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sabato 11 aprile 2020

MUERTE DE JESÚS Mt 27,45-50


1 commento:

  1. Vangelo di Matteo 27 , "45 Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta
    la terra. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: Elì, Elì, lemà
    sabactàni? Che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai
    abbandonato? 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano:
    Costui chiama Elia.
    48E subito uno di loro corse a prendere una
    spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava
    da bere. 49Gli altri dicevano: Lascia, vediamo se viene Elia a
    salvarlo! 50E Gesù, emesso un alto grido, emise lo spirito."


    (Gesuiti) Si oscura il sole di mezzogiorno, il sole è simbolo cosmico.
    L’oscurarsi del sole vuol dire la fine del mondo e sulla croce di Gesù
    il mondo finisce. Il mondo che fu creato nella luce e che poi si
    allontanò dalla luce per il peccato, si staccò da Dio, è regredito nelle
    tenebre.
    E la croce rappresenta la massima tenebra, cioè il male
    raggiunge Dio, colpisce Dio. Un male più forte che è uccidere Dio
    nessuno lo può fare, è la fine del mondo. Quindi sulla croce il male è
    hai già finito e ogni male che ancora c’è fa parte di quel male che già
    è compiuto.
    In quella notte che è mezzogiorno si alza un forte grido di
    Gesù. È il grido di ogni abbandono: Dio mio, Dio mio, perché mi hai
    abbandonato?
    Il male dell'uomo è avere abbandonato Dio che la è
    vita. Gesù che è il Figlio abbandonato, vive il nulla assoluto di sé
    perché lui è tutto del Padre. E in questo abbandono, in questo grido
    di abbandono di Cristo, c'è tutta la disperazione del mondo che ha
    abbandonato Dio e Gesù la grida al Padre: Dio mio, Dio mio!
    Pesa su di lui e si fa voce in lui, lo strazio di tutti gli abbandoni,
    la sofferenza di tutti i distacchi, l'abbandono sul piano affettivo, su
    piano vitale, la morte; pesa tutto su Gesù.
    Questo è vero, è buio, è a metà giornata, ma è buio. Però anche, può esserci in questo
    paradossalmente una rivelazione, uno svelamento di chi è Dio che, è accecante,
    rivela a noi la sua luce che è eccessiva per noi.

    Dicono: Costui chiama Elia, avendo sentito Elì, scambiano Elì
    per Elia. Elia era il santo dei casi impossibili, come Sant'Antonio,
    qualche santo che fa i miracoli. Siccome, era stato rapito con un
    carro di fuoco in cielo era quello che faceva il pronto intervento e
    dicono: Guardiamo se viene a salvarlo, costui chiama Elia.
    Le ultime parole dell'Antico Testamento, Malachia 3
    dice che prima del grande giorno verrà Elia a riconciliare il cuore dei padri coi figli e dei
    figli coi padri. Nel grido di Gesù il cuore di tutti i figli sono riconciliati
    coi padri, perché Gesù nel punto più lontano da Dio, cioè
    dell’abbandonato da Dio si rivolge al Padre. E nel Suo grido al Padre
    è ogni grido di abbandono, e il Padre in lui si riconcilia con ogni
    figlio. Quindi la croce è la riconciliazione totale tra Padre e Figlio e
    tutti i figli, che è il problema radicale dell'esistenza, perché uno che
    non accetta la fonte della propria vita, non accetta sé,
    non accetta la vita.
    Difatti, gli danno da bere aceto che è vino andato a male.
    Il vino è simbolo della vita, cioè beve fino in fondo la morte.
    E proprio, allora, fa un alto grido ancora, due grida. Mentre nel primo Gesù grida
    tutto l'abbandono, nel secondo si dice che, in italiano traducono:
    spirò, in greco c’è: consegnò lo spirito, emise lo spirito, cioè soffiò su
    di noi l'alito vitale; è l’atto creatore. Come nelle tenebre del caos
    Dio col suo Spirito soffiò la vita, ora nelle tenebre assolute Dio soffia
    il suo amore, attraverso il Figlio, su tutta l'umanità e fa il mondo
    nuovo. Tanto è vero che la scena che segue è una scena di
    resurrezione, cioè la croce è la fine del mondo vecchio e la nascita
    del mondo nuovo. Nasce il Figlio di Dio sulla terra e dà il suo Spirito
    a tutti i fratelli, cominciando da quelli che l'hanno crocifisso.
    Quindi
    la morte non è vista come morte, ma come la nascita del Figlio sulla
    terra. Quel Dio che nessuno aveva mai visto finalmente nasce ed è il
    grido, il vagito proprio della creatura che nasce.
    C'è quindi la rottura di tutto ciò che era vecchio, segnato dal
    male; tutto ciò che significava divisione, separazione.

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