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sabato 13 aprile 2019

"LE LLEVARON Y LE ENTREGARON AL PROCURADOR PILATO"Mt 27,1-3


2 commenti:

  1. FAUSTI – La riunione notturna è stata un'istruttoria informale. E' illecito giudicare nella notte! Al mattino si esegue la decisione maturata nella notte.
    Gesù è legato,portato e consegnato. Il Corpo del Figlio, dono del Padre ai fratelli, passa da una mano all'altra. Solo a Pilato, il governatore pagano, è riconosciuto il diritto di uccidere.
    E lo farà, portando a compimento ciò che tutti vogliono.
    Il peccato e la grazia ci accomuna tutti, senza distinzioni.
    Giuda non voleva la morte di Gesù ; o, almeno ora, non la vuole più. Chi fa il male si accorge – sempre dopo! - che non era proprio ciò che voleva.
    Giuda sente rimorso e angoscia per la sua azione. Il senso di colpa lo invade e lo risucchia.
    Guarda a sé e al proprio errore ; non vede ancora il Signore in croce e il Suo Amore.
    Non è con-vertito a Lui che perdona, ma pre-vertito al proprio male che non perdona.
    Il divisore diventa accusatore. Il diavolo si chiama anche satana : divide dal bene e accusa del male, inchiodando ad esso il colpevole.
    Il senso di colpa è necessario per chi fa il male : gli fa capire che si è fatto del male!
    Diventa però una trappola mortale per chi non ne esce mediante l'accettazione del perdono.
    Il guadagno del peccato - le trenta monete - una volta consumato, è spregevole anche agli occhi di chi lo compie. All'illusione di un bene promesso, seguono la delusione e la disperazione dell'inganno scoperto.

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  2. VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 11,45-56

    In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
    Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».
    Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell'anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
    Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.
    Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Tutta la storia della salvezza è la storia di Dio che cerca l’uomo, gli offre il suo amore, lo accoglie. Ha chiamato Abramo ad essere padre di una moltitudine, ha scelto il popolo di Israele per stringere un’alleanza che abbracci tutte le genti, e ha inviato, nella pienezza dei tempi, il suo Figlio perché il suo disegno di amore e di salvezza si realizzi in una nuova ed eterna alleanza con l’umanità intera. Quando leggiamo i Vangeli, vediamo che Gesù raduna intorno a sé una piccola comunità che accoglie la sua parola, lo segue, condivide il suo cammino, diventa la sua famiglia, e con questa comunità Egli prepara e costruisce la sua Chiesa. (Udienza Generale, 29 maggio 2013)


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