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lunedì 28 maggio 2018

"LA EXTRAVIADA" Mt 18, 11-12


 
 

3 commenti:


  1. Antifona

    Volgi lo sguardo, Signore, alla tua alleanza,
    non dimenticare per sempre la vita dei tuoi poveri.
    Alzati, o Dio, difendi la mia causa,
    non dimenticare la supplica di chi ti invoca. (Cf. Sal 73,20.19.22)

    Colletta

    Dio onnipotente ed eterno,
    guidati dallo Spirito Santo,
    osiamo invocarti con il nome di Padre:
    fa’ crescere nei nostri cuori lo spirito di figli adottivi,
    perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.
    Prima Lettura
    Io mangiai quel rotolo: fu per la mia bocca dolce come il miele.

    Dal libro del profeta Ezechièle
    Ez 2,8-3,4

    Così dice il Signore: «Figlio dell’uomo, ascolta ciò che ti dico e non essere ribelle come questa genìa di ribelli: apri la bocca e mangia ciò che io ti do». Io guardai, ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto da una parte e dall’altra e conteneva lamenti, pianti e guai.
    Mi disse: «Figlio dell’uomo, mangia ciò che ti sta davanti, mangia questo rotolo, poi va’ e parla alla casa d’Israele». Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: «Figlio dell’uomo, nutri il tuo ventre e riempi le tue viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai: fu per la mia bocca dolce come il miele. Poi egli mi disse: «Figlio dell’uomo, va’, rècati alla casa d’Israele e riferisci loro le mie parole».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 118 (119)

    R. Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, Signore.

    Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
    più che in tutte le ricchezze.
    I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
    sono essi i miei consiglieri. R.

    Bene per me è la legge della tua bocca,
    più di mille pezzi d’oro e d’argento.
    Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse,
    più del miele per la mia bocca. R.

    Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
    perché sono essi la gioia del mio cuore.
    Apro anelante la mia bocca,
    perché ho sete dei tuoi comandi. R.

    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
    e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. (Mt 11,29ab)

    Alleluia.

    Vangelo
    Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.

    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 18,1-5.10.12-14

    In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
    Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
    «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
    Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
    Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

    Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Il Signore non può rassegnarsi al fatto che anche una sola persona possa perdersi. L’agire di Dio è quello di chi va in cerca dei figli perduti per poi fare festa e gioire con tutti per il loro ritrovamento. Si tratta di un desiderio irrefrenabile: neppure novantanove pecore possono fermare il pastore e tenerlo chiuso nell’ovile. Lui potrebbe ragionare: “Faccio il bilancio: ne ho novantanove, ne ho persa una, ma non è tanta perdita”. No. Lui va a cercare quella, perché ognuna è molto importante per lui e quella è la più bisognosa, la più abbandonata, la più scartata; e lui va a cercarla. (Udienza generale, 4 maggio 2016)
    VEDI anche i commenti :

    " ENCONTRARLA" Mt 18,13 " EL PADRE DE USTEDES" Mt 18,14

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    Risposte
    1. FAUSTI – Il pastore porta il gregge dove ci sono acqua e cibo, inoltre lo difende da fiere, briganti e intemperie. Tra gregge e pastore si stabilisce un rapporto di conoscenza e affetto reciproco . La vita dell'uno dipende dall'altro, e viceversa, soprattutto in zone desertiche. Il pastore è immagine di Dio in rapporto al popolo che egli ama. Pastore è chiamato anche il re che lo rappresenta.
      Il Salmo 23 è la presentazione del Signore come re e pastore.
      Motivo ispiratore di questa parabola è Ez 34, 11-12 , dove il Signore dice ciò che Lui fa, a differenza dei capi del popolo.
      Per sé il pastore non abbandona il gregge, se non quando è al sicuro e custodito. Questo Pastore invece ha come primo interesse la pecora smarrita, per la quale abbandona le altre sul monte. Solo quando si perde una cosa, si vede con chiarezza il suo valore, pari all'amore che si ha per essa. Come un membro dolorante richiama l'aattenzione, così l'amore di Dio è concentrato sul peccatore perduto. Gli fa un male da morire, da morire in croce! I peccatori son realmente più amati da Dio, perché ne han più bisogno! Il Signore lascia tutto per cercare la pecora perduta, quella che per noi non conta!
      Pastori sono anche quelli, che, dopo di Lui, avranno cura del gregge.

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