VANGELO di MATTEO 27, "32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prendere la croce di lui.33Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. 35Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. 36E sedutisi, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: Questi è Gesù, il re dei Giudei. 38Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra
( GESUITI )"Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prendere la croce di lui". Quest'uomo sta tornando in città e il corteo con Gesù, da mettere in croce, sta uscendo. Siccome c'è da fare una piccola salita di pochi metri per andare sul calvario, dove è eretto il patibolo, in vista di tutta la città e non ce la fa, allora cercano uno che lo possa portare. Quest'uomo tornava a casa tranquillo dai campi, veniva da Cirene in Africa. Deve essere un emigrato, doveva aver fatto anche poca fortuna. Perché dico così? Perché quando hanno visto che Gesù non ce la faceva più a portare la croce, hanno guardato in giro a chi toccava portare la croce. Evidentemente, non a un ricco e a un potente perché quelli in croce non ci vanno: benissimo, se c'è da portare: servi fatevi avanti. Portate pure la croce. Poi se fossero stati anche un po' previdenti avrebbero anche fatto industria di croci da vendere perché avrebbero previsto cosa veniva. Hanno guardato il povero cristo, a lui tocca portare la croce e lui non vuole e non sa. Anche Gesù non vuole portare la croce, non la vuole, gli tocca. Cioè la croce del male del mondo la porta Cristo e i poveri cristi come Lui. Lì si continua ancora, la passione di Dio per il mondo; lì ancora, si consuma la nostra violenza e si arresta in questi. Quindi questo Cireneo è figura del discepolo e si chiama Simone come tutti. Nel momento decisivo della vita di Gesù non c'è Simon Pietro, ma quest'altro Simone; non Simone che sa e che vuole morire con Gesù, ma un Simone che non sa, non vuole e non capisce perché; gli capita per caso. Proprio una grande sfortuna. E pensate questa grande sfortuna che è capitata a quest'uomo è la cosa più grande che possa capitare in assoluto a un uomo: ha aiutato Dio a portare la croce del male del mondo. Ha aiutato Dio nel momento più alto della storia di Dio. Lui l’avrà capito dopo. Lo sappiamo che è diventato credente perché nella lettera ai Romani si parla dei suoi figli e di Evodia sua moglie e Marco dice: padre di Alessandro e Rufo, scrivendo il Vangelo a Roma; vuol dire che a Roma conoscono i suoi figli. Cioè ha capito dopo il dono che ha ricevuto. Sul momento è stato una grossa maledizione. Questo aspetto teniamolo come scena iniziale. È sempre lì che contempliamo il più piccolo tra i nostri fratelli e che ancora ci salva. Tra l’altro il Cireneo non è che porta la sua croce, la sua propria, porta la croce di Gesù. Come Gesù non porta la sua croce; Lui ha fatto nulla di male, porta la croce di noi. Quindi questo Cireneo è praticamente un altro Cristo, è il discepolo perfetto, identico al suo maestro. Ed è bello vedere che non lo sa, non lo vuole e maledice: Fossi entrato un po' prima o un po' dopo. I doni di Dio sono strani. La confezione soprattutto dei doni di Dio. Per cui direi, così bonariamente, famigliarmente, occhio a ciò che noi diciamo succede per caso. Per caso o provvidenziale? La tentazione sarebbe fermarsi solo su questo perché c'è tema sufficiente.
