro di sollievo!
.
-->. È l’essere con Lui la retribuzione.
EliminaE per l’altro è l’essere arrivato dopo e lo ringrazia, perché è un dono! Chi arriva ultimo lo capisce meglio... È questo il prodigio di Dio che fa anche del nostro male, del nostro peccato un luogo di maggiore amore, dove sperimenti la grazia, nel senso che è la bellezza, la bontà, la gratuità, l’essenza di Dio, lo sperimenti lì.
Come vedete questa parabola è davvero il Vangelo in nuce: viviamo di questa grazia. È questo il dono che Dio vuole fare a ogni uomo. Perché Dio è grazia, è dono, è perdono...
Questi pretendono. Che cosa? Pretendono più grazia, come se la grazia fosse oggetto di merito. E che grazia maggiore può avere Dio di quella di dare tutto se stesso? Gratuitamente! ...
...Che gli ultimi siano i primi è chiaro, perché capiscono che è pura grazia, non se l’aspettavano. Sono i primi a capire che è grazia. E i primi saranno gli ultimi. Quando saranno ultimi, anche loro potranno capire che è grazia. Prima no.