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martedì 16 aprile 2019

"ENTREGANDO" Mt 27, 4-6


2 commenti:

  1. FAUSTI – Il dramma di Giuda tocca la profondità dell'uomo e l'abisso di Dio. Ci chiediamo, con inquietudine, se il traditore si sia salvato, cosa Dio sia riuscito a fare con lui.
    In lui vediamo noi stessi! La dannazione è accusarsi ed espiare, senza uscire da se stessi. Chi guarda solo a sé, vede necessariamente l'inferno! Solo davanti a un amore assoluto per noi possiamo riconoscere il peccato come luogo di grazia. E' l'uscita dall'inferno.
    Il vero peccato di Giuda non fu di aver tradito, ma di voler pagare il suo errore. Non il suo errore, ma il suo voler espiare è il suo male peggiore.espiare la colpa e non accettare il perdono è il peccato radicale di chi resta centrato su se stesso , è il male del mondo, in cui ognuno di noi ha la sua quota di poartecipazione. Consiste nel rifiuto di essere amati gratuitamente, principio di ogni violenza su di sé e sugli altri. Tale rifiuto è dovuto alla menzogna, antica ed omicida , che ci ha dipinto un Dio giusto e tremendo, da cui fuggire.
    Questa menzogna ha ucciso in noi il Padre e noi stessi come figli,
    falsando ogni rapporto con i fratelli.
    Solo la croce ridona a Dio il Suo vero volto di Padre e a noi il nostro di figli.

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  2. LETTURA DEL GIORNO
    Dal libro del profeta Isaìa
    Is 49,1-6

    Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele - poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza -, e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 13,21-33.36-38

    In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Noi abbiamo ricevuto questo dono come destino, l’amicizia del Signore, questa è la nostra vocazione: vivere amici del Signore. E lo stesso avevano ricevuto gli apostoli, più forte ancora, ma lo stesso. Tutti noi cristiani abbiamo ricevuto questo dono: l’accesso al cuore di Gesù, all’amicizia di Gesù. E’ un dono che il Signore conserva sempre e Lui è fedele . Gesù è il nostro amico. E Giuda, come dice qui, è andato per la sua sorte nuova, per il suo destino che lui ha scelto liberamente, si è allontanato da Gesù. E l’apostasia è quello: allontanarsi da Gesù. Un amico che diventa nemico o un amico che diventa indifferente o un amico che diventa traditore. Pensiamo a questo, Lui non rinnega noi, ci aspetta fino alla fine. E quando noi per la nostra debolezza ci allontaniamo da Lui, Lui aspetta, Lui aspetta, Lui continua a dire: “Amico, ti aspetto. Amico cosa vuoi? Amico, perché con un bacio mi tradisci?”. Lui è il fedele nell’amicizia e noi dobbiamo chiedergli questa grazia di rimanere nel suo amore, rimanere nella sua amicizia, quella amicizia che noi abbiamo ricevuto come dono in sorte da Lui. (Santa Marta, 15 maggio 2018)

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