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lunedì 18 giugno 2018

"LA MADRE CON SUS HIJOS" MT 20, 20-23


3 commenti:

  1. Antifona
    Non abbandonarmi, Signore, mio Dio,
    da me non stare lontano;
    vieni presto in mio aiuto,
    o Signore, mia salvezza. (Sal 37,22-23)

    Colletta
    Custodisci, o Padre,
    la tua famiglia nell'impegno delle buone opere;
    confortala con il tuo aiuto
    nel cammino della vita
    e guidala al possesso dei beni eterni.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Venite, e colpiamo il giusto.
    Dal libro del profeta Geremìa
    Ger 18,18-20

    [I nemici del profeta] dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti, né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole».
    Prestami ascolto, Signore,
    e odi la voce di chi è in lite con me.
    Si rende forse male per bene?
    Hanno scavato per me una fossa.
    Ricòrdati quando mi presentavo a te,
    per parlare in loro favore,
    per stornare da loro la tua ira.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 30 (31)
    R. Salvami, Signore, per la tua misericordia.
    Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
    perché sei tu la mia difesa.
    Alle tue mani affido il mio spirito;
    tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. R.

    Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all'intorno!»,
    quando insieme contro di me congiurano,
    tramano per togliermi la vita. R.

    Ma io confido in te, Signore;
    dico: «Tu sei il mio Dio,
    i mei giorni sono nelle tue mani».
    Liberami dalla mano dei miei nemici
    e dai miei persecutori. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Lode e onore a te, Signore Gesù.

    Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
    chi segue me, avrà la luce della vita. (Cf. Gv 8,12)

    Lode e onore a te, Signore Gesù.

    Vangelo
    Lo condanneranno a morte.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 20,17-28

    In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
    Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».
    Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
    Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

    Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Noi discepoli di Gesù non dobbiamo cercare titoli di onore, di autorità o di supremazia. Io vi dico che a me personalmente addolora vedere persone che psicologicamente vivono correndo dietro alla vanità delle onorificenze. Noi, discepoli di Gesù non dobbiamo fare questo, poiché tra di noi ci dev’essere un atteggiamento semplice e fraterno. Siamo tutti fratelli e non dobbiamo in nessun modo sopraffare gli altri e guardarli dall’alto in basso. No. Siamo tutti fratelli. Se abbiamo ricevuto delle qualità dal Padre celeste, le dobbiamo mettere al servizio dei fratelli, e non approfittarne per la nostra soddisfazione e interesse personale. Non dobbiamo considerarci superiori agli altri; la modestia è essenziale per una esistenza che vuole essere conforme all’insegnamento di Gesù, il quale è mite e umile di cuore ed è venuto non per essere servito ma per servire. (Angelus 5 novembre 2017)

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  3. FAUSTI - Il racconto è un dialogo di equivoci tra Gesù e i discepoli che, come tutti , sono ciechi proprio davanti alla Gloria. Ciò che la madre dei figli di Zebedeo vuole da Gesù è la vana-gloria, che pure gli altri desiderano. Grazie a Dio, Lui compie le Sue promesse d'amore, non i nostri desideri di egoismo.Questa donna adora e chiede. Anche una preghiera devota ed ossequiosa nella forma può essere perversa nel contenuto.
    Il Signore vuole che esprimiamo i nostri desideri, anche sbagliati, in modo che possiamo confrontarli con i Suoi.. E questo perché alla fine possiamo vedere ciò che Lui stesso vuol darci, e che solo allora ci può dare.Questa donna ignora però, come tutti, qual è il Suo regno che si realizzerà sulla croce. Lì sarà intronizzato, con altri due fratelli, uno a destra e l'altro a sinistra.
    Gesù stesso sarà tentato di non bere il calice della passione.. Nel momento decisivo chiederà al Padre . “Non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi Tu!”
    I due Apostoli desiderano stare con il Signore e regnare nella Sua Gloria. Gesù esaudirà la parte positiva della loro richiesta. Anche se non sanno ancora che calice sia, lo berranno, ricevendo il Suo stesso battesimo.
    Di fatto Giacomo sederà alla Sua destra . Sarà il primo degli Apostoli a bere il calice di Gesù, martirizzato nell'anno 42.
    Giovanni, a sua volta, sederà alla Sua sinistra, secondo la tradizione, sarà l'ultimo a testimoniare il suo Signore.

    continua commento :
    " A SERVIR" MT 20, 25-28

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