Antifona O Dio, nostra difesa, guarda il volto del tuo consacrato. Per me un giorno nel tuo tempio è più che mille altrove. (Cf. Sal 83,10-11)
Colletta O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi nei nostri cuori la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Gedeone, salverai Israele: non ti mando forse io? Dal libro dei Giudici Gdc 6,11-24a
In quei giorni, l’angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, Abiezerita. Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel frantoio per sottrarlo ai Madianiti. L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: «Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!». Gedeone gli rispose: «Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: “Il Signore non ci ha fatto forse salire dall’Egitto?”. Ma ora il Signore ci ha abbandonato e ci ha consegnato nelle mani di Madian». Allora il Signore si volse a lui e gli disse: «Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?». Gli rispose: «Perdona, mio signore: come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manasse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre». Il Signore gli disse: «Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo». Gli disse allora: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli. Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e porti la mia offerta da presentarti». Rispose: «Resterò fino al tuo ritorno». Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un’efa di farina fece focacce àzzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. L’angelo di Dio gli disse: «Prendi la carne e le focacce àzzime, posale su questa pietra e vèrsavi il brodo». Egli fece così. Allora l’angelo del Signore stese l’estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce àzzime; dalla roccia salì un fuoco che consumò la carne e le focacce àzzime, e l’angelo del Signore scomparve dai suoi occhi. Gedeone vide che era l’angelo del Signore e disse: «Signore Dio, ho dunque visto l’angelo del Signore faccia a faccia!». Il Signore gli disse: «La pace sia con te, non temere, non morirai!». Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò «Il Signore è pace».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 84 (85)
R. Il Signore annuncia la pace per il suo popolo.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con fiducia. R.
Amore e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. R.
Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino. R.
Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. (2Cor 8,9)
Alleluia.
Vangelo È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio. Dal Vangelo secondo Matteo Mt 19,23-30
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
PAROLE DEI PAPI Non potete servire Dio e la ricchezza» (v. 24). O il Signore, o gli idoli affascinanti ma illusori. Questa scelta che siamo chiamati a compiere si ripercuote poi in tanti nostri atti, programmi e impegni. E’ una scelta da fare in modo netto e da rinnovare continuamente, perché le tentazioni di ridurre tutto a denaro, piacere e potere sono incalzanti. È una decisione che si prende nella speranza e che lascia a Dio la piena realizzazione. La speranza cristiana è tesa al compimento futuro della promessa di Dio e non si arresta di fronte ad alcuna difficoltà, perché è fondata sulla fedeltà di Dio, che mai viene meno. (P. Francesco Angelus ,26 febbraio 2017) L’amore con cui Gesù gli rivolge la chiamata, non toglie al giovane ricco il potere di libera decisione, come dimostra il suo rifiuto di seguirlo per la preferenza accordata ai beni che possiede. L’evangelista Marco annota che egli “se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni” (Mc 10, 22). Gesù non lo condanna per questo. Ma a sua volta osserva non senza una certa afflizione che è difficile per i ricchi entrare nel regno dei cieli, e che solo Dio può operare certi distacchi, certe liberazioni interiori, che consentano di rispondere alla chiamata. (San Giovanni Paolo II – Udienza Generale, 12 ottobre 1994)
FAUSTI – Per un figlio i beni sono dono del padre da condividere con i fratelli. Chi li accumula rende se stesso schiavo dell'egoismo e i fratelli schiavi della miseria. Libero è colui che è capace di usarli al servizio degli altri. L'attaccamento ai beni è il grande inganno, la seduzione che soffoca la Parola. La brama delle ricchezze è principio di tutti i mali, vera idolatria, che esclude dal Regno, che è per “i poveri in spirito”. Gesù ci offre di vivere come “da principio” non solo il rapporto con l'altro e con noi stessi, ma anche con i beni del mondo. Questi non sono il fine a cui sacrificare la vita propria e altrui,ma il mezzo da usare tanto-quanto serve per vivere da figli e da fratelli, con piena libertà, senza lasciarci condizionare. Ciò che teniamo in proprio ci divide dagli altri, ciò che doniamo, ci unisce. I beni materiali sono quindi benedizione e vita se liberamente condivisi, maledizione e morte, se compulsivamente accumulati. Gesù ci dona di essere uomini liberi , che sanno servirsi di tutte le cose invece di servirle ed esserne asserviti come schiavi. Siamo figli, signori e non servi del creato, proprio in quanto serviamo i fratelli. “Da principio” tutto è dono. Possedere e accumulare è distruggere la radice stessa della creazione ; la violenza per appropriarsi delle cose distrugge, non solo la fraternità, ma anche i beni stessi di cui viviamo. La cacciata dall'Eden, come l'esilio dalla terra promessa, è conseguenza amara del voler “rapire” ciò che è donato. Il senso