FAUSTI – Gesù parla dei vari “quando” che precedono la fine ; non sono che i vari momenti del tempo presente, da leggere alla luce del futuro. Questo discorso sul futuro non è un alibi al disimpegno, un oppio per dimenticare le difficoltà. Il tempo della salvezza è”questo” : qui e ora viviamo il nostro essere figli e fratelli. La vita non è un'attesa di ciò che sarà, ma un'attenzione veso ciò che c'è: l'Emmanuele, il Dio - con – noi è sempre presente per portare il mondo al suo compimento. Determinante per ciò che sarà il futuro è ciò che facciamo al presente. Il giudizio di Dio non farà altro che svelare se abbiamo o meno vissuto secondo il Suo giudizio. Questo lungo discorso viene prima della morte e resurrezione di Gesù. La Sua vicenda è la medesima di ogni discepolo e della Chiesa, di ogni uomo e del mondo intero, della piccola storia di ognuno e della grande storia del cosmo , alla luce del Figlio dell'uomo, primogenito di ogni creatura (Col,15), comprendiamo il mistero di tutta la creazione. Nel Nuovo Testamento, quando si parla della fine del mondo, s'intende qualcosa che è già avvenuto al Figlio, che avviene ad ogni fratello e avverrà a tutti. Il Figlio dell'uomo è profezia di ogni figlio d'uomo e del mondo intero, sottoposto all'uomo nel bene e nel male. A noi basta ascoltare Lui e la Sua Parola, senza cercare altri segni. La Sua venuta non è né spettacolare né misteriosa : è nell'altro, che incontro di continuo e da cui vorrei defendermi. La Sua venuta ultima sarà come la folgore, che all'improvviso appare e tutto illumina. E' impossibile prevederla, com'è impossibile non vederla. Sulla Croce tutti vedranno il segno del Figlio dell'uomo : l'umanità intera si radunerà intorno ad essa per cibarsi dela carne dell'Agnello, Vita data per tutti. Il primo a trovare il suo nido sull'albero della Croce sarà il centurione pagano con i suoi compagni, che riconosceranno il Signore .
FAUSTI – Gesù parla dei vari “quando” che precedono la fine ; non sono che i vari momenti del tempo presente, da leggere alla luce del futuro. Questo discorso sul futuro non è un alibi al disimpegno, un oppio per dimenticare le difficoltà.
RispondiEliminaIl tempo della salvezza è”questo” : qui e ora viviamo il nostro essere figli e fratelli.
La vita non è un'attesa di ciò che sarà, ma un'attenzione veso ciò che c'è: l'Emmanuele, il Dio - con – noi è sempre presente per portare il mondo al suo compimento.
Determinante per ciò che sarà il futuro è ciò che facciamo al presente. Il giudizio di Dio non farà altro che svelare se abbiamo o meno vissuto secondo il Suo giudizio.
Questo lungo discorso viene prima della morte e resurrezione di Gesù. La Sua vicenda è la medesima di ogni discepolo e della Chiesa, di ogni uomo e del mondo intero, della piccola storia di ognuno e della grande storia del cosmo , alla luce del Figlio dell'uomo, primogenito di ogni creatura (Col,15), comprendiamo il mistero di tutta la creazione.
Nel Nuovo Testamento, quando si parla della fine del mondo, s'intende qualcosa che è già avvenuto al Figlio, che avviene ad ogni fratello e avverrà a tutti.
Il Figlio dell'uomo è profezia di ogni figlio d'uomo e del mondo intero, sottoposto all'uomo nel bene e nel male.
A noi basta ascoltare Lui e la Sua Parola, senza cercare altri segni.
La Sua venuta non è né spettacolare né misteriosa : è nell'altro, che incontro di continuo e da cui vorrei defendermi.
La Sua venuta ultima sarà come la folgore, che all'improvviso appare e tutto illumina.
E' impossibile prevederla, com'è impossibile non vederla.
Sulla Croce tutti vedranno il segno del Figlio dell'uomo : l'umanità intera si radunerà intorno ad essa per cibarsi dela carne dell'Agnello, Vita data per tutti.
Il primo a trovare il suo nido sull'albero della Croce sarà il centurione pagano con i suoi compagni, che riconosceranno il Signore .