FAUSTI- “Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli” la comunità è sempre tentata di considerare come zavorra i suoi membri più fragili e instabili. Distingue tra quelli che contano, perchè ricchi di doni, buoni ed esemplari, e quelli che non contano, perchè sprovveduti, deboli ed esposti. Questi facilmente restano indietro e si smarriscono, proprio perché li mettiiamo da parte e li lascaimo perdere. Il Signore invece mette al centro della comunità il più piccolo, con il quale si identifica. E' una tragedia stare insieme dove si vive la piccolezza come disprezzo subito e la grandezza come disprezzo perpetrato. Contaria al disprezzo è la stima, caratteristica dell'amore. Chi ama stima l'altro superiore a sé, perchè l'amato è la vita di chi ama. Se ci deve essere una competizione tra cristiani, sia quella di gareggiare nello stimarsi a vicenda. Chi più stima l'altro , più è simile a Dio, che vide tutto buono, e l'uomo molto buono. Disprezzare il piccolo e il peccatore è disprezzare il Signore, che si è fatto per noi ultimo di tutti , diventando addirittura maledizione e peccato.
Volgi lo sguardo, Signore, alla tua alleanza, non dimenticare per sempre la vita dei tuoi poveri. Alzati, o Dio, difendi la mia causa, non dimenticare la supplica di chi ti invoca. (Cf. Sal 73,20.19.22)
Colletta
Dio onnipotente ed eterno, guidati dallo Spirito Santo, osiamo invocarti con il nome di Padre: fa’ crescere nei nostri cuori lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso. Per il nostro Signore Gesù Cristo. Prima Lettura Io mangiai quel rotolo: fu per la mia bocca dolce come il miele.
Dal libro del profeta Ezechièle Ez 2,8-3,4
Così dice il Signore: «Figlio dell’uomo, ascolta ciò che ti dico e non essere ribelle come questa genìa di ribelli: apri la bocca e mangia ciò che io ti do». Io guardai, ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto da una parte e dall’altra e conteneva lamenti, pianti e guai. Mi disse: «Figlio dell’uomo, mangia ciò che ti sta davanti, mangia questo rotolo, poi va’ e parla alla casa d’Israele». Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: «Figlio dell’uomo, nutri il tuo ventre e riempi le tue viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai: fu per la mia bocca dolce come il miele. Poi egli mi disse: «Figlio dell’uomo, va’, rècati alla casa d’Israele e riferisci loro le mie parole».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 118 (119)
R. Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, Signore.
Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia, più che in tutte le ricchezze. I tuoi insegnamenti sono la mia delizia: sono essi i miei consiglieri. R.
Bene per me è la legge della tua bocca, più di mille pezzi d’oro e d’argento. Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, più del miele per la mia bocca. R.
Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, perché sono essi la gioia del mio cuore. Apro anelante la mia bocca, perché ho sete dei tuoi comandi. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. (Mt 11,29ab)
Alleluia.
Vangelo Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 18,1-5.10.12-14
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
SANTI ANGELI CUSTODI BENEDETTO XVI L'Antico Testamento dice dell'Angelo del popolo di Israele .”Prestagli attenzione e ascolta la sua voce” cioè io devo farmi attento e sensibile a quest'idea divina che mi abbraccia e guida, e non devo contrapporle ostinatamente i miei desideri e umori del momento. Essa trova la sua ragion d'essere nel fatto che noi siamo diventati suscettibili di alterazione e manipolazione ad opera di noi stessi e non crediamo più a nessun'altra raffigurazione della vita nostra, se non a quella che ci siamo costruiti con le nostre proprie mani. In questo modo , l'uomo finisce per diventare un marchingegno teatrale dentro un universo dominato dalla tecnica, universo che , d'altronde egli cerca di montare in qualche modo. Di angeli custodi ora non si parla più se non in qualche locuzione convenzionale , che noi stessi non intendiamo più alla lettera. Tanto più invece si parla però di protezione e si discute di come sia possibile proteggerci dai fenomeni inquietanti e dai pericoli della vita moderna. La fuga dell'uomo dalle relazioni umane e dalla sua propria opera assume proporzioni sempre più rilevanti, mentre ci rendiamo conto dell'insufficienza dei tentativi di protezione, sia pure raffinati, quando accorgimenti più avanzati li fanno apparire, d'un colpo, a loro volta come superati. Ora , sarebbe naturalmente assurdo e davvero fiabesco scomodare gli angeli custodi invece della tecnica, la protezione che Dio accorda non si lascia intrappolare così facilmente né permette che la si intenda in maniera così teatrale. Parlare degli angeli significa invece essere convinti che il mondo è dappertutto colmato della Viva presenza di Dio e che questa presenza si rivolge a ciascun individuo, a ciascuno di noi come potenza che ci chiama e ci protegge. (Radio Bavarese )
FAUSTI- “Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli” la comunità è sempre tentata di considerare come zavorra i suoi membri più fragili e instabili. Distingue tra quelli che contano, perchè ricchi di doni, buoni ed esemplari, e quelli che non contano, perchè sprovveduti, deboli ed esposti.
