S. FAUSTI – Il quarto sogno lo porta al “ritiro” ultimo, dove il “Nazoreo” prende “casa” e “nome” nella “terra”! Le quattro tappe del suo ascoltare/ fare sono le stesse di ogni uomo . Prendere in sposa Maria, la Madre del Figlio di Dio, e chiamarlo per nome (1,24) , compiere con loro sia l'entrata che l'uscita dall'Egitto e dall'esilio – il cammino dalla croce alla resurrezione – sino a “far casa” nella “terra” , e qui, infine, vivere con discernimento. “Nazoreo sarà chiamato “: nessun profeta ha questa espressione. Matteo lo sa bene. E sa di dire la verità. Non dice infatti . “ Ciò che fu detto dal profeta” bensì : “ Ciò che fu detto dai profeti” . Tutta la Bibbia, da Mosè a Giovanni Battista, ha profetato di Lui, il Figlio generato prima di ogni creatura, nel quale, attraverso il quale e per il quale tutto è stato fatto (Col 1,15-17). Matteo, partendo da Gesù e guardandolo, rilegge la storia passata , e vede come veramente Dio compie in Lui ogni Sua Parola , senza lasciarne andare a vuoto neppure una sola (1Sam 3,19). Ciò che conta è che il Nazoreo – qui associato da Matteo a Nazaret – è “il dunque” della storia di Dio e dell'uomo. Questo Suo “ritiro” nell'umile quotidianità è il mistero stesso del Dio-con-noi , che rende divina ogni quotidianità : ogni riposo e fatica, ogni gioia e dolore, ogni amore e timore, ogni lavoro e frutto dell'uomo.
PRIMA LETTURA (Pr 2,1-9) Inclina il tuo cuore alla prudenza. Dal libro dei Proverbi Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti, tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza, se appunto invocherai l'intelligenza e rivolgerai la tua voce alla prudenza, se la ricercherai come l'argento e per averla scaverai come per i tesori, allora comprenderai il timore del Signore e troverai la conoscenza di Dio, perché il Signore dà la sapienza, dalla sua bocca escono scienza e prudenza. Egli riserva ai giusti il successo, è scudo a coloro che agiscono con rettitudine, vegliando sui sentieri della giustizia e proteggendo le vie dei suoi fedeli. Allora comprenderai l'equità e la giustizia, la rettitudine e tutte le vie del bene. Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 33) Gustate e vedete come è buono il Signore. Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. Gustate e vedete come è buono il Signore. Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato. Gustate e vedete come è buono il Signore. Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce. Gustate e vedete come è buono il Signore. L'angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera. Gustate e vedete com'è buono il Signore; beato l'uomo che in lui si rifugia. Gustate e vedete come è buono il Signore. Temete il Signore, suoi santi: nulla manca a coloro che lo temono. I leoni sono miseri e affamati, ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene. Gustate e vedete come è buono il Signore.
CANTO AL VANGELO (cf. Gv 15,5) Alleluia, alleluia. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Alleluia.
VANGELO (Mt 19,27-29) Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto. + Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». Parola del Signore.