-->L’esecuzione avviene sul Golgota, vuol dire luogo del cranio, del teschio. Secondo la tradizione c'è una grotta ai piedi del Calvario dove c'è il cranio, il teschio di Adamo, del primo uomo, che si era innalzato sull'albero per essere come Dio e finì nella morte. Ora Dio si alza sull'albero della morte e riscatta Adamo e il sangue del Figlio scende su Adamo. Tutto il sogno di potenza di Adamo, di ogni uomo non ha fatto altro che provocare la morte, l'impotenza di Dio dà la vita a chi ha procurato la morte a se e ad altri. Gli danno da bere il vino mescolato con fiele. Il vino mescolato con aromi si dava a coloro che dovevano essere giustiziati come anestetico per non sentire il dolore della morte. A Lui lo danno con fiele, tutta l'amarezza della vita: ma Lui non ne volle. Cioè mentre tutta la nostra sapienza, consiste in fondo nel crearci anestetici per non sentire il male di ciò che facciamo, la sapienza di Dio invece, non prende anestetici: non ne volle. Beve fino in fondo il calice che noi gli abbiamo costruito, confezionato, fatto, dato, versato addosso. Se la nostra sapienza per evitare la morte, non produce che morte, la sua stoltezza della croce è in realtà la sapienza del Dio amore che sa vincere il male. Poi, le sue vesti. Lui resta nudo come Adamo e quelli che l'hanno crocifisso hanno la veste del Figlio. Sono tutte frasi molto ricche di significato. Lui porta la nostra nudità e noi la sua dignità di figlio, proprio chi l’ha crocifisso. E sopra il capo la didascalia: Questo è il re. Veramente questi è l'uomo libero, che libera, non altri. Gli altri col loro sogno di potere, con tutto il loro sapere non fanno che fare queste cose, che vediamo lì sulla croce; produrre violenza. Questo, invece, che non la fa e la sa vincere questi è il Re, questi è l'uomo libero. Su questo ci siamo già fermati vediamo ora le tre interpretazioni della croce. Prima vediamo i due ladroni crocifissi con lui, l’uno a destra e l'altro a sinistra. Al centro c’è lui l’innocente, alla destra e alla sinistra tutti i suoi fratelli colpevoli e Lui innocente in mezzo. Questa sua solidarietà di giusto con noi. Che poi, nella morte siamo tutti i giusti perché ognuno è innocente della propria morte, anche fosse colpevole di quella di altri, la sua non la vorrebbe. Lui il giusto è lì con noi.
VANGELO di MATTEO 27, "32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato
RispondiEliminaSimone, e lo costrinsero a prendere la croce di lui.33Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio,
34gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli,
assaggiatolo, non ne volle bere. 35Dopo averlo quindi crocifisso, si
spartirono le sue vesti tirandole a sorte. 36E sedutisi, gli facevano la
guardia. 37Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta
della sua condanna: Questi è Gesù, il re dei Giudei.
38Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a
sinistra
( GESUITI )"Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato
RispondiEliminaSimone, e lo costrinsero a prendere la croce di lui".
Quest'uomo sta tornando in città e il corteo con Gesù, da
mettere in croce, sta uscendo. Siccome c'è da fare una piccola salita
di pochi metri per andare sul calvario, dove è eretto il patibolo, in
vista di tutta la città e non ce la fa, allora cercano uno che lo possa
portare. Quest'uomo tornava a casa tranquillo dai campi, veniva da
Cirene in Africa. Deve essere un emigrato, doveva aver fatto anche
poca fortuna. Perché dico così? Perché quando hanno visto che
Gesù non ce la faceva più a portare la croce, hanno guardato in giro
a chi toccava portare la croce. Evidentemente, non a un ricco e a un
potente perché quelli in croce non ci vanno: benissimo, se c'è da
portare: servi fatevi avanti. Portate pure la croce. Poi se fossero stati
anche un po' previdenti avrebbero anche fatto industria di croci da
vendere perché avrebbero previsto cosa veniva. Hanno guardato il
povero cristo, a lui tocca portare la croce e lui non vuole e non sa.
Anche Gesù non vuole portare la croce, non la vuole, gli tocca. Cioè
la croce del male del mondo la porta Cristo e i poveri cristi come Lui.
Lì si continua ancora, la passione di Dio per il mondo; lì ancora, si
consuma la nostra violenza e si arresta in questi. Quindi questo
Cireneo è figura del discepolo e si chiama Simone come tutti.