RispondiEliminaQuesti facilmente restano indietro e si smarriscono, proprio perché li mettiiamo da parte e li lascaimo perdere. Il Signore invece mette al centro della comunità il più piccolo, con il quale si identifica. E' una tragedia stare insieme dove si vive la piccolezza come disprezzo subito e la grandezza come disprezzo perpetrato. Contaria al disprezzo è la stima, caratteristica dell'amore. Chi ama stima l'altro superiore a sé, perchè l'amato è la vita di chi ama. Se ci deve essere una competizione tra cristiani, sia quella di gareggiare nello stimarsi a vicenda.
Chi più stima l'altro , più è simile a Dio, che vide tutto buono, e l'uomo molto buono.
Disprezzare il piccolo e il peccatore è disprezzare il Signore, che si è fatto per noi ultimo di tutti , diventando addirittura maledizione e peccato.
EliminaAntifona
Volgi lo sguardo, Signore, alla tua alleanza,
non dimenticare per sempre la vita dei tuoi poveri.
Alzati, o Dio, difendi la mia causa,
non dimenticare la supplica di chi ti invoca. (Cf. Sal 73,20.19.22)
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
guidati dallo Spirito Santo,
osiamo invocarti con il nome di Padre:
fa’ crescere nei nostri cuori lo spirito di figli adottivi,
perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Io mangiai quel rotolo: fu per la mia bocca dolce come il miele.
Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 2,8-3,4
Così dice il Signore: «Figlio dell’uomo, ascolta ciò che ti dico e non essere ribelle come questa genìa di ribelli: apri la bocca e mangia ciò che io ti do». Io guardai, ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto da una parte e dall’altra e conteneva lamenti, pianti e guai.
Mi disse: «Figlio dell’uomo, mangia ciò che ti sta davanti, mangia questo rotolo, poi va’ e parla alla casa d’Israele». Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: «Figlio dell’uomo, nutri il tuo ventre e riempi le tue viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai: fu per la mia bocca dolce come il miele. Poi egli mi disse: «Figlio dell’uomo, va’, rècati alla casa d’Israele e riferisci loro le mie parole».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 118 (119)
R. Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, Signore.
Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.
I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri. R.
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse,
più del miele per la mia bocca. R.
Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
perché sono essi la gioia del mio cuore.
Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. (Mt 11,29ab)
Alleluia.
Vangelo
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,1-5.10.12-14
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
«In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
Parola del Signore.
RispondiEliminaSANTI ANGELI CUSTODI BENEDETTO XVI
L'Antico Testamento dice dell'Angelo del popolo di Israele .”Prestagli attenzione e ascolta la sua voce” cioè io devo farmi attento e sensibile a quest'idea divina che mi abbraccia e guida, e non devo contrapporle ostinatamente i miei desideri e umori del momento.
Essa trova la sua ragion d'essere nel fatto che noi siamo diventati suscettibili di alterazione e manipolazione ad opera di noi stessi e non crediamo più a nessun'altra raffigurazione della vita nostra, se non a quella che ci siamo costruiti con le nostre proprie mani.
In questo modo , l'uomo finisce per diventare un marchingegno teatrale dentro un universo dominato dalla tecnica, universo che , d'altronde egli cerca di montare in qualche modo.
Di angeli custodi ora non si parla più se non in qualche locuzione convenzionale , che noi stessi non intendiamo più alla lettera.
Tanto più invece si parla però di protezione e si discute di come sia possibile proteggerci dai fenomeni inquietanti e dai pericoli della vita moderna.
La fuga dell'uomo dalle relazioni umane
e dalla sua propria opera assume proporzioni sempre più rilevanti, mentre ci rendiamo conto dell'insufficienza dei tentativi di protezione, sia pure raffinati, quando accorgimenti più avanzati li fanno apparire, d'un colpo, a loro volta come superati.
Ora , sarebbe naturalmente assurdo e davvero fiabesco scomodare gli angeli custodi invece della tecnica, la protezione che Dio accorda non si lascia intrappolare così facilmente né permette che la si intenda in maniera così teatrale.
Parlare degli angeli significa invece essere convinti che il mondo è dappertutto colmato
della Viva presenza di Dio e che questa presenza si rivolge a ciascun individuo,
a ciascuno di noi come potenza che ci chiama e ci protegge.
(Radio Bavarese )