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sabato 11 aprile 2020

LUNEDI DELL'ANGELO - LO ADORARON Mt 28,8-15





6 commenti:

  1. Dagli Atti degli Apostoli
    At 2,14.22-33

    [Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così:
    "Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole: Gesù di Nàzaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene -, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l'avete crocifisso e l'avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.

    Dice infatti Davide a suo riguardo: "Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza".

    Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione.

    Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 28,8-15

    In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».

    Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: "I suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo". E se mai la cosa venisse all'orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Oggi la Chiesa continua a dire: “Fermati, Gesù è risorto”. E questa non è una fantasia, la Risurrezione di Cristo non è una festa con tanti fiori. Questo è bello, ma non è questo è di più; è il mistero della pietra scartata che finisce per essere il fondamento della nostra esistenza. E anche noi, sassolini per terra, in questa terra di dolore, di tragedie, con la fede nel Cristo Risorto abbiamo un senso, in mezzo a tante calamità. Il senso di guardare oltre, il senso di dire: “Guarda non c’è un muro; c’è un orizzonte, c’è la vita, c’è la gioia, c’è la croce con questa ambivalenza. Guarda avanti, non chiuderti. Tu sassolino, hai un senso nella vita perché sei un sassolino presso quel sasso, quella pietra che la malvagità del peccato ha scartato”. Fratelli e sorelle, questo è quello che ho voluto dirvi. Tornate a casa oggi, ripetendo nel vostro cuore: “Cristo è risorto”. (OMELIA - Domenica di Pasqua, 16 aprile 2017)

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  2. FAUSTI - “E' Risorto dai morti!” dice l'Angelo alle donne .
    ”Rallegratevi!”, dice il Risorto, venendo loro incontro.
    L'annuncio del Crocifisso Risorto è il centro della Fede cristiana . Il Gesù che abbiamo visto crocifisso e deposto nel sepolcro ha vinto la morte e ci comunica la Sua Gioia.
    Questo brano racconta l'esperienza del mattino di Pasqua : le due donne, che L'hanno contemplato in Croce e dietro la pietra, ne ascoltano l'Annuncio e Lo vedono.
    Sia l'Angelo che il Risorto dicono le stesse Parole.
    Il Crocifisso Risorto è infatti la Parola, sola e definitiva, di Dio !
    Questa è destinata non solo alle donne e ai discepoli, ma a tutti.
    Le donne, come i discepoli e chiunque altro, incontreranno il Signore nella Parola, e Lo riconosceranno mentre la eseguono.
    Matteo non ha bisogno di spiegare la Resurrezione.Si rivolge al popolo al quale Dio ha detto :”Riconoscerete che io Sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il Mio Spirito , e rivivrete ; vi farò riposare nel vostro paese , saprete che Io Sono il Signore. L'ho detto e lo farò”(Ez 37, 13...).
    La Resurrezione del Messia, il primogenito, è l'anticipo di quella degli altri fratelli.
    Ascoltando e facendo la Sua Parola, anche loro diventeranno figli.
    La Resurrezione , alla quale tutto il creato partecipa (Rom 8,19... ) è frutto dell'ascolto, che ci rende figli di Dio. Il Figlio è venuto per dirci e darci quanto il Padre vuol donare ad ogni figlio.
    Il brano ci parla delle donne che vanno al sepolcro. La terra si scuote, come una partoriente, e, invece di una pietra che sigilla l'ombra della morte, sfolgora una potenza celeste , che invita ad entrare nella tomba, dicendo :”Non è qui” il Gesù crocifisso.
    La Parola che le incoraggia ad entrare, espelle anche loro dalla tomba, per annunciare ai discepoli che Lo vedranno in Galilea.
    Mentre obbediscono a ciò che hanno udito, Lo incontrano con gioia, Lo abbracciano e Lo adorano.
    Ma il Signore, finalmente riconosciuto, le invia ancora una volta verso i fratelli. E' proprio andando verso gli altri che si incontra l'Altro : amando loro, viviamo del Suo Spirito e siamo nel Padre.
    Tutto il Vangelo tende alla “missione” verso i fratelli.
    In essa realizziamo la nostra “vocazione “ di figli, e siamo con Colui che è sempre con noi, per portare il mondo al suo compimento.
    Lui infatti, l'ultimo degli umini, attende che diventiamo Suoi Fratelli, per donarci il nostro essere figli!
    Le guardie , che hanno posto il sigillo sulla pietra e l'hanno vista rotolare via, vengono corrotte col denaro.
    Invece di fare come le due Marie e la donna di Betania, che annunciano il Risorto, fanno come giuda e gli altri : diventano vittime e diffusori della menzogna di morte.