Nel momento decisivo della vita di Gesù non c'è Simon Pietro,
ma quest'altro Simone; non Simone che sa e che vuole morire con
Gesù, ma un Simone che non sa, non vuole e non capisce perché; gli
capita per caso. Proprio una grande sfortuna. E pensate questa
grande sfortuna che è capitata a quest'uomo è la cosa più grande
che possa capitare in assoluto a un uomo: ha aiutato Dio a portare
la croce del male del mondo. Ha aiutato Dio nel momento più alto
della storia di Dio. Lui l’avrà capito dopo. Lo sappiamo che è
diventato credente perché nella lettera ai Romani si parla dei suoi
figli e di Evodia sua moglie e Marco dice: padre di Alessandro e
Rufo, scrivendo il Vangelo a Roma; vuol dire che a Roma conoscono i
suoi figli. Cioè ha capito dopo il dono che ha ricevuto. Sul momento
è stato una grossa maledizione. Questo aspetto teniamolo come
scena iniziale.
È sempre lì che contempliamo il più piccolo tra i nostri fratelli
e che ancora ci salva. Tra l’altro il Cireneo non è che porta la sua
croce, la sua propria, porta la croce di Gesù. Come Gesù non porta
la sua croce; Lui ha fatto nulla di male, porta la croce di noi. Quindi
questo Cireneo è praticamente un altro Cristo, è il discepolo
perfetto, identico al suo maestro. Ed è bello vedere che non lo sa,
non lo vuole e maledice: Fossi entrato un po' prima o un po' dopo.
I doni di Dio sono strani.
La confezione soprattutto dei doni di Dio. Per cui direi, così
bonariamente, famigliarmente, occhio a ciò che noi diciamo succede
per caso. Per caso o provvidenziale?
La tentazione sarebbe fermarsi solo su questo perché c'è
tema sufficiente.
-->L’esecuzione avviene sul Golgota, vuol dire luogo del cranio,
RispondiEliminadel teschio. Secondo la tradizione c'è una grotta ai piedi del Calvario
dove c'è il cranio, il teschio di Adamo, del primo uomo, che si era
innalzato sull'albero per essere come Dio e finì nella morte. Ora Dio
si alza sull'albero della morte e riscatta Adamo e il sangue del Figlio
scende su Adamo. Tutto il sogno di potenza di Adamo, di ogni uomo
non ha fatto altro che provocare la morte, l'impotenza di Dio dà la
vita a chi ha procurato la morte a se e ad altri.
Gli danno da bere il vino mescolato con fiele. Il vino mescolato
con aromi si dava a coloro che dovevano essere giustiziati come
anestetico per non sentire il dolore della morte. A Lui lo danno con
fiele, tutta l'amarezza della vita: ma Lui non ne volle. Cioè mentre
tutta la nostra sapienza, consiste in fondo nel crearci anestetici per
non sentire il male di ciò che facciamo, la sapienza di Dio invece,
non prende anestetici: non ne volle. Beve fino in fondo il calice che
noi gli abbiamo costruito, confezionato, fatto, dato, versato addosso.
Se la nostra sapienza per evitare la morte, non produce
che morte, la sua stoltezza della croce è in realtà la sapienza del Dio
amore che sa vincere il male.
Poi, le sue vesti. Lui resta nudo come Adamo e quelli che
l'hanno crocifisso hanno la veste del Figlio. Sono tutte frasi molto
ricche di significato. Lui porta la nostra nudità e noi la sua dignità di
figlio, proprio chi l’ha crocifisso. E sopra il capo la didascalia: Questo
è il re. Veramente questi è l'uomo libero, che libera, non altri.
Gli altri col loro sogno di potere, con tutto il loro sapere non fanno che
fare queste cose, che vediamo lì sulla croce; produrre violenza.
Questo, invece, che non la fa e la sa vincere questi è il Re, questi è
l'uomo libero. Su questo ci siamo già fermati vediamo ora le tre
interpretazioni della croce.
Prima vediamo
i due ladroni crocifissi con lui, l’uno a destra e l'altro a sinistra. Al
centro c’è lui l’innocente, alla destra e alla sinistra tutti i suoi fratelli
colpevoli e Lui innocente in mezzo. Questa sua solidarietà di giusto
con noi. Che poi, nella morte siamo tutti i giusti perché ognuno è
innocente della propria morte, anche fosse colpevole di quella di
altri, la sua non la vorrebbe. Lui il giusto è lì con noi.