FAUSTI – Nel loro viaggio in barca i discepoli si trovano senza pane. Normalmente ne hanno, anche se insufficiente per gli altri, è quanto basta per loro. Ora invece non basta neanche a loro stessi. Nessuna dimenticanza è mai a caso! L'unico Pane che hanno, non è riconosciuto, è scambiato per fantasma. Anche loro non sanno leggere il segno di Giona! Il segno del pane, appena dato, può essere letto anche dai discepoli, al contrario . Può suscitare la pretesa di un intervento prodigioso, invece che la volontà di condivisione e di dono, fino al dono di sé. Il pane che dà vita filiale e fraterna è sempre insidiato dal lievito dei farisei e sadducei. I discepoli in barca, nella loro traversata verso l'altra riva, possono ridurre l'eucaristia a un bel rito che non diventa concreta vita fraterna, senza riconoscere il Corpo del Signore. Gesù ha insegnato a prendere, benedire, spezzare e dare, condividendo la propria vita. Dopo il fatto dei pani, pensano di viaggiare senza provviste per provocare un segno dal cielo? Ma il Suo pane non è un segno dal cielo, bensì dalla terra . È il Figlio dell'uomo che si consegna all'uomo,in una vita filiale e fraterna. Il problema non è provocare il Signore a darci altro pane, ma vivere quanto abbiamo e siamo in obbedienza a Lui, che ha detto :”Date loro voi stessi da mangiare” (14,16). Anche il discepolo, invece di fidarsi, preferisce chiedere segni. Invece di dire :”Sia fatta la Tua Volontà” , vuole che il Signore soddisfi le sue brame. Si lamenta di non avere pane , perché non mangia e non vive del suo pane. Non è che gli manchi il cibo, ma la fede, che lo porta a condividere.
FAUSTI – Nel loro viaggio in barca i discepoli si trovano senza pane. Normalmente ne hanno, anche se insufficiente per gli altri, è quanto basta per loro. Ora invece non basta neanche a loro stessi. Nessuna dimenticanza è mai a caso! L'unico Pane che hanno, non è riconosciuto, è scambiato per fantasma. Anche loro non sanno leggere il segno di Giona!
RispondiEliminaIl segno del pane, appena dato, può essere letto anche dai discepoli, al contrario .
Può suscitare la pretesa di un intervento prodigioso, invece che la volontà di condivisione e di dono, fino al dono di sé. Il pane che dà vita filiale e fraterna è sempre insidiato dal lievito dei farisei e sadducei.
I discepoli in barca, nella loro traversata verso l'altra riva, possono ridurre l'eucaristia a un bel rito che non diventa concreta vita fraterna, senza riconoscere il Corpo del Signore.
Gesù ha insegnato a prendere, benedire, spezzare e dare, condividendo la propria vita.
Dopo il fatto dei pani, pensano di viaggiare senza provviste per provocare un segno dal cielo?
Ma il Suo pane non è un segno dal cielo, bensì dalla terra .
È il Figlio dell'uomo che si consegna all'uomo,in una vita filiale e fraterna.
Il problema non è provocare il Signore a darci altro pane, ma vivere quanto abbiamo e siamo in obbedienza a Lui, che ha detto :”Date loro voi stessi da mangiare” (14,16).
Anche il discepolo, invece di fidarsi, preferisce chiedere segni.
Invece di dire :”Sia fatta la Tua Volontà” , vuole che il Signore soddisfi le sue brame.
Si lamenta di non avere pane , perché non mangia e non vive del suo pane.
Non è che gli manchi il cibo, ma la fede, che lo porta a condividere.