FESTA DI S. BENEDETTO San Benedetto Abate. Ci fa da guida in questo giorno particolarmente solenne la splendida immagine evangelica della vite e dei tralci. La leggiamo nel contesto monastico e ci lasciamo guidare dallo stesso Patriarca S. Benedetto. Egli con un linguaggio altamente teologico e biblico vede la vita del monaci come un faticoso e gioioso "ritorno" a Dio, da cui ci eravamo allontanati per la disobbedienza. Il ritorno, come accadde al popolo d'Israele, implica una liberazione dalla schiavitù, un passaggio attraverso le acque del mare rosso, un lungo percorso nel deserto e l'approdo finale nella terra promessa. È un cammino di conversione e di salvezza, è un prodigioso innesto alla vite nuova che è Cristo. È la splendida esperienza di veder rinverdita l'esistenza, è ancora una gioiosa corsa verso Cristo con "il cuore dilatato". La vita del monaco, ma ciò vale anche per ogni cristiano, mediante l'ascolto, la preghiera, la lettura sapienziale della parola di Dio, la ricerca incessante della perfezione e la sequela di Gesù, è proposta e vissuta come una gioiosa esperienza pasquale. Ciò scaturisce come naturale esigenza dell'innesto alla vite: per essere con Cristo dobbiamo essere disposti a seguirlo coraggiosamente ovunque, fino alla croce, fino al sepolcro per avere così la certezza che l'innesto ha prodotto il suo splendido frutto, la vita nuova in Cristo, la nostra personale risurrezione. In questa prospettiva la preghiera e il lavoro, che scandiscono essenzialmente la vita del monaco, ma che ogni cristiano in situazioni diverse sperimenta quotidianamente, diventano motivi di fecondità e di gioia. La sua Regola, non solo ha ispirato ed ispira ancora la vita di migliaia di monaci in ogni parte del mondo, ma ha fatto il suo ingresso in ogni ambiente, nelle famiglie, nelle caserme, ultimamente nelle fabbriche e ovunque si trovano adunate persone che cercano un sano equilibrio nelle mutue relazioni e una vera santificazione del lavoro; per questo le Abbazie e i Monasteri a loro volta si stanno aprendo sempre più all'accoglienza per operare un nuovo e vitale innesto tra la vita del mondo e quella dei consacrati. Per ricordare e rinsaldare questo innesto, già operato gloriosamente nei secoli passati, S. Benedetto è stato proclamato meritatamente Patrono d'Europa. Anche questo è un innesto che deve però trovare ancora la piena realizzazione in altre realtà della vita sociale. Molti, pare, vogliano ignorare le radici storiche e religiose che hanno evangelizzato e civilizzato la nostra Europa. Speriamo di non dover constatare che il distacco dalla vite feconda non riduca i tralci alla essiccazione e alla sterilità. (Padri Silvestrini)
S. FAUSTI – Il quarto sogno lo porta al “ritiro” ultimo, dove il “Nazoreo” prende “casa” e “nome” nella “terra”! Le quattro tappe del suo ascoltare/ fare sono le stesse di ogni uomo . Prendere in sposa Maria, la Madre del Figlio di Dio, e chiamarlo per nome (1,24) , compiere con loro sia l'entrata che l'uscita dall'Egitto e dall'esilio – il cammino dalla croce alla resurrezione – sino a “far casa” nella “terra” , e qui, infine, vivere con discernimento.
RispondiElimina“Nazoreo sarà chiamato “: nessun profeta ha questa espressione. Matteo lo sa bene. E sa di dire la verità. Non dice infatti . “ Ciò che fu detto dal profeta” bensì : “ Ciò che fu detto dai profeti” . Tutta la Bibbia, da Mosè a Giovanni Battista, ha profetato di Lui, il Figlio generato prima di ogni creatura, nel quale, attraverso il quale e per il quale tutto è stato fatto (Col 1,15-17).
Matteo, partendo da Gesù e guardandolo, rilegge la storia passata , e vede come veramente Dio compie in Lui ogni Sua Parola , senza lasciarne andare a vuoto neppure una sola (1Sam 3,19).
Ciò che conta è che il Nazoreo – qui associato da Matteo a Nazaret – è “il dunque” della storia di Dio e dell'uomo. Questo Suo “ritiro” nell'umile quotidianità è il mistero stesso del Dio-con-noi , che rende divina ogni quotidianità : ogni riposo e fatica, ogni gioia e dolore, ogni amore e timore, ogni lavoro e frutto dell'uomo.
PRIMA LETTURA (Pr 2,1-9)
RispondiEliminaInclina il tuo cuore alla prudenza.