dell'anno Santo in Israele è ristabilire la condivisione dei beni,che inevitabilmente tendono ad accumularsi nelle mani di pochi a svantaggio di tutti. Questa è la condizione per abitare la terra. Diversamente la terra è inabitabile : diventa un deserto dove regnano l'ingiustizia e la violenza dei potenti. Il consiglio evangelico, che diventa poi il voto di povertà dei religiosi, è valido solo nella misura in cui è inteso come segno profetico di ciò che tutti son chiamati a vivere.. Il voto di castità, povertà, obbedienza, sono una testimonianza radicale e visibile di quella libertà evangelica nei confronti delle cose, delle persone e di noi stessi, che tutti dobbiamo avere per amare Dio e servire i fratelli. La testimonianza radicale è però riservata a qualcuno come dono particolare.Dio fa un dono diverso a ciascuno; ma ogni dono è per il bene comune (1 Cor 12,7), manifestazione dell'Amore, che è per tutti e mai tramonterà. Non tutti faremo come Madre Teresa, ma nessuno di noi può trascurare di vivere ,come può, quell'amore per gli ultimi che essa ha così mirabilmente testimoniato. per tutti la via della vita passa attraverso la povertà, l'umiltà e il servizio. Possesso e ricchezza, orgoglio e dominio sono le armi con le quali il nemico ci tiene in schiavitù. Il povero a sua volta sia attento a non avere il cuore del ricco. oggi i mass-media propongono anche a lui un modello che gli aliena la sua vera ricchezza . quella povertà che apre al Regno! Ciò che vale per i beni materiali vale per ogni altro bene, intellettuale, morale e spirituale. È un dono da ricevere come figli e donare ai fratelli, per il servizio comune. Gesù è il povero, ultimo e Servo di tutti,perché è il Figlio. La Chiesa segue Lui, diventando sale della terra e luce del mondo, conosce la Grazia di Colui che da ricco si fece povero per arricchirla con la Sua Povertà. Chi, per amore di Gesù, ha lasciato tutto, non perde nulla . ottiene tutto ed eredita la felicità senza fine.
Antifona
RispondiEliminaO Dio, nostra difesa,
guarda il volto del tuo consacrato.
Per me un giorno nel tuo tempio
è più che mille altrove. (Cf. Sal 83,10-11)
Colletta
O Dio, che hai preparato beni invisibili
per coloro che ti amano,
infondi nei nostri cuori la dolcezza del tuo amore,
perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa,
otteniamo i beni da te promessi,
che superano ogni desiderio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Gedeone, salverai Israele: non ti mando forse io?
Dal libro dei Giudici
Gdc 6,11-24a
In quei giorni, l’angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, Abiezerita. Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel frantoio per sottrarlo ai Madianiti. L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: «Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!». Gedeone gli rispose: «Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: “Il Signore non ci ha fatto forse salire dall’Egitto?”. Ma ora il Signore ci ha abbandonato e ci ha consegnato nelle mani di Madian».
Allora il Signore si volse a lui e gli disse: «Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?». Gli rispose: «Perdona, mio signore: come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manasse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre». Il Signore gli disse: «Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo».
Gli disse allora: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli. Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e porti la mia offerta da presentarti». Rispose: «Resterò fino al tuo ritorno».
Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un’efa di farina fece focacce àzzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. L’angelo di Dio gli disse: «Prendi la carne e le focacce àzzime, posale su questa pietra e vèrsavi il brodo». Egli fece così. Allora l’angelo del Signore stese l’estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce àzzime; dalla roccia salì un fuoco che consumò la carne e le focacce àzzime, e l’angelo del Signore scomparve dai suoi occhi.
Gedeone vide che era l’angelo del Signore e disse: «Signore Dio, ho dunque visto l’angelo del Signore faccia a faccia!». Il Signore gli disse: «La pace sia con te, non temere, non morirai!». Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò «Il Signore è pace».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 84 (85)
R. Il Signore annuncia la pace per il suo popolo.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia. R.
Amore e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. R.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. R.
Acclamazione al Vangelo
EliminaAlleluia, alleluia.
Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. (2Cor 8,9)
Alleluia.
Vangelo
È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19,23-30
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Parola del Signore.
PAROLE DEI PAPI
EliminaNon potete servire Dio e la ricchezza» (v. 24). O il Signore, o gli idoli affascinanti ma illusori. Questa scelta che siamo chiamati a compiere si ripercuote poi in tanti nostri atti, programmi e impegni. E’ una scelta da fare in modo netto e da rinnovare continuamente, perché le tentazioni di ridurre tutto a denaro, piacere e potere sono incalzanti. È una decisione che si prende nella speranza e che lascia a Dio la piena realizzazione. La speranza cristiana è tesa al compimento futuro della promessa di Dio e non si arresta di fronte ad alcuna difficoltà, perché è fondata sulla fedeltà di Dio, che mai viene meno.
