Volgi lo sguardo, Signore, alla tua alleanza, non dimenticare per sempre la vita dei tuoi poveri. Alzati, o Dio, difendi la mia causa, non dimenticare la supplica di chi ti invoca. (Cf. Sal 73,20.19.22)
Colletta
Dio onnipotente ed eterno, guidati dallo Spirito Santo, osiamo invocarti con il nome di Padre: fa’ crescere nei nostri cuori lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso. Per il nostro Signore Gesù Cristo. Prima Lettura Io mangiai quel rotolo: fu per la mia bocca dolce come il miele.
Dal libro del profeta Ezechièle Ez 2,8-3,4
Così dice il Signore: «Figlio dell’uomo, ascolta ciò che ti dico e non essere ribelle come questa genìa di ribelli: apri la bocca e mangia ciò che io ti do». Io guardai, ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto da una parte e dall’altra e conteneva lamenti, pianti e guai. Mi disse: «Figlio dell’uomo, mangia ciò che ti sta davanti, mangia questo rotolo, poi va’ e parla alla casa d’Israele». Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: «Figlio dell’uomo, nutri il tuo ventre e riempi le tue viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai: fu per la mia bocca dolce come il miele. Poi egli mi disse: «Figlio dell’uomo, va’, rècati alla casa d’Israele e riferisci loro le mie parole».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 118 (119)
R. Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, Signore.
Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia, più che in tutte le ricchezze. I tuoi insegnamenti sono la mia delizia: sono essi i miei consiglieri. R.
Bene per me è la legge della tua bocca, più di mille pezzi d’oro e d’argento. Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, più del miele per la mia bocca. R.
Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, perché sono essi la gioia del mio cuore. Apro anelante la mia bocca, perché ho sete dei tuoi comandi. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. (Mt 11,29ab)
Alleluia.
Vangelo Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 18,1-5.10.12-14
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
Parola del Signore. PAROLE DEL SANTO PADRE Fratelli e sorelle, così è Dio: non è “tranquillo” se ci allontaniamo da Lui, è addolorato, freme nell’intimo; e si mette in movimento per venirci a cercare, finché ci riporta tra le sue braccia. Il Signore non calcola le perdite e i rischi, ha un cuore di padre e di madre, e soffre per la mancanza dei figli amati. “Ma perché soffre se questo figlio è un disgraziato, se ne è andato?”. Soffre, soffre. Dio soffre per la nostra distanza e, quando ci smarriamo, attende il nostro ritorno. Ricordiamoci: sempre Dio ci aspetta a braccia aperte, qualunque sia la situazione della vita in cui ci siamo perduti. Come dice un salmo, Egli non prende sonno, sempre veglia su di noi. (Angelus, 11 settembre 2022)
FAUSTI – E' la gioia di chi ha scoperto il tesoro, trovato la perla preziosa! Il fatto di lasciare le altre per cercare la smarrita e di rallegrarsi per il suo ritrovamento più che per le altre indica quanto essa valga agli occhi del Pastore. Il fratello che noi disprezziamo sta a cuore al Padre ; è il centro dei Suoi pensieri e delle Sue cure. Dio è Amore, la cui Misericordia é proporzionale allla miseria dell'amato. Il Padre ama tutti i Suoi figli. Il perduto da ritrovare è il Suo stesso Figlio Unigenito, che si è perduto perchè in Lui ogni perduto potesse essere ritrovato. In ogni smarrito il Padre vede il Figlio crocifisso e noi vediamo il Signore. Per questo amiamo gli smarriti e i perduti, i peccatori e i nemici. C'è un divino in ogni creatura : l'amore del Padre per il Figlio. L'amore per l'ultimo riscatta tutto il creato nel Figlio e costituisce la gioia di Dio, finalmente tutto in tutti. Per questo il Figlio si è incarnato, ha lasciato la corte celeste, è sceso dal monte della Trinità ed è venuto sulla terra. In questo modo salva i peccatori, dei quali il primo sono io, dice Paolo. (….!!!) e lo stesso posso dire anch'io di me e di qualunque altro. Infatti mi ha amato e ha dato se stesso per me. La cura pastorale ha come obiettivo non i vicini, ma i lontani, soprattutto se i lontani son novantanove! Solo così la Chiesa è quella del Figlio, che ha lo stesso Amore del Padre. La Comunità, come al suo interno ha al centro il piccolo, così è tutta proiettata all'esterno verso il lontano. Per questo l'apostolo si farà un punto d'onore di annunciare il Vangelo dove non è ancora giunto il Nome di Cristo!