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  3. Gesuiti - La Parola di Dio dice: non aver paura. Quel Gesù che fu crocifisso e che ha dato la vita per amore: non è qui!
    Importantissimo questo annuncio: non è qui!
    Dio è il Dio dei viventi, è il Dio che dà la vita.
    È costante questo in tutti i vangeli andare a vedere che è non è lì. Non va cercato il Signore nel luogo della morte, nel luogo della tristezza, nel luogo della paura, non è lì. Anzi quel luogo è pienamente vuoto. Ma allora, se non è lì, dove si trova? Come incontrarlo?
    Queste donne per incontrare il Signore risorto sono mandate dai fratelli, dalle sorelle, dagli altri; è andando verso l'altro che incontro l'altro; è andando verso i vivi che incontro il vivente.
    Se la Parola è ascoltata, realmente scoperchia la tomba del nostro cuore, realmente ci fa vedere che non è lì il Signore, non è nella morte e noi non siamo nella morte; e ci manda realmente verso i fratelli in una vita nuova. E andando lì lo incontrano. Facciamo l'esperienza della sua stessa vita, cioè vivendo da fratello faccio l'esperienza del Figlio, faccio l'esperienza del Padre, faccio l'esperienza di Dio, faccio l'esperienza della risurrezione che è la pienezza di vita di Dio, già concessa ora a ciascuno di noi.
    La resurrezione si incontra nell’obbedienza alla Parola, che libera il nostro cuore dal sepolcro, dalle sue paure, perché crediamo a questa Parola di vita, che ci manda verso gli altri e negli altri incontriamo la vita, che la vita è l'amore del fratello. Questa è la vita di Dio, lo Spirito Santo. Ed è questa l’esperienza di resurrezione fondamentale: il dono dello Spirito che ci fa vivere da figli e da fratelli. E Matteo ha sviluppato tutto il suo vangelo su questo tema.
    Mentre hanno gioia perché hanno creduto alla Parola e vanno verso i fratelli ecco che lo incontrano, tenendo insieme la fede, la gioia e i fratelli. La fede nella Parola ti dà la gioia, perché ha tolto la pietra dal sepolcro che mi chiude in me stesso e mi manda, mi espelle verso i fratelli; e qui c'è l'incontro pieno col Signore, il quale conferma e dice: rallegratevi, gioite.
    Ci ha creati per la gioia, per la vita. Se ci comanda di amare è perché amare dà la gioia ed è questo il senso di ogni suo comando. Finalmente, si avvicinano gli stringono i piedi e lo adorano. Diventare vicini a lui che viene incontro, essere ormai in compagnia con lui che ha vinto la morte; stringere i piedi: è l'abbraccio; per ora i piedi. E i piedi del Signore sono probabilmente i fratelli; è nei fratelli che tocco il Signore e lo adoro
    Inviandoci ai fratelli nella Galilea, nella vita quotidiana, lì tutti incontriamo il Risorto.
    E cosa farà il risorto? Ti dice: Molto bene, rallegrati! Va verso i fratelli e mi vedrai di più. E avanti senza fine, cioè più amo il fratello, più vedo il Figlio e più lo incontro.
    Quindi si può fare l'esperienza delle donne, si può non farla. Cos'è che fa la differenza?
    L'esperienza delle donne l’abbiamo vista sommariamente descritta: la fede nella Parola, la gioia, l’andare verso i fratelli, l’aprirsi a tutti, l'incontro.
    L'altra esperienza ha un altro punto di partenza: sono le guardie pagate per custodire il sepolcro, per custodire la morte. Se noi vogliamo custodire la morte, non incontreremo mai il risorto. Se noi vogliamo custodire il potere, l'interesse, l'egoismo, non incontreremo mai il vivente.
    . Ed è bello che il vangelo lasci tutti e due le possibilità: a noi la scelta! Evidentemente smaschera la seconda perché partiamo tutti un po' dalla seconda. Anche le donne, tutto sommato, pur amando il Signore andavano al sepolcro quasi per vegliare un morto, perché pensavo: è impossibile che sia diversa. Invece, il mattino di Pasqua introduce nella storia dell'umanità questa assoluta novità: non è più lì il luogo dove tutti finiamo si esce da lì. Il sepolcro non è più ciò che ingurgita tutto, ma è proprio il grembo della terra che si apre per generare tutti.

