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venerdì 25 maggio 2018

"Estos pequeños" Mt 18, 10 a


4 commenti:

  1. FAUSTI- “Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli” la comunità è sempre tentata di considerare come zavorra i suoi membri più fragili e instabili. Distingue tra quelli che contano, perchè ricchi di doni, buoni ed esemplari, e quelli che non contano, perchè sprovveduti, deboli ed esposti.
    Questi facilmente restano indietro e si smarriscono, proprio perché li mettiiamo da parte e li lascaimo perdere. Il Signore invece mette al centro della comunità il più piccolo, con il quale si identifica. E' una tragedia stare insieme dove si vive la piccolezza come disprezzo subito e la grandezza come disprezzo perpetrato. Contaria al disprezzo è la stima, caratteristica dell'amore. Chi ama stima l'altro superiore a sé, perchè l'amato è la vita di chi ama. Se ci deve essere una competizione tra cristiani, sia quella di gareggiare nello stimarsi a vicenda.
    Chi più stima l'altro , più è simile a Dio, che vide tutto buono, e l'uomo molto buono.
    Disprezzare il piccolo e il peccatore è disprezzare il Signore, che si è fatto per noi ultimo di tutti , diventando addirittura maledizione e peccato.

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    1. PAROLE DEI PAPI
      Questo termine “piccoli” indica tutte le persone che dipendono dall’aiuto degli altri, e in particolare i bambini. Dunque, i bambini sono in sé stessi una ricchezza per l’umanità e anche per la Chiesa, perché ci richiamano costantemente alla condizione necessaria per entrare nel Regno di Dio: quella di non considerarci autosufficienti, ma bisognosi di aiuto, di amore, di perdono. E tutti, siamo bisognosi di aiuto, d’amore e di perdono! Tutti! E questo ci riporta sempre al fatto che la vita non ce la siamo data noi ma l’abbiamo ricevuta. A volte rischiamo di vivere dimenticandoci di questo, come se fossimo noi i padroni della nostra esistenza, e invece siamo radicalmente dipendenti. In realtà, è motivo di grande gioia sentire che in ogni età della vita, in ogni situazione, in ogni condizione sociale, siamo e rimaniamo figli. I bambini inoltre - nella loro semplicità interiore - portano con sé la capacità di ricevere e dare tenerezza. Tenerezza è avere un cuore “di carne” e non “di pietra”, come dice la Bibbia. (P. Francesco UDIENZA GENERALE, 18 marzo 2015)
      Le Parole dei Papi
      I discepoli sono chiamati ad essere simili ai bambini, perché sono dei “piccoli” che hanno ricevuto la rivelazione come dono della benevolenza del Padre (cf. Mt 11, 25-26). Anche per questo i bambini devono essere da loro accolti come Gesù stesso: “Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me” (Mt 18, 5).

      Da parte sua Gesù professa profondo rispetto per i bambini, e ammonisce: “Guardatevi dal disprezzare anche uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli” (Mt 18, 10). E quando i fanciulli gridano nel tempio in onore di Gesù: “Osanna al figlio di Davide”, Gesù apprezza e giustifica il loro atteggiamento come lode resa a Dio (cf. Mt 21, 15-16). Il loro omaggio contrasta con l’incredulità degli avversari.

      L’amore e la stima di Gesù per i bambini sono una luce per la Chiesa, che imita il suo Fondatore. Essa non può non accogliere i bambini come Lui li ha accolti. […] Ciò che la Chiesa si sente impegnata a zelare è la formazione cristiana dei bambini, spesso non assicurata abbastanza. Si tratta di formarli alla fede, con l’insegnamento della dottrina cristiana, alla carità verso tutti, alla preghiera, secondo le più belle tradizioni delle famiglie cristiane, per molti di noi indimenticabili e sempre benedette!
      (San Giovanni Paolo II – Udienza generale, 17 agosto 1994)

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    2. Antifona
      Volgi lo sguardo, Signore, alla tua alleanza,
      non dimenticare per sempre la vita dei tuoi poveri.
      Alzati, o Dio, difendi la mia causa,
      non dimenticare la supplica di chi ti invoca. (Cf. Sal 73,20.19.22)

      Colletta
      Dio onnipotente ed eterno,
      guidati dallo Spirito Santo,
      osiamo invocarti con il nome di Padre:
      fa’ crescere nei nostri cuori lo spirito di figli adottivi,
      perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso.
      Per il nostro Signore Gesù Cristo.

