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martedì 6 giugno 2017

"GENEALOGÍA" Mt 1,1-11


3 commenti:

  1. S. FAUSTI – “ Libro della Genesi di Gesù Cristo” è il titolo del Vangelo di Matteo, che ci racconta la nascita nel tempo del Figlio eterno del Padre che si fa nostro fratello.
    Gesù è visto come la nuova genesi dell'uomo, principio e fine del mondo creato da Dio.
    Questo primo brano è una lista di nomi, divisi in tre periodi, che vanno da Abramo a Gesù : la “Carne” del Figlio di Dio passa attraverso coloro che l'hanno preceduto. Di ognuno si dice due volte “generare”, una volta come figlio e l'altra come padre. Lo schema costante s'interrompe con Giuseppe, per aprire alla sorpresa di ciò che capita attraverso Maria.
    Del primo patriarca , Abramo, non si dice chi l'ha generato e dall'ultimo , Gesù, non si dice né chi lo genera né chi a sua volta Egli genera.
    Si allude al mistero iniziale del Padre, e a quello finale del Figlio.
    La deportazione in Babilonia ha particolare spicco , così pure la menzione dei fratelli(2,11):
    Gesù è venuto a ricostruire la fraternità disfatta e dispersa nell'esilio!
    La ripetizione ossessiva del generare con la sola variazione dei nomi provoca una tensione , quasi l'attesa della novità promessa nel primo versetto, che interrompa la catena e dia senso al tutto.
    Il che avviene in Gesù, presentato come il “dunque” . le generazioni da Abramo a Gesù sono 3 volte quattordici, ossia sei volte sette.
    Con Lui, primogenito di una numerosa schiera di fratelli (Rom 8,29), la storia della promessa
    raggiunge sette volte sette, la perfezione.

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  2. Martedì della IX settimana delle ferie del Tempo Ordinario

    Meditazione del giorno
    Sant'Atanasio (295-373), vescovo d'Alessandria, dottore della Chiesa
    Sull'incarnazione del Verbo, 13; SC 199, 311
    Cristo è immagine del Dio invisibile; per opera di lui abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati (Col 1,15.14)

    Poiché gli uomini erano diventati irragionevoli e l'inganno dei demoni gettava la sua ombra da ogni parte e nascondeva la conoscenza del Dio vero, cosa doveva fare Dio? Tacere di fronte a tale situazione? Accettare che gli uomini si smarrissero e non conoscessero Dio?... Forse Dio non risparmierà alle sue creature di smarrirsi lontano da lui e di essere assoggettate al non essere, soprattutto se questo smarrimento diventa per loro motivo di rovina e di perdita, mentre gli esseri che hanno partecipato all'immagine di Dio (Gen 1,26) non devono perire? Cosa occorreva che Dio facesse? Cosa fare, se non rinnovare in loro la sua immagine, affinché gli uomini potessero nuovamente riconoscerlo?

    E come realizzarlo, se non mediante la presenza dell'immagine stessa di Dio (Col 1,15), il nostro Salvatore Gesù Cristo? Non potevano attuarlo gli uomini, poiché non sono l'immagine ma sono stati creati secondo l'immagine; neanche potevano realizzarlo gli angeli che non sono delle immagini. Per questo è venuto in persona il Verbo di Dio, che è l'immagine del Padre, per essere in grado di restaurare l'immagine nel profondo dell'essere degli uomini. D'altronde, ciò non poteva succedere finché la morte e la corruzione che ne consegue non fossero state annientate. Per questo egli ha assunto un corpo mortale, per poter annientare la morte e restaurare gli uomini fatti secondo l'immagine di Dio. L'immagine del Padre, dunque, il Figlio suo santissimo, è venuto da noi per rinnovare l'uomo fatto a sua somiglianza e per ritrovarlo, mentre era perduto, mediante la remissione dei peccati, come egli stesso dice: «Sono venuto a cercare e salvare ciò che era perduto» (Lc 19,10).

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  3. CONTINUA :
    "PADRE DE" Mt 1,12-15 "JESÚS " Mt 1,16 "CRISTO" Mt 1,17

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