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  4. Gesuiti - Nietzsche diceva: che non è vero che Cristo è risorto, altrimenti i cristiani avrebbero un'altra faccia, e credo non si può dargli torto. Perché credere nella risurrezione non vuol dire credere che duemila anni fa il Signore è risorto, ma vuol dire avere incontrato il risorto, partecipare della sua vita e della sua gioia. Quindi l'esistenza di chi ha incontrato il Signore è ormai tutta sotto la luce della Pasqua, sotto il risus paschalis; il capo è già venuto alla luce e il corpo segue.
    E anche il travaglio che c'è nella storia, il travaglio del parto per la nascita del Cristo totale.
    Non voglio lasciare in sospeso è la parola che dice Gesù: Gioite, rallegratevi!
    Cioè il segno che Cristo è risorto, il segno che l'abbiamo incontrato è la gioia, la gioia che trasforma la vita. Vuol dire aver trovato ciò che si cerca.
    Ed è proprio di Dio dare gioia e dove c'è Dio c’è gioia, e dove non c’è gioia Dio è assente per un motivo o per l'altro e da vedere perché; è il distintivo di Dio la gioia.
    In tutta la tradizione spirituale la gioia è il segno della sua presenza.
    Paolo preferisce definire la resurrezione dicendo: saremo sempre con lui, saremo sempre col Signore della vita. La compagnia determina il tuo tipo di vita: tra amici o si è simili o si diventa simili, quindi saremo trasformati nel Figlio.
    Tutta la creazione stessa attraverso l'uomo, la nostra libertà verrà ricondotta al suo principio che è la vita e la luce, è la pienezza di felicità di Dio. Quindi per resurrezione s'intende questo, che è il desiderio fondamentale dell'uomo, una pienezza di vita senza limiti, senza ombra di morte, né di tristezza. Questa resurrezione è corporale, del corpo. La resurrezione, ovviamente è l'unica cosa impossibile all'uomo. Non riusciamo a farla, non riusciamo neanche a immaginarla, riusciamo al massimo a desiderarla ed è il dono che Dio vuole fare all'uomo, della sua vita piena.
    Tanto è vero che nei racconti della resurrezione il punto comune a tutti i vangeli - sulla resurrezione sono tutti molto diversi i vangeli e spiegheremo perché - è che le donne vanno al sepolcro e vedono che Gesù non e lì. È importantissimo! Il corpo non e più nel sepolcro.
    La resurrezione è la vittoria su questa memoria dell'uomo, per darci come memoria fondamentale non il fatto che finiamo lì, ma il fatto che usciamo da lì e veniamo espulsi nella pienezza di vita

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  5. PAPA FRANCESCO

    REGINA CAELI 18 aprile 2022

    Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

    I giorni nell’Ottava di Pasqua sono come un unico giorno in cui si prolunga la gioia della Risurrezione. Così il Vangelo della Liturgia odierna continua a raccontarci del Risorto, della sua apparizione alle donne che si erano recate al sepolcro (cfr Mt 28,8-15). Gesù va loro incontro, le saluta; poi dice loro due cose, che farà bene anche a noi accogliere, come dono pasquale. Sono due consigli del Signore, un dono pasquale.

