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mercoledì 16 gennaio 2019

"EL SERVIDOR" Mt 23,11-12




3 commenti:


  1. O Dio, nostra difesa,
    guarda il volto del tuo consacrato.
    Per me un giorno nel tuo tempio
    è più che mille altrove. (Sal 83,10-11)


    O Dio, che hai preparato beni invisibili
    per coloro che ti amano,
    infondi nei nostri cuori la dolcezza del tuo amore,
    perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa,
    otteniamo i beni da te promessi,
    che superano ogni desiderio.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Il Signore non ti ha fatto mancare uno che esercitasse il diritto di riscatto. Egli fu il padre di Iesse, padre di Davide.
    Dal libro di Rut
    Rt 2,1-3.8-11; 4,13-17

    Noemi aveva un parente da parte del marito, un uomo altolocato della famiglia di Elimèlec, che si chiamava Booz. Rut, la moabita, disse a Noemi: «Lasciami andare in campagna a spigolare dietro qualcuno nelle cui grazie riuscirò a entrare». Le rispose: «Va’ pure, figlia mia». Rut andò e si mise a spigolare nella campagna dietro ai mietitori. Per caso si trovò nella parte di campagna appartenente a Booz, che era della famiglia di Elimèlec.
    Booz disse a Rut: «Ascolta, figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo. Non allontanarti di qui e sta’ insieme alle mie serve. Tieni d’occhio il campo dove mietono e cammina dietro a loro. Ho lasciato detto ai servi di non molestarti. Quando avrai sete, va’ a bere dagli orci ciò che i servi hanno attinto».
    Allora Rut si prostrò con la faccia a terra e gli disse: «Io sono una straniera: perché sono entrata nelle tue grazie e tu ti interessi di me?». Booz le rispose: «Mi è stato riferito quanto hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria per venire presso gente che prima non conoscevi».
    Booz prese in moglie Rut. Egli si unì a lei e il Signore le accordò di concepire: ella partorì un figlio.
    E le donne dicevano a Noemi: «Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare uno che esercitasse il diritto di riscatto. Il suo nome sarà ricordato in Israele! Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno della tua vecchiaia, perché lo ha partorito tua nuora, che ti ama e che vale per te più di sette figli».
    Noemi prese il bambino, se lo pose in grembo e gli fece da nutrice. Le vicine gli cercavano un nome e dicevano: «È nato un figlio a Noemi!». E lo chiamarono Obed. Egli fu il padre di Iesse, padre di Davide.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 127 (128)

    R. Benedetto l’uomo che teme il Signore.

    Beato chi teme il Signore
    e cammina nelle sue vie.
    Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
    sarai felice e avrai ogni bene. R.

    La tua sposa come vite feconda
    nell’intimità della tua casa;
    i tuoi figli come virgulti d’ulivo
    intorno alla tua mensa. R.

    Ecco com’è benedetto
    l’uomo che teme il Signore.
    Ti benedica il Signore da Sion.
    Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
    tutti i giorni della tua vita! R.

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    Risposte
    1. Acclamazione al Vangelo
      Alleluia, alleluia.

      Uno solo è il Padre vostro, quello celeste
      e uno solo è la vostra Guida, il Cristo. (Mt 23,9b.10b)

      Alleluia.

      Vangelo
      Dicono e non fanno.
      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 23,1-12

      In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
      «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
      Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d'onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati "rabbì" dalla gente.
      Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate "padre" nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare "guide", perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
      Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

      Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEI PAPI
    Un difetto frequente in quanti hanno un’autorità, sia autorità civile sia ecclesiastica, è quello di esigere dagli altri cose, anche giuste, che però loro non mettono in pratica in prima persona. Fanno la doppia vita. Dice Gesù: «Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito» (v. 4). Questo atteggiamento è un cattivo esercizio dell’autorità, che invece dovrebbe avere la sua prima forza proprio dal buon esempio. L’autorità nasce dal buon esempio, per aiutare gli altri a praticare ciò che è giusto e doveroso, sostenendoli nelle prove che si incontrano sulla via del bene. L’autorità è un aiuto, ma se viene esercitata male, diventa oppressiva, non lascia crescere le persone e crea un clima di sfiducia e di ostilità, e porta anche alla corruzione. […] Noi discepoli di Gesù non dobbiamo cercare titoli di onore, di autorità o di supremazia. […] Se abbiamo ricevuto delle qualità dal Padre celeste, le dobbiamo mettere al servizio dei fratelli, e non approfittarne per la nostra soddisfazione e interesse personale. Non dobbiamo considerarci superiori agli altri; la modestia è essenziale per una esistenza che vuole essere conforme all’insegnamento di Gesù, il quale è mite e umile di cuore ed è venuto non per essere servito ma per servire. (Angelus, 5 novembre 2017)

    FAUSTI – La grandezza di Dio è l'Amore, e amare è servire, con i fatti e in verità.
    Gesù infatti è in mezzo a noi come Colui che serve (Lc 22,27).
    “Chi si innalza sarà abbassato, ...” Adamo alzò la mano per rapire e possedere tutto, e tornò nella polvere.
    Il Nuovo Adamo si umiliò, donando tutto e mettendosi nelle mani di tutti.
    Per questo è il Signore. (Fil 2,5-11).

    LETTERA AI FILIPPESI
    2,3-11
    Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà,
    consideri gli altri superiori a se stesso.
    Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche
    quello degli altri.
    Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:
    Egli, pur essendo nella condizione di Dio,
    non ritenne un privilegio
    l’essere come Dio,
    ma svuotò se stesso
    assumendo una condizione di servo,
    diventando simile agli uomini.
    Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
    umiliò se stesso
    facendosi obbediente fino alla morte
    e a una morte di croce.
    Per questo Dio lo esaltò
    e gli donò il Nome
    che è al di sopra di ogni nome,
    perché nel Nome di Gesù
    ogni ginocchio si pieghi
    nei cieli, sulla terra e sotto terra,
    e ogni lingua proclami:
    «Gesù Cristo è Signore!»,
    a gloria di Dio Padre.

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