      Prima Lettura
      Sii forte e fatti animo, Giosuè, perché tu condurrai questo popolo nella terra.
      Dal libro del Deuteronòmio
      Dt 31,1-8

      Mosè andò e rivolse queste parole a tutto Israele. Disse loro:
      «Io oggi ho centovent’anni. Non posso più andare e venire. Il Signore inoltre mi ha detto: “Tu non attraverserai questo Giordano”. Il Signore, tuo Dio, lo attraverserà davanti a te, distruggerà davanti a te quelle nazioni, in modo che tu possa prenderne possesso. Quanto a Giosuè, egli lo attraverserà davanti a te, come il Signore ha detto.
      Il Signore tratterà quelle nazioni come ha trattato Sicon e Og, re degli Amorrei, e come ha trattato la loro terra, che egli ha distrutto. Il Signore le metterà in vostro potere e voi le tratterete secondo tutti gli ordini che vi ho dato.
      Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore, tuo Dio, cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà».
      Poi Mosè chiamò Giosuè e gli disse alla presenza di tutto Israele: «Sii forte e fatti animo, perché tu condurrai questo popolo nella terra che il Signore giurò ai loro padri di darvi: tu gliene darai il possesso. Il Signore stesso cammina davanti a te. Egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà. Non temere e non perderti d’animo!».

      Parola di Dio.

      Salmo Responsoriale
      Dt 32,3-4a.7-9.12

      R. Porzione del Signore è il suo popolo.
      Oppure:
      R. Il Signore guida il suo popolo.

      Voglio proclamare il nome del Signore:
      magnificate il nostro Dio!
      Egli è la Roccia: perfette le sue opere,
      giustizia tutte le sue vie. R.

      Ricorda i giorni del tempo antico,
      medita gli anni lontani.
      Interroga tuo padre e te lo racconterà,
      i tuoi vecchi e te lo diranno. R.

      Quando l’Altissimo divideva le nazioni,
      quando separava i figli dell’uomo,
      egli stabilì i confini dei popoli
      secondo il numero dei figli d’Israele. R.

      Perché porzione del Signore è il suo popolo,
      Giacobbe sua parte di eredità.
      Il Signore, lui solo lo ha guidato,
      non c’era con lui alcun dio straniero. R.

      Acclamazione al Vangelo
      Alleluia, alleluia.

      Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
      e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. (Mt 11,29ab)

      Alleluia.

      Vangelo
      Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.
      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 18,1-5.10.12-14

      In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
      Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
      «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
      Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
      Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

      Parola del Signore.

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  2. SANTI ANGELI CUSTODI BENEDETTO XVI
    L'Antico Testamento dice dell'Angelo del popolo di Israele .”Prestagli attenzione e ascolta la sua voce” cioè io devo farmi attento e sensibile a quest'idea divina che mi abbraccia e guida, e non devo contrapporle ostinatamente i miei desideri e umori del momento.
    Essa trova la sua ragion d'essere nel fatto che noi siamo diventati suscettibili di alterazione e manipolazione ad opera di noi stessi e non crediamo più a nessun'altra raffigurazione della vita nostra, se non a quella che ci siamo costruiti con le nostre proprie mani.
    In questo modo , l'uomo finisce per diventare un marchingegno teatrale dentro un universo dominato dalla tecnica, universo che , d'altronde egli cerca di montare in qualche modo.
    Di angeli custodi ora non si parla più se non in qualche locuzione convenzionale , che noi stessi non intendiamo più alla lettera.
    Tanto più invece si parla però di protezione e si discute di come sia possibile proteggerci dai fenomeni inquietanti e dai pericoli della vita moderna.
    La fuga dell'uomo dalle relazioni umane
    e dalla sua propria opera assume proporzioni sempre più rilevanti, mentre ci rendiamo conto dell'insufficienza dei tentativi di protezione, sia pure raffinati, quando accorgimenti più avanzati li fanno apparire, d'un colpo, a loro volta come superati.
    Ora , sarebbe naturalmente assurdo e davvero fiabesco scomodare gli angeli custodi invece della tecnica, la protezione che Dio accorda non si lascia intrappolare così facilmente né permette che la si intenda in maniera così teatrale.
    Parlare degli angeli significa invece essere convinti che il mondo è dappertutto colmato
    della Viva presenza di Dio e che questa presenza si rivolge a ciascun individuo,
    a ciascuno di noi come potenza che ci chiama e ci protegge.
    (Radio Bavarese )

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