    Per prima cosa le rassicura con due semplici parole: «Non temete» (v. 10). Non avere paura. Il Signore sa che i timori sono i nostri nemici quotidiani. Sa pure che le nostre paure nascono dalla grande paura, la paura della morte: paura di svanire, di perdere le persone care, di star male e non farcela più... Ma a Pasqua Gesù ha vinto la morte. Nessun altro, dunque, può dirci in modo più convincente: “Non temere”, “non avere paura”. Il Signore lo dice proprio lì, accanto al sepolcro da cui è uscito vittorioso. Ci invita così a uscire dalle tombe delle nostre paure. Ascoltiamo bene: uscire dalle tombe delle nostre paure, perché le nostre paure sono come le tombe, ci seppelliscono dentro. Egli sa che il timore sta sempre accovacciato alla porta del nostro cuore e che abbiamo bisogno di sentirci ripetere non temere, non avere paura, non temere: al mattino di Pasqua come al mattino di ogni giorno sentire: “Non temere”. Abbi coraggio. Fratello, sorella che credi in Cristo, non temere! “Io – ti dice Gesù – ho provato per te la morte, ho preso su di me il tuo male. Ora sono risorto per dirti: Sono qui, con te, per sempre. Non temere!”. Non abbiate paura.

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  6. -->Ma come fare, possiamo dire, a combattere la paura? Ci aiuta la seconda cosa che Gesù dice alle donne: «Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno» (v. 10). Andate ad annunciare. La paura ci chiude sempre in noi stessi; ci chiude in noi stessi. Gesù, invece, ci fa uscire e ci manda agli altri. Ecco il rimedio. Ma io – possiamo dire – non sono capace! Ma pensate, quelle donne non erano certo le più adatte e preparate per annunciare il Risorto, ma al Signore non importa. A Lui importa che si esca e si annunci. Uscire e annunciare. Uscire e annunciare. Perché la gioia pasquale non è da tenere per sé. La gioia di Cristo si rafforza donandola, si moltiplica condividendola. Se ci apriamo e portiamo il Vangelo, il nostro cuore si dilata e supera la paura. Questo è il segreto: annunciare per vincere la paura.

    Il testo di oggi, racconta che l’annuncio può incontrare un ostacolo: la falsità. Il Vangelo narra infatti “un contro-annuncio”. Qual è? Quello dei soldati che avevano fatto la guardia al sepolcro di Gesù. Essi vengono pagati – dice il Vangelo - «con una buona somma di denaro» (v. 12), una bella mancia, e ricevono queste istruzioni: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”» (v. 13). Voi dormivate? L’avete visto nel sonno come rubavano il corpo? C’è una contraddizione lì, ma una contraddizione a cui tutti credono, perché ci sono dei soldi di mezzo. È il potere del denaro, quell’altro signore di cui Gesù dice che non dobbiamo servire mai. Sono due signori: Dio e il denaro. Non servire mai il denaro! Ecco la falsità, la logica dell’occultamento, che si oppone all’annuncio della verità. È un richiamo anche per noi: le falsità – nelle parole e nella vita – inquinano l’annuncio, corrompono dentro, riportano al sepolcro. Le falsità ci portano indietro, ci portano proprio alla morte, al sepolcro. Il Risorto, invece, ci vuole far uscire dai sepolcri delle falsità e delle dipendenze. Davanti al Signore risorto, c’è quest’altro “dio”: il dio denaro, che sporca tutto, rovina tutto, chiude le porte alla salvezza. E questo è dappertutto: nella vita quotidiana c’è la tentazione di adorare questo dio denaro.

    Cari fratelli e sorelle, giustamente noi ci scandalizziamo quando, attraverso l’informazione, scopriamo menzogne e bugie nella vita delle persone e nella società. Ma diamo un nome anche alla falsità che abbiamo dentro! E mettiamo queste nostre opacità, le nostre falsità, davanti alla luce di Gesù risorto. Egli vuole portare alla luce le cose nascoste, per farci testimoni trasparenti e luminosi della gioia del Vangelo, della verità che ci fa liberi (cfr Gv 8,32).

    Maria, la Madre del Risorto, ci aiuti a vincere le nostre paure e ci doni la passione per la verità.

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