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Volgi lo sguardo, Signore, alla tua alleanza,
non dimenticare per sempre la vita dei tuoi poveri.
Alzati, o Dio, difendi la mia causa,
non dimenticare la supplica di chi ti invoca. (Cf. Sal 73,20.19.22)
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
guidati dallo Spirito Santo,
osiamo invocarti con il nome di Padre:
fa’ crescere nei nostri cuori lo spirito di figli adottivi,
perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Io mangiai quel rotolo: fu per la mia bocca dolce come il miele.
Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 2,8-3,4
Così dice il Signore: «Figlio dell’uomo, ascolta ciò che ti dico e non essere ribelle come questa genìa di ribelli: apri la bocca e mangia ciò che io ti do». Io guardai, ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto da una parte e dall’altra e conteneva lamenti, pianti e guai.
Mi disse: «Figlio dell’uomo, mangia ciò che ti sta davanti, mangia questo rotolo, poi va’ e parla alla casa d’Israele». Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: «Figlio dell’uomo, nutri il tuo ventre e riempi le tue viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai: fu per la mia bocca dolce come il miele. Poi egli mi disse: «Figlio dell’uomo, va’, rècati alla casa d’Israele e riferisci loro le mie parole».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 118 (119)
R. Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, Signore.
Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.
I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri. R.
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse,
più del miele per la mia bocca. R.
Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
perché sono essi la gioia del mio cuore.
Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. (Mt 11,29ab)
Alleluia.
Vangelo
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,1-5.10.12-14
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
«In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Fratelli e sorelle, così è Dio: non è “tranquillo” se ci allontaniamo da Lui, è addolorato, freme nell’intimo; e si mette in movimento per venirci a cercare, finché ci riporta tra le sue braccia. Il Signore non calcola le perdite e i rischi, ha un cuore di padre e di madre, e soffre per la mancanza dei figli amati. “Ma perché soffre se questo figlio è un disgraziato, se ne è andato?”. Soffre, soffre. Dio soffre per la nostra distanza e, quando ci smarriamo, attende il nostro ritorno. Ricordiamoci: sempre Dio ci aspetta a braccia aperte, qualunque sia la situazione della vita in cui ci siamo perduti. Come dice un salmo, Egli non prende sonno, sempre veglia su di noi. (Angelus, 11 settembre 2022)
FAUSTI – E' la gioia di chi ha scoperto il tesoro, trovato la perla preziosa! Il fatto di lasciare le altre per cercare la smarrita e di rallegrarsi per il suo ritrovamento più che per le altre indica quanto essa valga agli occhi del Pastore. Il fratello che noi disprezziamo sta a cuore al Padre ; è il centro dei Suoi pensieri e delle Sue cure. Dio è Amore, la cui Misericordia é proporzionale allla miseria dell'amato. Il Padre ama tutti i Suoi figli. Il perduto da ritrovare è il Suo stesso Figlio Unigenito, che si è perduto perchè in Lui ogni perduto potesse essere ritrovato. In ogni smarrito il Padre vede il Figlio crocifisso e noi vediamo il Signore.
EliminaPer questo amiamo gli smarriti e i perduti, i peccatori e i nemici. C'è un divino in ogni creatura : l'amore del Padre per il Figlio. L'amore per l'ultimo riscatta tutto il creato nel Figlio e costituisce la gioia di Dio, finalmente tutto in tutti. Per questo il Figlio si è incarnato, ha lasciato la corte celeste, è sceso dal monte della Trinità ed è venuto sulla terra. In questo modo salva i peccatori, dei quali il primo sono io, dice Paolo. (….!!!) e lo stesso posso dire anch'io di me e di qualunque altro.
Infatti mi ha amato e ha dato se stesso per me.
La cura pastorale ha come obiettivo non i vicini, ma i lontani, soprattutto se i lontani son novantanove! Solo così la Chiesa è quella del Figlio, che ha lo stesso Amore del Padre.
La Comunità, come al suo interno ha al centro il piccolo, così è tutta proiettata all'esterno verso il lontano. Per questo l'apostolo si farà un punto d'onore di annunciare il Vangelo dove non è ancora giunto il Nome di Cristo!