Archivio blog

domenica 20 gennaio 2019

."LA JUSTICIA, LA MISERICORDIA Y LA FE"Mt 23,23-26


 
 





3 commenti:


  1. Antifona

    Ecco la donna saggia che costruì la sua casa;
    temendo il Signore
    camminò sulla retta via. (Cf. Pr 14,1-2)

    Colletta

    O Dio, consolatore degli afflitti,
    che nella tua misericordia hai esaudito le pie lacrime
    di santa Monica con la conversione del figlio Agostino,
    per la loro comune intercessione
    donaci di piangere i nostri peccati
    e di ottenere la grazia del tuo perdono.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.
    Prima Lettura
    Mantenete le tradizioni che avete appreso.

    Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
    2Ts 2,1-3a.13-17

    Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente. Nessuno vi inganni in alcun modo!
    Noi dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, per mezzo dello Spirito santificatore e della fede nella verità. A questo egli vi ha chiamati mediante il nostro Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
    Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso sia dalla nostra parola sia dalla nostra lettera. E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 95 (96)

    R. Vieni, Signore, a giudicare la terra.

    Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
    È stabile il mondo, non potrà vacillare!
    Egli giudica i popoli con rettitudine. R.

    Gioiscano i cieli, esulti la terra,
    risuoni il mare e quanto racchiude;
    sia in festa la campagna e quanto contiene. R.

    Acclamino tutti gli alberi della foresta
    davanti al Signore che viene:
    sì, egli viene a giudicare la terra;
    giudicherà il mondo con giustizia
    e nella sua fedeltà i popoli. R.

    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    La parola di Dio è viva, efficace:
    discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. (Eb 4,12)

    Alleluia.

    Vangelo
    Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.

    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 23,23-26

    In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
    «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».

    Parola del Signore.

    RispondiElimina
  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Chiediamo al Signore di non stancarci di andare su questa strada, di non stancarci di respingere questa religione dell’apparire, del sembrare, del fare finta di... E andare silenziosamente facendo il bene, gratuitamente come noi gratuitamente abbiamo ricevuto la nostra libertà interiore. E che Lui custodisca questa libertà interiore di tutti noi. Chiediamo questa grazia. (Santa Marta 11 ottobre 2016)


    FAUSTI - “ Guai a voi, scribi e farisei ipocriti!” dice Gesù parlando alla folla e ai discepoli, cioè a noi.Il male può uscire come trasgressione della legge, e si rivela come tale ; ma può uscire più sottilmente come la maschera dell'osservanza. Allora è più difficile da riconoscere.
    E' l'ipocrisia di chi fa il bene , ma non è mosso dall'amore.
    Il brano è tutto un test sull'ipocrisia religiosa, che c'è sopratutto là dove non è avvertita.
    Sorprende il tono minaccioso di Gesù, che si è definito . “mite e umile di cuore”.
    Il Signore parla delle deviazioni cultuali e pratiche o legali che sempre sono accovacciate in noi, dobbiamo riconoscerle e non farcene dominare.
    La Sua Parola richiama le vigorose invettive dei profeti : servono per scuotere da quella “pace perniciosa” (Cassiano) del male, che è il suo aspetto peggiore.
    E' segno di grande misericordia denunciare il male e maledirlo, dire-male del male e farne apparire l'inganno.
    Se la verità va fatta nella carità (Ef 4,15) , anche la carità va fatta nella verità.
    Noi preferiamo trascurare la verità in nome dell'amore, o trascurare l'amore in nome della verità, e così perdiamo ambedue, perchè ciò che è vero e ciò che è buono coincidono.
    Al bianco e al nero preferiamo la confusione indistinta del grigio uniforme.
    Ma, fin dal principio della creazione, la vita è distinzione.
    Chiamare le cose col loro nome , facendole uscire dal caos, è l'opera di Dio, che l'uomo è chiamato a continuare responsabilmente.L'oggetto del “Guai” è l'ipocrisia nelle sue varie manifestazioni.
    Nella vita personale uno che recita non entrerà mai in relazione con nessuno.
    La scissione tra ciò che si è e ciò che si dice, è l'empietà radicale : la menzogna che priva l'uomo del suo volto. Il nostro essere è essere figli del Padre. Il nostro apparire deve manifestarlo nella fraternità. Nelle sue opere uno realizza o contraddice ciò che è. Non dobbiamo recitare, bisogna essere non attori, ma fattori della Parola. Per Matteo l'ipocrisia, male supremo, è questa contraddizione tra dire e fare, o, meglio, tra dire e non fare ciò che si dice . È un abortire la Parola, invece che esserne generati e generarla.
    “Pagate la decima” la cecità si manifesta particolarmente nel legalismo :
    numerose norme e decreti regolano le cose anche minime ;ma la giustizia, la misericordia e la fedeltà sono trascurate.La stessa Parola sostituisce Colui che parla e e al quale siamo chiamati a rispondere.
    Chi è attento alla Parola in modo corretto ama il Padre e i fratelli, e in questo modo adempie la Legge – con delicatezza somma, anche nelle piccole cose – ma non per scrupolo e mania ritualistica, bensì per amore.
    L'assurdo del legalismo è di stare attento al dettaglio e non vedere l'insieme.
    Anzi, il dettaglio diventa l'oggetto di ossessione rituale, quasi una coazione meccanica e implacabile che uccide.
    “Purificate l'esterno del bicchiere e del piatto, mentre all'interno...” L'esteriorità, accuratissima, nasconde un'interiorità piena di rapina e immondezza.
    Tutto è ridotto a un tentativo di rapire la gloria, e si cade schiavi di ogni passione,perché non si ha la conoscenza dell'amore che libera e purifica.
    Ciò che conta è il cuore puro, che vede Dio e in tutto vive l'Amore del Padre, diventando, come Lui, misericordioso verso ogni miseria.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.