(P. Francesco Angelus ,26 febbraio 2017)
L’amore con cui Gesù gli rivolge la chiamata, non toglie al giovane ricco il potere di libera decisione, come dimostra il suo rifiuto di seguirlo per la preferenza accordata ai beni che possiede. L’evangelista Marco annota che egli “se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni” (Mc 10, 22). Gesù non lo condanna per questo. Ma a sua volta osserva non senza una certa afflizione che è difficile per i ricchi entrare nel regno dei cieli, e che solo Dio può operare certi distacchi, certe liberazioni interiori, che consentano di rispondere alla chiamata.
(San Giovanni Paolo II – Udienza Generale, 12 ottobre 1994)
FAUSTI – Per un figlio i beni sono dono del padre da condividere con i fratelli. Chi li accumula rende se stesso schiavo dell'egoismo e i fratelli schiavi della miseria.
RispondiEliminaLibero è colui che è capace di usarli al servizio degli altri.
L'attaccamento ai beni è il grande inganno, la seduzione che soffoca la Parola.
La brama delle ricchezze è principio di tutti i mali, vera idolatria, che esclude dal Regno, che è per “i poveri in spirito”.
Gesù ci offre di vivere come “da principio” non solo il rapporto con l'altro e con noi stessi, ma anche con i beni del mondo. Questi non sono il fine a cui sacrificare la vita propria e altrui,ma il mezzo da usare tanto-quanto serve per vivere da figli e da fratelli, con piena libertà, senza lasciarci condizionare. Ciò che teniamo in proprio ci divide dagli altri, ciò che doniamo, ci unisce.
I beni materiali sono quindi benedizione e vita se liberamente condivisi, maledizione e morte, se compulsivamente accumulati.
Gesù ci dona di essere uomini liberi , che sanno servirsi di tutte le cose invece di servirle ed esserne asserviti come schiavi.
Siamo figli, signori e non servi del creato, proprio in quanto serviamo i fratelli.
“Da principio” tutto è dono. Possedere e accumulare è distruggere la radice stessa della creazione ; la violenza per appropriarsi delle cose distrugge, non solo la fraternità, ma anche i beni stessi di cui viviamo.
La cacciata dall'Eden, come l'esilio dalla terra promessa, è conseguenza amara del voler “rapire” ciò che è donato.
Il senso dell'anno Santo in Israele è ristabilire la condivisione dei beni,che inevitabilmente tendono ad accumularsi nelle mani di pochi a svantaggio di tutti.
Questa è la condizione per abitare la terra. Diversamente la terra è inabitabile : diventa un deserto dove regnano l'ingiustizia e la violenza dei potenti.
Il consiglio evangelico, che diventa poi il voto di povertà dei religiosi, è valido solo nella misura in cui è inteso come segno profetico di ciò che tutti son chiamati a vivere..
Il voto di castità, povertà, obbedienza, sono una testimonianza radicale e visibile di quella libertà evangelica nei confronti delle cose, delle persone e di noi stessi, che tutti dobbiamo avere per amare Dio e servire i fratelli.
La testimonianza radicale è però riservata a qualcuno come dono particolare.Dio fa un dono diverso a ciascuno; ma ogni dono è per il bene comune (1 Cor 12,7), manifestazione dell'Amore, che è per tutti e mai tramonterà.
Non tutti faremo come Madre Teresa, ma nessuno di noi può trascurare di vivere ,come può, quell'amore per gli ultimi che essa ha così mirabilmente testimoniato.
per tutti la via della vita passa attraverso la povertà, l'umiltà e il servizio.
Possesso e ricchezza, orgoglio e dominio sono le armi con le quali il nemico ci tiene in schiavitù.
Il povero a sua volta sia attento a non avere il cuore del ricco.
oggi i mass-media propongono anche a lui un modello che gli aliena la sua vera ricchezza . quella povertà che apre al Regno!
Ciò che vale per i beni materiali vale per ogni altro bene, intellettuale, morale e spirituale. È un dono da ricevere come figli e donare ai fratelli, per il servizio comune.
Gesù è il povero, ultimo e Servo di tutti,perché è il Figlio.
La Chiesa segue Lui, diventando sale della terra e luce del mondo, conosce la Grazia di Colui che da ricco si fece povero per arricchirla con la Sua Povertà.
Chi, per amore di Gesù, ha lasciato tutto, non perde nulla . ottiene tutto ed eredita la felicità senza fine.