Dal libro dei Proverbi
Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti, tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza, se appunto invocherai l'intelligenza e rivolgerai la tua voce alla prudenza, se la ricercherai come l'argento e per averla scaverai come per i tesori, allora comprenderai il timore del Signore e troverai la conoscenza di Dio, perché il Signore dà la sapienza, dalla sua bocca escono scienza e prudenza.
Egli riserva ai giusti il successo, è scudo a coloro che agiscono con rettitudine, vegliando sui sentieri della giustizia e proteggendo le vie dei suoi fedeli.
Allora comprenderai l'equità e la giustizia, la rettitudine e tutte le vie del bene.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 33)
Gustate e vedete come è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Gustate e vedete come è buono il Signore.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Gustate e vedete come è buono il Signore.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
Gustate e vedete come è buono il Signore.
L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com'è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia.
Gustate e vedete come è buono il Signore.
Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.
Gustate e vedete come è buono il Signore.
CANTO AL VANGELO (cf. Gv 15,5)
Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.
VANGELO (Mt 19,27-29)
Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
Parola del Signore.
FESTA DI S. BENEDETTO
RispondiEliminaSan Benedetto Abate. Ci fa da guida in questo giorno particolarmente solenne la splendida immagine evangelica della vite e dei tralci. La leggiamo nel contesto monastico e ci lasciamo guidare dallo stesso Patriarca S. Benedetto. Egli con un linguaggio altamente teologico e biblico vede la vita del monaci come un faticoso e gioioso "ritorno" a Dio, da cui ci eravamo allontanati per la disobbedienza. Il ritorno, come accadde al popolo d'Israele, implica una liberazione dalla schiavitù, un passaggio attraverso le acque del mare rosso, un lungo percorso nel deserto e l'approdo finale nella terra promessa. È un cammino di conversione e di salvezza, è un prodigioso innesto alla vite nuova che è Cristo. È la splendida esperienza di veder rinverdita l'esistenza, è ancora una gioiosa corsa verso Cristo con "il cuore dilatato". La vita del monaco, ma ciò vale anche per ogni cristiano, mediante l'ascolto, la preghiera, la lettura sapienziale della parola di Dio, la ricerca incessante della perfezione e la sequela di Gesù, è proposta e vissuta come una gioiosa esperienza pasquale. Ciò scaturisce come naturale esigenza dell'innesto alla vite: per essere con Cristo dobbiamo essere disposti a seguirlo coraggiosamente ovunque, fino alla croce, fino al sepolcro per avere così la certezza che l'innesto ha prodotto il suo splendido frutto, la vita nuova in Cristo, la nostra personale risurrezione. In questa prospettiva la preghiera e il lavoro, che scandiscono essenzialmente la vita del monaco, ma che ogni cristiano in situazioni diverse sperimenta quotidianamente, diventano motivi di fecondità e di gioia. La sua Regola, non solo ha ispirato ed ispira ancora la vita di migliaia di monaci in ogni parte del mondo, ma ha fatto il suo ingresso in ogni ambiente, nelle famiglie, nelle caserme, ultimamente nelle fabbriche e ovunque si trovano adunate persone che cercano un sano equilibrio nelle mutue relazioni e una vera santificazione del lavoro; per questo le Abbazie e i Monasteri a loro volta si stanno aprendo sempre più all'accoglienza per operare un nuovo e vitale innesto tra la vita del mondo e quella dei consacrati. Per ricordare e rinsaldare questo innesto, già operato gloriosamente nei secoli passati, S. Benedetto è stato proclamato meritatamente Patrono d'Europa. Anche questo è un innesto che deve però trovare ancora la piena realizzazione in altre realtà della vita sociale. Molti, pare, vogliano ignorare le radici storiche e religiose che hanno evangelizzato e civilizzato la nostra Europa. Speriamo di non dover constatare che il distacco dalla vite feconda non riduca i tralci alla essiccazione e alla sterilità. (Padri Silvestrini)