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lunedì 26 novembre 2018

GIOVEDI' 19 AG. "INVITADOS A LA FIESTA" Mt 22, 1-7


2 commenti:

  1. LETTURA DEL GIORNO
    Dal libro del profeta Ezechièle
    Ez 36,23-28

    Così dice il Signore Dio: «Santificherò il mio nome grande, profanato fra le nazioni, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le nazioni sapranno che io sono il Signore – oracolo del Signore Dio –, quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi.
    Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
    Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio».

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 22,1-14

    In quel tempo, Gesù, riprese a parlare loro con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
    «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
    Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
    Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
    Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
    Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Così si comporta Dio: quando è rifiutato, invece di arrendersi, rilancia e invita a chiamare tutti quelli che si trovano ai crocicchi delle strade, senza escludere nessuno. Nessuno è escluso dalla casa di Dio. (…) Tuttavia, il Signore pone una condizione: indossare l’abito nuziale, questa mantellina che è un dono, un regalo, simboleggia la misericordia di Dio checi dona gratuitamente la grazia.

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  2. --- continua...C’è un ultimo aspetto che il Vangelo sottolinea: l’abito degli invitati, che è indispensabile. Non basta infatti rispondere una volta all’invito, dire “sì” e basta, ma occorre vestire l’abito, occorre l’abitudine a vivere l’amore ogni giorno. Perché non si può dire: “Signore, Signore” senza vivere e mettere in pratica la volontà di Dio (cfr Mt 7,21). Abbiamo bisogno di rivestirci ogni giorno del suo amore, di rinnovare ogni giorno la scelta di Dio. (Omelia Santa Messa di Canonizzazione, 15 ottobre 2017)



    FAUSTI - “Amico, come entrasti qui senza veste nuziale'”, chiede il re a uno che ha risposto all'invito a nozze, ma non ha l'abito nuziale. Coloro che partecipano alle nozze del Figlio sono i cristiani,che hanno accolto il Messia. Non basta però aver detto “sì” , non “chi dice : Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre.
    In mezzo a noi, come anche in noi, oltre al grano c'è sempre la zizzania.
    Il racconto, come uno specchio ci permette di vedere ciò che diversamente mai vedremmo :il nostro volto.
    E' un richiamo alla responsabilità . Far parte del popolo di Dio non era, non è e non sarà mai un talismano di salvezza.
    Al contrario la salvezza viene dal riconoscere che noi siamo uguali ai nostri padri.
    Non basta dire .
    “Abbiamo Abramo per padre”, dobbiamo fare frutti degni di conversione , sapendo che il Signore può fare del nostro cuore di pietra un cuore di figlio. A una condizione però :che riconosciamo di essere come il fratello che dice sì e non fa, per diventare come quello che sa dire no e poi si pente.
    Essere chiamati e aver risposto non significa essere automaticamente salvati.
    Tutti siamo chiamati . Eletto è chi sceglie liberamente di rispondere alla chiamata non a parole, ma con i fatti e nella verità.
    Questo rifiuto di una parte di Israele diventa occasione di salvezza per gli altri .
    L'invito é rivolto a tutti , finchè la sala del banchetto è piena . Questi commensali costituiscono la Chiesa, dove però, come ovunque, ci sono buoni e cattivi.
    La Chiesa si riconosce partecipe non solo della chiamata, ma anche del rifiuto d'Israele.
    E' costituita da coloro che sanno di rifiutare i profeti, e si riconoscono in chi ha ucciso il Figlio.
    Quell'Israele che si sa peccatore è la Chiesa stessa di Matteo, che così diventa luce delle nazioni, compiendo la promessa fatta ad Abramo.
    Gesù, il Figlio, in quanto pietra scartata è diventato testata d'angolo . È lo Sposo, dove uomo e Dio si congiungono nell'amore unico, e la creazione raggiunge il settimo giorno.
    Il re invita tutti i Suoi servi alle nozze del Figlio.

    continua con i commenti:
    "NO ERAN DIGNOS" Mt 22,8-9
    "LA SALA SE LLENÓ" MT 22,10
    "EL REY" Mt 22,11-14

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